venerdì 4 febbraio 2011
A Mubarak non riesce la repressione, il despota del Cairo ha le spalle sempre più al muro!
Secondo i documenti desecretati della CIA (tutta roba normalmente reperibile anche in rete e di sicura e accertata provenienza, senza dover andare a scomodare il biondastro Assange e le sue sospette "perdite") all'agente Kermit Roosevelt servirono appena centomila dollari, sebbene del 1953, per imbastire la più feroce e sanguinosa contro-rivoluzione del Ventesimo secolo, succedeva a Teheran, nello stesso anno della morte di Stalin, per destituire un Capo di Governo legittimamente e democraticamente eletto che (orrore!) aveva in programma di distribuire al suo popolo il ricavato dello sfruttamento delle ricchezze naturali, di cui erano ghiotti acquirenti i paesi 'sviluppati'.
Si sa, non c'é peggior crimine per i parassiti imperialisti e neocolonialisti del voler imporre prezzo equo per le ricchezze del Sud del mondo e usare poi il ricavato per creare scuole, ospedali, previdenza sociale, reti di solidarietà e sviluppo umano, culturale ed economico. I paladini dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo, dell'avidità e della rapina elevate a sistema di vita chiamano tutto questo "comunismo" e, per combatterlo, sono disposti a commettere ogni crimine: ne sono prova gli eventi iraniani del 1953, ma anche quelli cileni di vent'anni dopo, e anche l'embargo a Cuba o i tentativi di Golpe contro Hugo Chavez ed Evo Morales.
Chissà se, riunendosi nel pomeriggio di lunedì scorso, il Generale Mahmoud Wagdy, il Colonnello Omar Afifi, il Segretario dell'NPD Safwat El-Sherif, il Presidente della Camera Fathi Sorour e il Ministro Anas Al-Feky si rendevano conto di essere nient'altro che tante marionette, legate da lunghissimi fili invisibili a burattinai che siedono nei country club e nei consigli d'amministrazione di Washington e di Wall Street, negli Op-center e nelle sale di guerra di Langley, del Pentagono e di Tel Aviv.
Probabilmente no, coloro che si fanno scherani dell'imperialismo neocolonialista a stelle (di davide) e strisce non brillano per perspicacia e consapevolezza, si pensi solo che Shaban Jafari, uno dei capibastone della repressione anti-Mossadegh del 1953, era soprannominato "Shaboon bi Mokh" (Shaban-senza-cervello) e usò i 'trenta denari' ricevuti in ricompensa per aver tradito e venduto il suo popolo per costruire una palestra di lotta libera.
Di non maggiore caratura cerebrale si sono dimostrati i pupazzi incaricati dal faraone Mubarak di disinnescare in qualche modo l'imponente rivolta popolare che ormai da oltre dieci giorni infiamma l'Egitto, se hanno pensato che poche dozzine di bravacci, alcuni ridicolmente messi in sella a dromedari come nella peggiore sarabanda di stereotipi razzisti sul mondo arabo, potessero avere ragione di centinaia e centinaia di migliaia di persone, portate all'esasperazione da più di trent'anni di oppressivo 'regime di emergenza'.
Gli aggressori che sono stati respinti da piazza Tahrir sono stati reclutati fra i dipendenti delle aziende e delle fabbriche di prpoprietà del "Comitato dei Quaranta", l'organo non ufficiale che raduna i più grandi boiardi (Ahmad Ezz, Ibrahim Kamel, Mohamad Abu el-Enein, Magdy Ashour) che tramite le aderenze e le bustarelle hanno costruito immense fortune all'ombra della "vacca che ride", le prigioni che fino a quel momento non erano state teatro di rivolte ed evasioni sono state quindi svuotate degli elementi più violenti e asociali, da ripartire fra i vari gruppi in modo che ciascuna manica di sgherri avesse al suo interno almeno qualche membro uso alla violenza e all'omicidio come modus vivendi.
Ma oggi siamo a sabato, e la gente del Cairo é sempre in piazza, la gazzarra filo-governativa é stata respinta e Mubarak non sa letteralmente più dove sbattere la testa...la via dell'esilio si fa sempre più vicina, sempre più vicina...
Nessun commento:
Posta un commento