mercoledì 5 gennaio 2011
A Gerusalemme la giudaizzazione forzata non conosce soste: abbattuta la prima casa palestinese del 2011!
I bulldozer israeliani hanno demolito una casa palestinese a nord della zona di Shaik Jarrah, a Gerusalemme Est; é stata la prima demolizione del 2011, l'ennesima da quando i prianificatori sionisti della "pulizia etnica" hanno deciso di giudaizzare a forza la Città Santa. Dotata di una sua storia millenaria, sacra per le tre grandi religioni abramiche, Gerusalemme era stata divisa dall'ONU tra la parte ovest israeliana e la parte est palestinese, quest'ultima venne annessa dallo Stato sionista in seguito all'aggressione a tradimento del 1967.
Per la loro prima demolizione dell'anno le forze di occupazione israeliane hanno fatto una vera e propria passerella d'onore, presentandosi in forte numero e con grande dovizia di mezzi per circondare e tenere sotto controllo la famiglia Siyam, legittima proprietaria dello stabile, mentre questo veniva distrutto.
Il capofamiglia ha detto ai media che la demolizione segna la conclusione di una battaglia legale durata quasi sette anni con la burocrazia sionista. I permessi edilizi infatti vengono volutamente rilasciati con molta difficoltà e per scadenze brevissime; quando attorno al 2004 il signor Siyam non riuscì a rinnovare il proprio capì che Israele aveva messo gli occhi sulla sua casa e intendeva distruggerla.
Ridotti allo stato di senzatetto i Siyam saranno probabilmente costretti a lasciare Gerusalemme e a doversi trasferire nei Bantustan dove Israele ha intenzione di rinchiudere i palestinesi: baraccopoli fatiscenti prive dei servizi più essenziali (elettricità, fognature, acqua corrente, gas metano, strutture scolastiche), previamente circondati da recinti e barriere in maniera da impedire la loro crescita, collocati nelle zone più isolate e disagiate della Cisgiordania, di cui lo Stato ebraico si sta peritando di rubare e occupare illegalmente le zone più fertili e produttive tramite l'erezione dell'infame "Muro dell'Apartheid" e di altre barriere che spezzettano e sfilacciano il tessuto sociale, economico e abitativo delle terre palestinesi.
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