Si é aperto oggi al Cairo il processo all'ex dittatore Mubarak e ai suoi due figli: il 'delfino' Gamal, che era pronto ad assumere il ruolo del padre entro il 2015 e Alaa, che preferiva sfruttare l'influenza dei familiari per trafficare coi beni del demanio e intascare bustarelle e tangenti.
Accusati di una lunghissima serie di reati che vanno dalla corruzione alla cospirazione alla complicità in omicidio (per via degli 846 dimostranti uccisi tra gennaio e febbraio 2011), rischiano lunghissime pene detentive e, se verrà provato un loro esplicito ordine per l'uso di forza letale contro i manifestanti, persino la pena di morte.
Le foto degli anni scorsi che vedono i "Magnifici Mubarak" vestiti di impeccabili completi di Brioni con cravatte Brooks Brothers, sottobraccio alle loro vistose consorti, spalla a spalla con presidenti, primi ministri e teste più o meno coronate stridono fortemente con le foto diffuse oggi di tre persone in tuta bianca rinchiuse dentro una gabbia metallica ad ascoltare gli addebiti contro di loro.
Al contrario di quanto accennato in precedenza il tribunale é stato allestito non in un Centro Congressi della capitale, ma in una accademia di polizia della vastissima periferia del Cairo, in modo da poter garantire più rigide misure di sicurezza.
Molti osservatori si chiedono se ai Mubarak verranno inflitte pene esemplarie e se gli elementi del vecchio ordinamento sopravvissuti nel Governo di Transizione li useranno come 'capri espiatori' per coprire le loro corresponsabilità e connivenze in tre decadi esatte di regime autoritario.
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