sabato 11 giugno 2011

La Jihad Islamica cattura una "talpa" del Mossad nella Striscia di Gaza e la consegna alle forze di Hamas!


Il Movimento per la Jihad Islamica in Palestina ha annunciato poche ore fa di avere catturato una spia collaborazionista nel sud della Striscia di Gaza e di averla prontamente consegnata alle forze di sicurezza di Hamas, in quanto legali tutrici dell'ordine nell'enclave assediata da Israele. L'agente israeliano sarebbe corresponsabile dell'omicidio di ben sedici membri delle forze di resistenza palestinesi, le cui identità e i cui spostamenti il traditore avrebbe puntualmente comunicato agli assassini sionisti.

L'agenzia di stampa cinese Xinhua ha confermato i comunicati della Jihad Islamica secondo i quali l'identificazione della 'talpa' avrebbe impegnato per mesi i migliori esperti di controspionaggio di Gaza. Sempre da fonte cinese arriva la notizia che, mentre gli israeliani perdevano una delle loro pedine principali a Gaza la loro macchina repressiva metteva a segno il rapimento di altri sette membri o simpatizzanti della Resistenza in Cisgiordania, dove, dopo la sigla del protocollo cairota di riconciliazione tra Hamas e Fatah la fazione di Mahmud Abbas ha interrotto le sue retate.

In mano agli israeliani i prigionieri palestinesi subiscono sistematicamente abusi e torture, pienamente appoggiati e legalizzate nel regime sionista, che con sfacciataggine spudorata le chiama "moderate pressioni fisiche".

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Truppe sioniste rapiscono ex-ministro di Hamas, ovviamente senza formulare alcuna accusa!


Truppe del regime di occupazione sionista hanno rapito ieri all'alba l'ex Ministro degli Affari dei Prigionieri Wasfi Qabaha, rappresentante di Hamas, residente della città cisgiordana di Jenin.

Um Usama, moglie di Qabaha, ha riferito all'agenzia stampa "Palestine Information Center" che un grande numero di truppe israeliane ha circondato la loro casa, nella parte occidentale di Jenin facendo poi irruzione nell'appartamento; mentre alcuni soldati distruggevano e saccheggiavano la casa uno degli invasori avrebbe immobilizzato l'uomo portandolo via.

Qabaha, cinquantenne, ha passato dodici anni della sua vita in carcere per la sua determinazione a lottare contro gli abusi israeliani, ovviamente la maggior parte delle volte é stato detenuto in regime di 'prigionia amministrativa' visto che era impossibile elevargli contro una qualsivoglia accusa penale. L'ultima volta é rimasto in carcere tre anni, venendo rilasciato ad aprile 2010, di nuovo senza nessuna accusa ufficiale.

Da quanto Fatah si é riconciliata con Hamas, interrompendo le sue politiche persecutorie contro aderenti e simpatizzanti del Movimento musulmano di Resistenza (largamente maggioritario nella popolazione cisgiordana), Israele, privato dei suoi 'ascari' di Ramallah, ha dovuto intensificare le sue politiche persecutorie, che comunque non aveva interrotto nemmeno negli anni della spaccatura.
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I Palestinesi di Gerusalemme difendono la Moschea di Al-Aqsa dagli attacchi israeliani, mettendo in fuga l'esercito sionista a colpi di...scarpe!


Truppe del regime di occupazione sionista hanno cercato due volte di attaccare la spianata della Moschea di Al-Aqsa nel giorno di preghiera del venerdì ma sono state respinte entrambe le volte dalla determinata reazione dei fedeli palestinesi, che di fronte alle cariche dei soldati armati di gas urticanti, granate assordanti e proiettili di plastica con anima in acciaio sono ricorsi persino a lanciare loro contro le proprie scarpe, lasciate al di fuori della moschea.

Secondo il racconto degli eventi della Fondazione Al-Aqsa il primo assalto sionista é stato tentato dal cancello di Magharba ed é stato respinto quasi subito dai fedeli presenti; il giornalista palestinese Rasem Abdel Wahid ha confermato questa versione aggiungendo che, mentre sostenevano le ripetute cariche dei soldati israeliani, i Palestinesi presenti cantavano: "Con il nostro sangue e le nostre anime ti difenderemo, o Aqsa". La moschea di Al-Aqsa, detta anche "Il Nobile Santuario" è il terzo luogo sacro dell'Islam dopo La Mecca e Medina.

