Smentendo ogni illusione di chi pensava che con la cacciata del corrotto autocrate Ben Ali e della sua avida consorte, l'ex parrucchiera Trabelsi, la Imelda Marcos araba, si fosse chiuso il sipario sulla sollevazione tunisina iniziata con l'autoimmolazione del giovane fruttivendolo di Sidi Bou Zid, nuovi violenti scontri sono scoppiati in tutto il paese tra le forze di sicurezza (ancora dominate dagli uomini del vecchio regime) e la popolazione in protesta contro il Governo di transizione, che viene visto come eccessiamente conservatore e in ritardo sulle tappe per la definitiva democratizzazione del paese.
A Menzel Bourghiba, a sessantacinque chilometri da Tunisi, la folla inferocita ha dato l'assalto a una caserma di polizia, mettendola letteralmente a ferro e fuoco e lasciando sei ufficiali a terra, fra di essi, quattro sono risultati vittime di ferite che i sanitari descrivono come "critiche". Ancora caserme sotto attacco a Kairouan, nel centro del paese, a Sousse, a 150 chilometri a sud di Tunisi, ad Hammam Ghzez, nella parte oreintale del paese e ad Al Aghba, a Ovest della capitale.
I dimostranti lamentano la pesante presenza di uomini di Ben Ali nel governo di 'transizione' e hanno iniziato il confronto violento con le forze di sicurezza dopo che una manifestazione seguita alle preghiere del venerdì é stata affrontata dalla polizia con cariche e lacrimogeni. Ovviamente sui media occidentali impegnati a costruire balle e panzane sulla Siria non si fa menzione di questi importanti sviluppi che sembrano preludere a un vero e proprio "secondo tempo" della Rivoluzione Tunisina.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.
Nessun commento:
Posta un commento