Il Presidente iraniano Hassan Rouhani e il suo omologo russo Vladimir Putin hanno castigato e stigmatizzato gli Stati Uniti per aver cercato di estendere l'embargo dell'armamento contro Teheran, chiedendo sforzi per affrontare l'ormai anacronistico "unilateralismo" di Washington.
In una conversazione telefonica con la sua controparte russa, Rouhani ha sottolineato l'importanza dell'accordo sul 2015 tra Teheran e le potenze mondiali.
Ha invitato le restanti parti dell'accordo, noto come Piano d'azione comune congiunto (JCPOA), a confrontarsi con l'unilateralismo di Washington e porre fine al divieto di vendita di armi dell'ONU contro l'Iran.
Il Presidente iraniano ha ringraziato la sua controparte russa per il suo sostegno al JCPOA e per l'opposizione alle politiche unilaterali degli Stati Uniti.
Ha anche chiesto il rafforzamento dei legami e della cooperazione Teheran-Mosca in tutte le aree, in particolare nella loro battaglia contro COVID-19.
Altrove, Rouhani ha fatto riferimento alla tenuta di un vertice virtuale dei leader di Iran, Russia e Turchia con l'obiettivo di stabilire la pace e la stabilità in Siria e ha sottolineato la necessità di continuare la cooperazione tra i tre paesi nel quadro del processo di Astana per raggiungere questo obiettivo, soprattutto nelle questioni umanitarie.
A sua volta, Putin ha chiesto il salvataggio del JCPOA e ha dichiarato: "Come negli ultimi cinque anni, sosterremo il documento internazionale e insisteremo per implementarlo e preservarlo".
Ha anche chiesto l'espansione dei legami bilaterali tra i due paesi in tutte le aree, accogliendo con favore l'offerta dell'Iran di condividere esperienze sulla lotta contro il coronavirus.
Il JCPOA è stato firmato tra l'Iran e il Gruppo 5 + 1 - Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Russia e Cina e Germania - nel luglio 2015. In base all'accordo, l'Iran doveva limitare alcuni aspetti del suo programma nucleare in cambio di una revoca delle sanzioni contro il paese e la fine dell'embargo sulle armi delle Nazioni Unite.
Tuttavia, l'amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha lasciato unilateralmente l'accordo nel maggio 2018, reintroducendo le sanzioni contro Teheran.
In opposizione alla linea politica americana sull'Iran, gli europei inizialmente si sono impegnati a sopravvivere al JCPOA, ma l'Iran afferma di non aver praticamente protetto gli interessi di Teheran di fronte alle pressioni statunitensi e alla sua cosiddetta campagna di massima pressione.
Gli Stati Uniti stanno ora cercando di estendere un embargo sulle armi all'Iran oltre la data di scadenza di ottobre 2020 stabilita nell'ambito del PACG.
L'Iran ha dato una scossa agli Stati Uniti per i suoi tentativi di innescare uno "snapback" di tutte le sanzioni delle Nazioni Unite contro il paese, sostenendo che Washington non è più parte del JCPOA.
Kahani, raffinato esperto di Geopolitica, aveva previsto tutto questo.
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