L'attacco quindi é stato ripetuto, questa volta dai cancelli di Mgharba e Silsila contemporaneamente, nella speranza di forzare la resistenza dei fedeli con una manovra a tenaglia, ma anche questa astuzia si é presto rivelata inutile di fronte allo zelo e alla determinazione degli abitanti di Gerusalemme, che hanno messo in fuga gli invasori sionisti da entrambe le entrate. Gli attaccanti hanno rapito tre Palestinesi, portandoli al centro di detenzione di Maskoubyia. L'attacco di ieri non é che l'ennesima provocazione da parte del regime ebraico, che non fa mistero di volere attaccare e demolire la Moschea nel quadro delle sue deliranti politiche di giudaizzazione forzata di Gerusalemme.
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venerdì 10 giugno 2011

Khaldoun As-Sharif: "L'ottimismo é giustificato, gli ostacoli sono stati quasi tutti superati e il Governo Mikati é pronto a nascere!"

Il politico libanese Khaldoun As-Sharif ha recentemente dichiarato che l'ottimismo ha iniziato a rischiarare la scena politica del Paese dei Cedri nelle ultime ore e che é ormai praticamente certo che il lento, lungo e faticoso "travaglio" per distribuire quote, portafogli, sottosegretariati e ministeri alla coalizione progressista che alcuni mesi addietro é riuscita a ribaltare gli equilibri parlamentari mettendo in minoranza Saad Hariri e i suoi alleati falangisti e filoamericani sia finalmente concluso e che "letteralmente da un momento all'altro" potrebbe venire presentato il nuovo Esecutivo guidato da Najib Mikati.



In una intervista esclusiva con l'emittente di Hezbollah "Al-Manar" Sharif ha confermato le voci recentemente circolare secondo le quali lo strategico portafoglio delle comunicazioni dovrebbe rimanere al Libero Movimento Patriottico dell'ex Generale Michel Aoun, destinato a svolgere un ruolo centrale nel nuovo esecutivo visto che ha ricevuto in dote otto portafogli e due ministeri, come emerso dopo l'incontro di mercoledì tra Nabih Berri, il Premier designato Najib Miqati, Mohammed Raad di Hezbollah, Walid Jumblatt del PSP, Suleiman Frangiieh del Movimento Marada, Assaad Hardan dell'SSNP e Talal Arslan del Partito Democratico Libanese.

A proposito di quest'ultimo (sopra), che alcuni 'bene informati' davano piuttosto scontento degli ultimi sviluppi per la posizione sacrificata in cui si sarebbe venuto a trovare il suo movimento, Sharif ha sottolineato che "é pieno diritto dell'onorevole Arslan fare richieste qualora alcune delle aspirazioni sue o dei suoi uomini non siano state tenute in piena considerazione" sembra dunque che qualunque sacrificio e/o rinuncia richiesto all'LDP per la creazione di un esecutivo stabile sarà compensato in una maniera o nell'altra. Sharif ha poi aggiunto che l'estrema lentezza nel processo di formazione del Governo é stata anche dovuta allo scrupolo con cui Mikati e la coalizione di maggioranza si sono accostati al compito, aspettando sempre di aver pienamente risolto un nodo o una questione prima di procedere oltre, in modo da essere certi di non dovervi tornare una seconda volta.

Il politico settentrionale si é quindi detto sicuro che un Governo nato da un processo tanto scrupoloso si dimostrerà molto più solido, alla lunga, di uno partorito con un processo più rapido ma meno meticoloso oppure guidato da un Primo Ministro più schierato e 'partigiano' di Mikati (foto sopra), che offre invece le più ampie garanzie siguardo alla lungimiranza e all'equanimità delle sue politiche e delle sue scelte.
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In Tunisia elezioni spostate da luglio a ottobre, i religiosi dell'En-Nahda brontolano ma abbozzano


La Tunisia ha rimandato la data delle prime elezioni democratiche dalla cacciata dell'autocrate Zine el-Abidine Ben Ali, inizialmente indicata per il 24 luglio 2011; la commissione elettorale, dopo aver preso in considerazione diversi aspetti della questione ha raccomandato al Presidente del Consiglio ad interim Beji Caid Essebsi lo spostamento all'autunno e questi ha agito di conseguenza, indicando il 23 ottobre come data di chiamata alle urne dei cittadini. L'annuncio ufficiale é stato dato a un meeting dei rappresentanti di tutti i partiti politici, integrati da rappresentanti delle regioni e della società civile.

