martedì 25 gennaio 2011
Amayreh: "Se i documenti rivelati da Al-Jazeera non verranno smentiti allora Abbas e i dirigenti di Fatah sono tutti dei traditori"
Se le incredibili rivelazioni fatte domenica sera sugli schermi della tv satellitare Al-Jazeera sulla piaggieria e il servilismo dei dirigenti di Fatah coinvolti nei "negoziati" con lo Stato sionista dovessero risultare veritiere e confermate (e non sembra che nessuno, in oltre 24 ore, si sia fatto avanti per confutarle e/o smentirle), la naturale e logica conclusione dovrebbe essere quella di definire chiunque sia stato coinvolto in quegli episodi di abietto collaborazionismo come nient'altro che un traditore.
Un traditore della Palestina, della sua causa nazionale, del suo popolo, dei suoi martiri e dei prigionieri che languono nelle celle delle galere sioniste, sottoposti a crudeltà fisiche e mentali.
Al-Jazeera ha dichiarato di avere ottenuto tra i 1600 e i 1700 documenti, per la maggior parte minute di incontri fra funzionari di Fatah, esponenti sionisti e "mediatori" americani. Secondo questi documenti i 'negoziatori' palestinesi avrebbero proposto a Israele di mantenere il controllo di tutti gli insediamenti ebraici illegali costruiti sulla terra palestinese rubata e occupata tramite gli sfratti, le demolizioni, gli espropri irregolari, compiuti in spregio alle risoluzioni ONU che assegnano la parte orientale della Città Santa come capitale del costruendo Stato palestinese.
Fatah avrebbe accettato entusiasticamente il ruolo di "subappaltatore" delle persecuzioni e torture sioniste contro i militanti della Resistenza, compito che ha già iniziato a svolgere, come testimoniano le incarcerazioni illegali di simpatizzanti e militanti di Hamas dal 2007 a oggi. Al-Jazeera, ansiosa di capitalizzare l'attenzione e lo scandalo suscitato dalle sue rivelazioni, ha annunciato per i prossimi giorni altri 'scoop' riguardanti il Diritto al Ritorno e la 'coordinazione' con le agenzie di intelligence israeliane e occidentali.
Questi documenti espongono in piena luce l'irresponsabilità, la stupidità, la corruzione e l'egoismo del gruppo dirigente di Fatah, avvolto così profondamente nel sogno oppiaceo del "negoziato" da diventare complice volenteroso e carnefice entusiasta dello stesso popolo che ufficialmente proclama di rappresentare, in un caso rivoltante di identificazione col suo stesso persecutore sionista, come quei kapò che, in mezzo alla tragedia dei campi di sterminio, diventavano col passare del tempo sempre più ammiratori delle SS e sempre più insensibili alle sofferenze dei loro compatrioti e correligionari.
Persino se tutti i Palestinesi fossero d'accordo, persino se si tenesse un referendum chiaro, trasparente e democratico in tutta la Cisgiordania e in tutta la Striscia di Gaza e in tutti i campi profughi mediorientali e in tutte le comunità della Diaspora palestinese in tutto il mondo, e persino se tale referendum fosse vinto da Fata al 99,99999999999_%, nemmeno in quel caso Abbas e Qureyah e Erekat e Fayyad avrebbero il diritto di consegnare Al-Quds, Gerusalemme (o 'Yerushalahim', come in un apice di servilismo Erekat riuscì a chiamarla nel corso di una discussione con gli israeliani) allo Stato ebraico.
Nemmeno in quel caso.
Perché Gerusalemme non può appartenere solo a un popolo, solo a una cultura, Gerusalemme é un gioiello sacro per i musulmani e per i cristiani di ogni setta e denominazione e deve essere mantenuta accessibile e integra e fruibile per tutte queste comunità: Israele ha intenzione di giudaizzarla completamente, sventrandone gli antichi quartieri crociati, armeni, musulmani, spianandone gli antichi cimiteri, riempendola di crassi e volgari "parchi di divertimenti" per ignoranti turisti americani; questo processo é già iniziato, ne sentiamo gli annunci, i gerosolimitani arabi (cristiani e musulmani) ne soffrono già le conseguenze.
In ultimo, in una goffa mossa di tentata giustificazione, certi esponenti di Fatah hanno cercato di sostenere di avere sempre condiviso i documenti in questione con gli Egiziani, i Giordani, i Sauditi. Come si usa dire "peggio la toppa del buco", perché ammettere una tale 'condivisione' cancella le ultime differenze che, apparentemente, rimanevano fra un Abu Mazen e un Mubarak, un Re Abdallah o un monarca della Casa di Saud: piccoli principotti e dittatorelli ingrassatisi con la corruzione e la svendita degli interessi nazionali a Stati Uniti, Inghilterra, Israele...chi sceglierebbe mai di farsi rappresentare da gente simile? Nessuno e infatti Mubarak e Re Abdallah fanno molta attenzione a truccare con cura ogni 'elezione' che indicono, i Monarchi di Saud, invece, non si pongono proprio il problema. Che strada sceglierà Abu Mazen? Rimarrà in eterno a occupare abusivamente la poltrona di Presidente dell'ANP senza mai indire nuove elezioni (la sua carica é scaduta esattamente due anni orsono), oppure si farà "incoronare" re? Qualunque strada prenda, essa conduce alla sconfitta e all'umiliazione dei palestinesi.
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