Fedele seguace delle teorie comunicative di Adolf Hitler il Presidente sionista Shimon Peres ha pensato bene di mettere in pratica il gioco della "Grande bugia" durante il suo recente incontro con Angela Merkel, per disgrazia d'Europa e dei Tedeschi ancora a capo del Governo della Repubblica Federale. Peres, che in gioventù fu direttamente coinvolto nell'organizzazione della "Aggressione Tripartita" del 1956 contro l'Egitto (al fine di proteggere gli interessi imperialisti e colonialisti contro l'ansia di riforma ed emancipazione sociale del Governo populista di Nasser) ha messo in pratica la tecnica hitleriana assumendo i panni del vate di sventure nei confronti dell'attuale sollevazione popolare che, al Cairo come ad Alessandria come a Suez, chiede la cacciata del tiranno filo-sionista Mubarak e l'instaurazione di un sistema realmente democratico nel Paese delle Piramidi.
La Grande bugia raccontata da Peres riguarda presunti "pericoli islamici" che scaturirebbero, come da un Vaso di Pandora, da una possibile svolta democratica al Cairo; con grande sicumera e una faccia di bronzo colossale Peres ha così declamato: "Il mondo dovrebbe considerare cosa accadde nel 2006, perché quello che accadde in Palestina nello spirito della Democrazia ebbe il risultato di portare Hamas al potere...quando le elezioni vanno nella direzione sbagliata la Democrazia perde valore".
Rappresentazione grafica della consistenza del consenso raccolto da Hamas alle elezioni del 2006, la 'fetta' verde rappresenta i voti conquistati dalla lista del Movimento musulmano. |
Logo della Fratellanza Musulmana |
A Israele non piacciono i leader arabi eletti democraticamente, molto meglio dei calabraghe corrotti e collaborazionisti!! |
A testimonianza che anche in occidente vi sia ancora qualcuno che abbia chiaro il senso e il significato della Democrazia é arrivato a stretto giro il commento di un osservatore inglese che, per nulla persuaso dalle dichiarazioni di Peres nel ruolo di "mercante di paura" (uno Shylock per il mondo post-11 settembre, se volete) ha così sintetizzato: "Stupisce che dal Capo dello Stato che ripete 'ad nauseam' di essere 'l'unica democrazia mediorientale' vengano parole tanto apertamente e rozzamente anti-democratiche, nella stessa natura del processo elettorale é insita l'idea che non tutti possono rimanere soddisfatti dai risultati delle urne, tanto meno in Israele, ma l'elettorato deve accettare i verdetti dei seggi, e similmente dovrebbero saper fare i membri della Comunità internazionale".
Fino a quando in Medio Oriente, come in Europa e in America, rimarranno al potere personaggi come Peres che pensano di poter imporre una 'Democrazia part-time' o peggio ancora cercare di deviarne e 'correggerne' i verdetti ricorrendo ad Ascari prezzolati come fu fatto in Palestina nel 2007, la pace e la stabilità internazionale avranno da fare ancora una lunga strada prima di poter venire raggiunte.
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