L'elezione di una assemblea costituente é stata posposta a causa della necessità di prendere ogni precauzione per assicurare un voto 'credibile e trasparente', ha interloquito Essebsi, aggiungendo: "Ovviamente ci sono stati partiti in disaccordo, e persino parti del Governo di transizione che non erano d'accordo, ma, in considerazione dell'importanza di dare al mondo una prova di democrazia equilibrata e trasparente in ultimo il consiglio di posporre il voto ad ottobre ha prevalso su ogni obiezione: l'unica alternativa, quella cioé di dissolvere la commissione elettorale e affidarsi a elezioni organizzate dal solo Ministero degli Interni rischia di farci tornare direttamente agli usi e alle procedure dei tempi di Ben Ali".

La decisione di Essebsi ha incontrato il favore entusiasta dei piccoli partiti e dei gruppi minori, bisognosi di tutto il tempo possibile per cercare di organizzarsi al meglio; molto più fredda, ovviamente, la reazione del partito di ispirazione musulmana En-nahda, largamente maggioritario nell'opinione pubblica, che preferiva un responso delle urne il più pronto possibile. Comunque, rimarcando l'importanza fondamentale delle condizioni di trasparenza e sicurezza, anche i rappresentanti del movimento religioso hanno accettato la decisione del Premier.
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Anche in Azerbaijan detronizzano Mubarak, questa volta solo in effige!


Le autorità azere hanno rapidamente rimosso un controverso monumento che dal 2007 effigiava l'ex dittatore egiziano Hosni Mubarak al centro del "Parco dell'Amicizia azero-egiziana" nella cittadina di Khyrdalan, a pochi chilometri dalla capitale Baku. Mubarak era riprodotto in effige bronzea, seduto in poltrona, circondato da tre ripoduzioni delle piramidi di Cheope, Chefren e Mykerinos mentre alla sua consorte Suzanne era stata intitolata una scuola poco distante.


Adesso l'istituto scolastico é stato ribattezzato 'Scuola egiziana', mentre il Mubarak di bronzo é stato rimosso e sostituito da una riproduzione piuttosto approssimativa di uno scriba egizio con il rotolo di papiro disteso tra le gambe conserte; dal piedistallo di arenaria il nome dell'ex-"Faraone" é stato scalpellato via, a testimonianza della fretta con cui l'operazione é stata portata a termine.

Alcuni residenti di Khyrdalan asseriscono, a telecamere spente, che il Governo del Presidente Aliyev temeva che il monumento diventasse un punto di attrazione per i manifestanti che negli ultimi mesi stanno contestando il suo potere, sulla scorta delle rivolte popolari che da gennaio scuotono il vicino Medio Oriente. Il dignitario locale Fikrat Orujov, da parte sua, glissa sostenendo semplicemente che la statua é stata rimossa per riflettere il cambio di leadership al Cairo.
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giovedì 9 giugno 2011

Il likudnik razzista Yariv Levin vorrebbe impedire ad Haneen Zoabi di prendere parte alla 'Freedom Flotilla 2'

Yariv Levin, a guardarlo, non metterebbe nemmeno paura: mingherlino e occhialuto, con le spalle cascanti e gli arti disertati dai muscoli che si ritrova sembra il classico individuo che abbia bisogno di ancorarsi a qualcosa appena inizia a spirare un alito di vento, per evitare di venir trascinato chissà dove. Eppure, come tanti altri 'mingherlini' (ad esempio Heinrich Himmler) anche Levin ha cercato nelle politiche estremiste e nel razzismo più becero di esternare quella violenza che non é in grado di esercitare fisicamente. Parlamentare del Likud, ha recentemente cercato di far passare in aula una mozione per "proibire ad Haneen Zoabi di lasciare il paese e partecipare alla spedizione della Freedom Flotilla 2".

