mercoledì 1 dicembre 2010
Metano egiziano a prezzi di saldo per Israele: così Mubarak dà una mano a chi strangola Gaza!
Con un comunicato ufficiale tanto rapidamente distribuito quanto difficile a prendersi sul serio la dirigenza della "East Mediterranean Gas", azienda a partecipazione mista israelo-egiziana, si é affrettata a smentire i report diffusi nei giorni scorsi secondo i quali quote addizionali di gas naturale egiziano sarebbero in procinto di venire aggiunte a quelle attualmente esportate verso lo Stato ebraico.
Nel comunicato stampa della compagnia si legge: "Vi sono solide motivazioni politiche, da parte egiziana, sul non incrementare i volumi di traffico con Israele e sul dedicarsi prima di tutto alla crescente domanda da parte del mercato interno nazionale. Il prezzo di vendita del metano egiziano a Israele, inoltre, é consono all'attuale stato dei prezzi nel bacino mediterraneo; i rumors circolati in questi giorni risultano unicamente da tentativi di speculazione borsistica, che si realizzerebbe influenzando il valore dei nostri titoli attraverso la diffusione di voci tendenziose".
Il rilascio del comunicato ha seguito la pubblicazione, sul supplemento economico del quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, della notizia che trattative fra i partecipanti egiziani della compagnia e quelli di Israele per la vendita di due milioni di metri cubi di metano destinati a una centrale elettrica del Negev, oltre che a impianti di raffinazione e fabbriche nell'area del Mar Morto, per un prezzo complessivo di 5 miliardi e 500 milioni di dollari Usa.
A partire dalla primavera del 2010 l'Egitto ha iniziato a vendere metano allo Stato sionista a un costo per Unità termogenica britannica (BTU) che varia fra i 70 centesimi di dollaro e il dollaro e venticinque centesimi; nonostante le assicurazioni dei vertici della EMG, esperti del settore calcolano che il costo della sola produzione del metano sia di poco meno di tre dollari per BTU. Questo accordo, totalmente iniquo e squilibrato a favore di Israele, é solo uno dei mille lacci che tengono la cleptocrazia di Mubarak (recentemente rinforzata dalle elezioni-farsa tenutesi nel week-end) avvinta al carrozzone israelo-americano, con nodi che hanno iniziato a venire stretti nel 1979 e si sono fatti via via più soffocanti e costrittivi.
Israele risparmia ogni anno cinque miliardi di dollari ricorrendo al metano egiziano "scontato", miliardi che può investire nei suoi progetti di pulizia etnica della Palestina, di costruzione di mura e barriere dell'Apartheid, negli armamenti del suo esercito e nella pianificazione di nuove aggressioni militari contro Gaza. Tanto per fare un esempio di un prezzo realmente "consono col mercato": recentemente il Qatar ha chiuso un contratto con la Corea del Sud che prevede un prezzo di oltre dodici dollari (12,10) per BTU.
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Gli ipocriti occidentali, americani in testa, non hanno detto niente per le elezioni truccate dell'Egitto. Per le elezioni regolari dell'Iran invece tentarono di organizzare un colpo di stato.
RispondiEliminaCome commentavamo noi: "Riguardo al concetto di democrazia usano lo stesso criterio che Henry Ford applicava ai colori delle sue auto: 'ogni tinta che vogliate purché sia nero'"
RispondiEliminaMolto interessante, lo girerò a mia figlia che segue studi orientali alla Sapienza. A questo proposito è interessante e sintomatico come questi studi, nel loro complesso, siano fortemente orientati su posizioni non tanto filo-palestinesi ma decisamente antisioniste (e anche antiebraiche tout-court); l'unico scrittore israeliano studiato è Ilan Pappe, sostenitore del genocidio palestinese ad opera degli ebrei, ma che tutto tace delle migliaia di palestinesi uccisi dai Giordani. Ancora: tutti a dire peste e corna del muro tra Ghaza ed Israele ma nessuno che alzi un dito su quello, logica e fisica appendice dell'altro, tra Egitto e Ghaza. Magari al Cairo diranno che è stato eretto per difendersi dagli israeliani...quello che mi fa paura, non è la verità in quanto tale, ma la verità monca, di una sola parte. Perchè se è vero come è vero che Israele è il vincitore militare e quindi economico dei conflitti finora affrontati, lo è altrettanto che la vittoria morale e quindi culturale spetta senz'altro ai palestinesi. E questo, nell'epoca della globalizzazione - anche delle idee - equivale a una vittoria militare. Purtroppo ai Palestinesi manca una classe politica capace di metterla a frutto. Chiaramente sono disponibile a confrontarmi su questi temi. Cordiali saluti, Roberto Reho
RispondiEliminarreho@virgilio.it
Caro anonimo, se avrà la bontà di leggere i nostri articoli passati vedrà che non risparmiamo critiche a quei regimi arabi che si fanno volontari gendarmi imperiali e piccoli mazzieri e kapò dei ghetti creati dal sionismo.
RispondiEliminaLei come molti occidentali disinformati fa l'equazione sionismo = ebraismo ergo antisionist = antisemiti.
NON C'E' NULLA DI PIU' FALSO
Ci sono migliaia, decine e centinaia di migliaia di Ebrei DECENTI E ONESTI che criticano le politiche razziste, segregatorie e militariste di Israele, le diamo qualche ragguaglio internettiano:
http://www.jewsnotzionists.org/
http://www.ijsn.net/home/
http://www.jewsagainstzionism.com/
http://www.nkusa.org/
Ilan Pappe é molto studiato nelle università perché é uno dei pochi accademici israeliani con una dignità e un'onestà morale, si tranqullizzi.
I Palestinesi hanno una classe politica di prim'ordine nel movimento Hamas, che ha il pieno sostegno del popolo di Palestina come dimostrato in maniera lampante dai risultati delle libere e democratiche elezioni del 2006.
"ma che tutto tace delle migliaia di palestinesi uccisi dai Giordani"
RispondiEliminaTutto tace?
Ma chi lo dice?
Ma lei viene qui, su un blog che esiste sì e no da due mesi e inizia a sparar sentenze per dare aria alla dentiera?
Ma se questo blog (che seguo e leggo con piacere) é quasi più duro con i governanti arabi che si prostituiscono ai desiderata dell'Impero USraeliano che con gli USraeliani stessi!
Inoltre, visto che io c'ero e me lo ricordo il Settembre Nero, di rammentarle che é accaduto qualcosa come quattro decadi fa.
Fu un evento orrendo, ma isolato, il genocidio palestinese nello stato ebraico continua ogni giorno imperterrito.
ma scusate tutti quanti ma potreste dire una città dell'egitto che ha una cazzo di centrale turbogas è per la tesina di tecnica
RispondiEliminaliberiamo i nostri fratelli palestinesi!!
RispondiEliminaGuarda, la tua domanda é un po' fuori luogo, però abbiamo affetto nei confronti degli studenti e abbiamo trovato in rete la lista delle 15 Centrali a Turbina a Gas usate in Egitto per produrre elettricità.
RispondiEliminaLa trovi a questo link.
http://www.mbendi.com/a_sndmsg/facility_srch.asp?gloc=L17&ftyp=45
Cairo South (570 MW)
Damanhour (90 MW)
El Max (28 MW)
El Tebbin (91 MW)
Heliopolis (38 MW)
Helwan (97 MW)
Ismailyia (20 MW)
Karmouz 27 (MW)
Mahmoudia (376 MW)
Port Said (44 MW)
Shabab (100 MW)
Sidi Kerir (650 MW)
Siouf (333 MW)
Suez (202 MW)
Wadi Hoff (100 MW)