martedì 25 gennaio 2011
Saad Hariri scatena i suoi teppisti: scontri e danni nelle strade di Beirut
Come molti altri politicanti da quattro soldi Saad Hariri, capo della debole e screditata coalizione di forrze filo-americane e filo-israeliane (l'alleanza 14 marzo) non ha saputo trovare di meglio che scatenare nella serata di ieri i suoi sostenitori per le strade di Beirut e Tripoli siriaca per simulare, con i roghi e il vandalismo, una forza che né lui né i suoi alleati (almeno, quelli rimastigli dopo la defenzione del Partito Socialista Progressista di Waleed Jumblatt) sanno di poter esercitare in Parlamento.
In un paese che ha passato 15 anni di guerra civile come il Libano il ricordo alla violenza di piazza é un atto ancor più grave di quanto potrebbe venire considerato in un altro paese mediorientale e, forse seguendo il consiglio di qualche suggeritore più cauto e accorto, nella mattinata odierna, l'ex Primo Ministro libanese attualmente a capo di un Governo d'interim politicamente all'angolo ha dichiarato che le distruttive dimostrazioni "non sono state ordinate da lui", ripetendo tuttavia che lui e i suoi alleati si rifiuteranno di prendere parte a qualunque Esecutivo guidato da Najib Mikati.
Tuttavia la sdegnosa dichiarazione e la minaccia di nuove violenze non tolgono il fatto che Mikati non avrebbe alcun bisogno del sostegno di Hariri e compagni per vedere un suo possibile esecutivo benedetto dalla maggioranza parlamentare e che, portando la minaccia di violenza alle estreme conseguenze Hariri si dimostrerebbe non solo avventato, ma anche improvvido, visto che poco più di due anni fa, quando i partiti di centro destra tentarono il colpo di mano contro la struttura di telecomunicazioni di Hezbollah, vennero rapidamente e completamente sgominati; solo i Drusi del PSP, all'epoca, diedero un po' di filo da torcere ai sostenitori dell'alleanza 8 marzo, rinserrandosi nella loro tradizionale roccaforte dello Chouf, e, da allora, le loro posizioni si sono via via alienate da quelle del fronte sunnita/maronita di centrodestra.
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