La tenace e combattiva parlamentare del Balad, ovviamente, ha replicato con la calma fermezza che le é propria: "Il signor Levin non decide dei miei movimenti, né io attendo il benestare suo o della Knesset per portare avanti le mie scelte e le mie battaglie politiche; ovviamente il prossimo passo del signor Levin vorrebbe essere quello di consegnarmi una lista dettagliata di cosa possa o non possa fare e probabilmente anche pensare, sostenere o contestare. Purtroppo per lui e per tutti coloro che la pensano come lui tali 'inviti' saranno da me sempre respinti al mittente".

La Zoabi ha approfittato dell'occasione per dimostrare per l'ennesima volta come "In Parlamento e nella società civile -che é quella che elegge il Parlamento inviandovi elementi del calibro del mingherlino in questione NdR- Israele é sempre più preda di impulsi razzisti e autoritari, ormai le regole del gioco politico sono dettate da una cerchia di politicanti razzisti che pretendono di proiettare le loro ubbie a tutti i livelli". In questo scenario, ha concluso la Zoabi bisogna fare quadrato attorno a ogni posizione etica, umanitaria e nazionale: lottando contro la confisca di terre e immobili palestinesi, per il riconoscimento e l'affermazione dell'identità nazionale palestinese, per far cessare quanto prima il regime dell'occupazione e dell'apartheid.
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Liberato Ayed Dodin: ha passato 14 anni nelle prigioni israeliane, quasi sempre senza alcuna accusa!


Ayed Dodin, il 45enne palestinese abitante del villaggio di Dora vicino ad Al-Khalil, soprannoninato "Il Veterano della Detenzione Amministrativa" é stato rilasciato oggi dopo oltre 54 mesi di prigionia nel carcere del Negev; la lieta notizia é stata riportata proprio in queste ore dal Centro Studi Ahrar sui Prigionieri Palestinesi tramite il suo Direttore, Fouad al-Khafsh

Ayed Dodin ha passato oltre 14 anni della sua vita nelle carceri israeliane. Il suo crimine? Non andatelo a chiedere ai suoi carcerieri, giacché nemmeno loro lo sanno, altrimenti avrebbero formulato qualche accusa nei suoi confronti, invece Dodin é stato tenuto in cella ai sensi della "detenzione amministrativa", l'aborto giuridico, inaccettabile ai sensi di qualunque ordinamento di Diritto, secondo la quale alle autorità sioniste é praticamente data la libertà di mettere in carcere ogni Palestinese esse desiderino purché abbiano "la certezza che costituisca un pericolo alla sicurezza della regione".

Il rappresentante legale di Dodin ha combattuto con la corte israeliana insistendo che questa non aveva il diritto di pretendere che egli 'lasciasse la zona di Al-Khalil' come precondizione al suo rilascio. L'occupazione sionista cerca di espellere ed esiliare le figure rappresentative delle comunità palestinesi nel tentativo di implementare una pulizia etnica col contagocce. Insieme a Dodin altri 200 cittadini palestinesi sono sottoposti alla "Detenzione amministrativa"; Al-Khafsh si é espresso affinché non solo le ONG che si occupano dei Diritti Umani, ma tutti i settori delle opinioni pubbliche regionali e internazionali si mobilitino chiedendo allo Stato ebraico di rientrare nella legalità abolendo l'odioso e iniquo istituto giuridico.

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Mushir al-Masri: "I martiri di domenica annunciano che la lotta per la liberazione della Palestina é entrata in una nuova fase!"

Mushir al-Masri, capo della delegazione dei parlamentari di Hamas al Consiglio legislativo palestinese ha dichiarato che il sangue sparso dalle codarde truppe israeliane che la scorsa domenica non hanno esitato ad aprire il fuoco contro i Palestinesi disarmati che cercavano di raggiungere il confine con le Alture del Golan illegalmente occupate da 44 anni segna l'inizio di una nuova fase di lotta che porterà, in ultimo, alla distruzione del regime di occupazione e alla liberazione dell'intera Palestina.

Il messaggio é stato diffuso durante un raduno di commemorazione in onore dei 25 caduti della scorsa domenica, che hanno bagnato la terra del Golan col proprio sangue; "Questi martiri", ha articolato Al-Masri "segnalano l'inizio di una nuova fase, in cui il nostro popolo é disposto a lanciarsi contro le armi dell'occupante stringendo nelle sue mani solo e soltanto la verità, che é sempre e comunque l'arma più potente di tutte; i giovani palestinesi hanno recepito i messaggi e le memorie dei loro padri e dei loro nonni, sono pronti anche a morire per garantire ai loro fratelli il Diritto al Ritorno, che non può essere evitato, dimenticato o cancellato, può solo essere onorato!".

