venerdì 19 novembre 2010
Il razzismo sionista all'opera: arabo accusato di stupro per aver fatto sesso con un'ebrea
Sabir Kushour é un cittadino di Israele, di etnia araba; fa parte di quel venti percento di popolazione dello Stato sionista a cui vengono negati documenti d'identità uguali ai suoi concittadini ebrei, a cui viene negato di prestare servizio nelle forze armate nazionali, a cui, se avesse deciso di sposare una cittadina egiziana o giordana, sarebbe stato impedito di portarla a vivere con sé, per la cui educazione Israele ha speso un ventesimo di quanto spenda in media per gli studenti ebrei e a cui é stata negata ogni possibilità di carriera nei Ministeri dell'Interno, degli Esteri, dell'Istruzione e in altri ancora.
Per tutta la sua vita Sabir Kushour é stato vittima del razzismo e dell'apartheid israeliano, li conosceva bene, li provava sulla sua pelle ma, siamo pronti a scommettere, che persino lui é rimasto scioccato e attonito quando, più di due anni fa, si é sentito accusare di violenza sessuale da una donna ebrea.
L'accusatrice, Kushour non ha avuto problemi ad ammettere, l'aveva incontrata durante una passeggiata a Gerusalemme Ovest (la parte ebraica della città, assegnata allo stato di Israele dalla partizione ONU del 1948) e, dopo venti minuti di chiacchierata, aveva avuto con lui un rapporto sessuale del tutto consensuale e soddisfacente.
In seguito all'incontro amoroso, l'occasionale partner del signor Kushour, nell'apprendere la sua etnicità araba, era andata su tutte le furie e l'aveva accusato di stupro, sporgendo regolare denuncia. In essa é possibile leggere che la signora non si sarebbe mai concessa se non avesse creduto che l'uomo, che le si era presentato col nomignolo di "Dudu" non era un israeliano ebreo, bensì un arabo.
Kushour, difendendosi dall'infondata e preposterosa accusa, ha dichiarato che fin da bambino é stato chiamato "Dudu" e che, nonostante il nomignolo sia tendenzialmente ebraico, non ha mai mentito alla donna sulla sua etnicità, né aveva "impersonato" un ebreo, semplicemente non aveva menzionato di essere arabo non ritenendo importante specificarlo, nella situazione in cui si trovava.
Praticamente é come se una cittadina tedesca (per fare un esempio e mi perdonino i tedeschi) accusasse un italiano di 'stupro' per esserlesi presentato col nomignolo di "Fritz", anche se magari la persona in questione é sempre stata chiamata "Fritz" da amici e parenti.
Il problema é che, mentre in Germania fortunatamente le leggi razziali sono state abolite nel 1945 in Israele stanno venendo implementate e rafforzate ogni giorno di più; in loro forza il signor Kushour ha passato due mesi in cella e, rilasciato, si é visto applicare una cavigliera elettronica che monitorasse tutti i suoi spostamenti, limitati per decreto della corte a uno strettissimo raggio attorno alla sua casa gerosolimitana (nella parte Est della città).
Finalmente, dopo due anni di arresti domiciliari, Kushour é stato affrancato dalla sentinella elettronica in questi giorni; noi vi chiediamo: se le parti fossero state invertite e "Dudu" fosse stato un israeliano ebreo che si fosse passato per arabo per andare a letto con una ragazza palestinese, come sarebbe stata recepita la faccenda? Sarebbe stato accusato di stupro? Sarebbe finito in cella?
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