sabato 5 febbraio 2011
A Betlemme sessanta cittadini sfidano gli sbirri di Fatah e manifestano nella Piazza della Natività!
Mentre l'Egitto entrava nella dodicesima giornata di protesta contro l'autocrate Hosni Mubarak e la sua cricca diverse dozzine di Palestinesi a Betlemme trovavano il coraggio di sfidare i diktat e le intimidazioni di Fatah radunandosi in piazza della Natività per dare origine a una marcia che ha avuto come slogan il canto: "Popoli arabi si muovono per cambiare". La protesta, organizzata dall'attivista politico per i Diritti umani Dr. Mazen Qumsiyeh, autore del volume: "Lotta popolare in Palestina" era coordinata con iniziative simili a Ramallah, Gerusalemme e anche Gaza.
I partecipanti, tra le sessanta e le ottanta persone, sventolando bandiere palestinesi ed egiziane, si sono incamminati verso il mercato all'aperto, ma prima di raggiungerlo sono stati fermati dalle 'forze di sicurezza' di Fatah, le stesse che perseguitano i militanti e sostenitori della Resistenza in cooperazione con l'esercito israeliano (come rivelato dai documenti fatti filtrare da Al-Jazeera).
"I detentori del potere vogliono contenere, arginare i movimenti popolari che si stanno diffondendo in tutto il Mondo arabo", ha dichiarato Qumsiyeh, "possono aver fermato questa marcia, ma di certo non potranno fermare le prossime, questa città é la nostra città, questa piazza é la nostra piazza così come é nostro il mercato dove ci stavamo dirigendo; questa volta solo un certo numero di persone ha risposto al nostro appello, ma in futuro saremo molti di più: cosa faranno allora?".
La manifestazione, prima di essere bloccata dalla polizia, stava chiedendo una globale democratizzazione del Mondo arabo, la fine delle autocrazie filo-occidentali e la costituzione di un fronte di Resistenza nazionale anti-sionista e anti-israeliano al canto di "Da Tunisia alla Palestina il Medio Oriente sta cambiando". Un partecipante alla manifestazione ha dichiarato all'intervistatore che sperava in "Un ritorno agli ideali di Nasser e della Rivoluzione dei 'Liberi Ufficiali', e anche nella rescissione degli Accordi di Camp David", aggiungendo: "L'Egitto é un paese-chiave nella lotta contro Israele, senza il suo contributo non sarà possibile liberare la regione".
Giovedì scorso, quando simili manifestazioni in tutta la Cisgiordania vennero affrontate con la violenza dalle 'forze di sicurezza' di Fatah l'associazione Human Rights Watch, per bocca della sua rappresentante per il Medio Oriente e il Nordafrica, Sarah Leah Whiston, rilasciò una nota in cui ricordava a Fatah che reagire con forza sproporzionata ad assembramenti pacifici di dimostranti é il peggior biglietto da visita per la rappresentatività del cosiddetto 'Governo' di Ramallah (in realtà privo di qualunque legittimità democratica, risultando dal tentato Colpo di Stato di Fatah contro il Governo legittimamente eletto nel 2006).
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