Nel frattempo dal Regime dell'Apartheid viene l'assurda e ridicola agenzia secondo la quale Lia Shem Tov, deputata del partito razzista di Avigdor Lieberman avrebbe e invitato le forze militari dell'occupazione sionista a usare nuovi tipi di agenti chimici contro i manifestanti palestinesi, giacché, secondo le bizzarre idee di questa parlamentare (evidentemente una sostenitrice del Lamarckismo lysenkoista) "I Palestinesi si devono essere abituati al gas lacrimogeno normalmente usato dalle nostre truppe, per cui non gli fa più effetto". Una nazione che elegga al consesso parlamentare persone in grado di rimanere serie mentre pronunciano idiozie così immense è veramente sull'orlo della rovina.
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L'Egitto nega di aver ripreso le forniture di metano a Israele, annuncia aumenti di prezzo quando riprenderà il pompaggio


Il Ministero degli Idrocarburi egiziano ha negato recisamente le voci diffusesi tra i rappresentanti dei media secondo le quali negli ultimi giorni sarebbe ripreso il pompaggio di gas verso Israele attraverso la rete metanifera del Sinai. Le stazioni di pompaggio che portavano il gas verso Ashkelon sono state sabotate più volte negli ultimi mesi, fino a quando la fornitura di metano allo Stato ebraico non é stata completamente interrotta.

Grazie alle pressioni politicamente motivate del dittatore Hosni Mubarak Israele riceveva il 40 per cento del suo fabbisogno di gas a prezzi ridicolmente più bassi di quelli di mercato. Dopo la sua cacciata, tuttavia, il Governo transitorio egiziano ha annunciato più volte che, una volta riparati i danni al metanodotto, bisognerà aprire un round di trattative con Israele per concordare prezzi di vendita più rispondenti alla realtà. Il Premier sionista Netanyahu ha già annunciato che non accetterà aumenti di prezzo. I cittadini egiziani, dal canto loro, vorrebbero che la fornitura di metano a Israele sia definitivamente interrotta.

L'Egitto potrebbe benissimo vendere il suo metano ad altri acquirenti internazionali disposti a pagare prezzi di mercato e in grado di prelevarlo con navi-cisterna LNG, oppure impiegarlo come combustibile nella sua rete di centrali elettriche turbogas, che conta 15 impianti in tutto il paese, di potenza variabile tra i 20 (Ismailyia) e i 650 MW (Sidi Kerir).
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mercoledì 8 giugno 2011

Quanto sono gravi le condizioni di salute del dittatore yemenita ricoverato a Ryiadh??


Vi sono versioni contrastanti riguardo allo stato di salute dell'ormai ex-padre padrone dello Yemen, il dittatore Abdullah Saleh che, salito al potere nello Yemen del Nord nel 1978 per tutelare gli interessi di Stati Uniti e Israele ha poi unificato il paese con lo Yemen del Sud dopo una guerra dichiarata di sorpresa durante quelle che dovevano essere trattative diplomatiche per la pacifica riunificazione dell'antica "Arabia Felix" e dagli anni '90 ha regnato come un monarca assoluto coprendo i propri eccessi come "operazioni antiterrorismo" e dipingendo a un Occidente ipocrita e ignorante ogni tribù di resistenti e ogni dissidente politico come "agenti di Al-Qaeda" (una sciocchezza visto che molti del clan refrattari all'autorità di Sanaa sono sciiti, ad esempio).


Trasferito d'urgenza in Arabia Saudita domenica per "trattamenti sanitari" dopo che una salva di bombe di mortaio e razzi aveva raggiunto l'ala del palazzo presidenziale in cui si trovava con alcune guardie del corpo Saleh, secondo notizie filtrate ieri notte, avrebbe riportato ustioni di secondo e terzo grado sul 40 per cento del corpo, avrebbe avuto metà faccia 'carbonizzata' e ricevuto ferite da schegge quando una boisserie si sarebbe disintegrata esplodendo a pochi passi da lui.

Tuttavia, secondo un contro-comunicato emesso dal Vice-presidente Abdrabuh Mansur, Saleh sarebbe stato operato per la rimozione di una scheggia di legno vicino al cuore e per la riduzione di alcune bruciature sul viso e sullo scalpo e sarebbe a Ryiadh in attesa di un secondo intervento alla faccia, "di natura puramente cosmetica", il leader yemenita sarebbe lucido e cosciente e chiederebbe di continuo aggiornamenti sulla situazione a Sanaa e in altre località del paese.

Certo, una scheggia di legno che penetri fino al cuore di un uomo non sarà arrivata fin lì da sola e, se Saleh ha bisogno di ricorrere alla chirurgia estetica certo le bruciature sul suo viso, non saranno tali da 'carbonizzarlo', ma di certo abbastanza gravi da sfigurarlo.
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Teppisti ebrei incendiano moschea ad Al-Mughayyir, distruggono frumento e viti a Beit Ummar e Halhul!


Ancora campagne di vandalismi e distruzione da parte dei violenti miliziani ebrei che formano l'avanguardia delle politiche di annessione e giudaizzazione del Governo israeliano verso la Palestina occupata, in contrasto con tutte le norme del Diritto internazionale che proibiscono esplicitamente l'annessione unilaterale di territorio occupato militarmente. Durante la giornata di ieri coloni ebrei dell'insediamento illegale di Alei Ayin si sono resi responsabili della distruzione di una moschea presso il villaggio di Al-Mughayyir, vicino a Ramallah, compromettendo l'intera struttura.

Penetrati nel villaggio alle tre di mattina sotto scorta di una squadra di militari sionisti, che hanno assistito all'intero episodio armi alla mano, per assicurarsi che nessuno intervenisse a cacciare i fondamentalisti o a estinguere il fuoco, i coloni hanno dapprima vergato graffiti insultanti e blasfemi sulle mura dell'edificio sacro, per poi appiccargli fuoco. Il Ministero degli Affari Religiosi di Gaza, informato dell'accaduto lo ha classificato come "Una flagrante violazione delle norme internazionali sul mutuo rispetto degli edifici religiosi".

Nel frattempo altri coloni ebrei dell'insediamento di Karmi Tzur costruito su terra palestinese tra i villaggi di Halhul e Beit Ummar, nei pressi della cittadina di Al-Khalil, hanno appiccato il fuoco a campi di grano e vigneti da contadini palestinesi. Quando i proprietari si sono resi conto di quel che stava accadendo alle loro colture i coloni hanno aperto il fuoco con armi automatiche (consegnate loro e pagate col denaro del Governo israeliano) per impedire loro di intervenire. Gli iincidenti dimostrano la drammatica incapacità delle cosiddette 'forze di sicurezza cisgiordane' di proteggere adeguatamente i cittadini palestinesi della West Bank, tenuti letteralmente in ostaggio dai violenti e fanatici coloni ebrei e dalle truppe dell'occupazione sionista schierate a spalleggiarli e difenderli.
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martedì 7 giugno 2011

Sommergibili iraniani in missione per la prima volta nel Mar Rosso!


Un numero non confermato di sommergibili dell'IRIN, la Marina da Guerra della Repubblica islamica ha raggiunto in questi giorni le acque internazionali del Golfo di Aden e del Mar Rosso, spingendosi per la prima volta in missione operativa oltre il Bab el Mandeb, entrando in un nuovo teatro operativo per la flotta sottomarina di Teheran. La mossa, oltre a essere resa necessaria dai recenti impegni anti-pirateria della Marina di Teheran (i sommergibili agiscono infatti di concerto con le unità della Quattordicesima Flottiglia, ancora pochi giorni fa impegnate nel salvataggio di una portacontainer da incursori somali armati) dimostra anche la crescente confidenza degli ufficiali iraniani con il teatro dell'Oceano Indiano occidentale, ricco di snodi critici per i commerci marittimi internazionali.

Attualmente l'Iran ha operativi tre sommergibili classe 'Kilo' (con altri tre in fase di arrivo) e due diverse classi di 'sottomarini tascabili': i 'Ghadir' (da 120 tonnellate e 18 uomini di equipaggio) di cui sono operativi 11 esemplari, e il 'Nahang', da quattrocento tonnellate ottimizzato per la posa di mine; inoltre tecnici e ingegneri iraniani stanno lavorando febbrilmente al progetto del 'Qaeem', un sommergibile medio da 1000 tonnellate. Come detto in apertura non é noto quante o quali siano le unità uscite nel Golfo di Aden, ma é probabile che la flottiglia comprenda almeno un Kilo e alcuni Ghadir (il Nahang viste le sue caratteristiche é meno adatto al mare aperto).

Il potenziamento delle unità sottomarine dell'IRIN é reso necessario dalla minaccia nucleare israeliana: lo stato-canaglia di Tel Aviv infatti dispone (grazie ai tre miliardi di dollari che riceve annualmente da Washington come 'aiuto al Terzo Mondo') di tre sottomarini in grado di lanciare armi nucleari, che detiene illegalmente in barba a qualunque trattato di Non-proliferazione o controllo della comunità internazionale.
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Nasrallah loda la leadership di Khamenei a una conferenza su Modernismo e Islam sciita!"


Nel suo discorso a Beirut per la sessione inaugurale della "Conferenza internazionale sul Modernismo e l'Ijtihad nella visione religiosa dell'Imam Sayyed Ali Khamenei", tenutasi al prestigioso Marriott Hotel della capitale libanese il leader di Hezbollah ha dichiarato che la leadership iraniana incarnata dall'attuale Guida Suprema ha raccolto una copiosa messe di successi nel contrastare e frustrare i disegni sionisti e americani di colonizzazione della regione e di sottomissione del mondo islamico e musulmano.

Nasrallah ha più volte elogiato l'arguzia e l'intelligenza della politica estera iraniana nei confronti delle corrotte e ipocrite potenze occidentali che amano presentarsi come 'paladine dei diritti umani' quando fa loro comodo, salvo poi allearsi e sostenere i peggiori regimi repressivi della Storia: ieri con lo Shah Palhevi, con Saddam Hussein, con i dittatori asiatici -Marcos, Diem, Chang Kai-Shek- e sudamericani -Somoza, Pinochet, Videla-, oggi con i monarchi sauditi e del Barhein, con Abdullah Saleh, con Mubarak.

I successi diplomatici dell'Iran, che vanta trattati e patti di cooperazione e alleanza con la Siria, la Turchia, il Libano, il Venezuela e ne sta per siglare e allacciare ancora di nuovi rivela il patetico fallimento delle manovre sioniste e americane per "isolare" la Repubblica Islamica, così come sta rapidamente sfaldandosi la minaccia costituita ai confini occidentali e orientali della Persia delle basi Usa e Nato in Irak e Afghanistan, sul punto di venire smantellate le prime (anche sotto la minaccia di una insurrezione 'promessa' dal chierico sciita Moqtada al-Sadr se il Governo non farà rispettare gli accordi del 2008), le seconde sempre più da presso assediata dall'eroica resistenza popolare dei combattenti Mujaheedeen.
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Il Mondo deve mettere fine alla sanguinosa arroganza di Israele, regime fuori da ogni legalità internazionale, il solo vero "rogue state" al mondo!


"La Comunità internazionale manca della volontà politica per far rispettare allo Stato fuorilegge sionista le più basilari norme di Diritto internazionale, figuriamoci quante possibilità ci siano che essa si mobiliti a sostegno della lotta palestinese contro l'occupazione illegale". Questo, a grandi linee, é il riassunto delle considerazioni degli esperti interrogati dall'emittente iraniana in lingua inglese PressTV all'indomani della nuova strage perpetrata dai militari dello Stato ebraico contro i profughi palestinesi che dimostravano al confine tra Siria e Israele in occasione del 'Yawm al-Naksa'.

Munir Nuseibah, studioso di Diritto internazionale di Londra ha dichiarato: "Non si vedono segnali o indicazioni che alcuno Stato o gruppo di Stati voglia intraprendere un'azione coerente per implementare le decisioni e le risoluzioni ONU in merito alla Questione palestinese, che comprenderebbero l'obbligo israeliano al ritiro dai territori occupati nel 1967 e il Ritorno dei rifugiati del 1948, del 1967 e dei loro discendenti".

"Non vi é ambiguità nelle risoluzioni internazionali: nel 2004 la Corte di Giustizia Internazionale dichiarò che il Muro dell'Apartheid costruito da Israele su terra palestinese era illegale e andava demolito e che a tale obiettivo si sarebbero dovuti mobilitare tutti gli Stati firmatari della Quarta Convenzione di Ginevra, ma questo non é successo".
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