In una mossa che sottolinea il crescente isolamento e la disistima della Comunità internazionale per le provocazioni violente e le aggressioni perpetrate a mano salva dal Regime dell'Apartheid di Tel Aviv il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha ufficialmente censurato la reazione omicida scatenata dalle truppe sioniste contro i manifestanti civili che stavano prendendo parte alla "Marcia del Ritorno" presso il villaggio di Maroun al-Ras, sul confine col Libano, tenutasi lo scorso 15 maggio nel 63esimo anniversario della "Nakba", la violenta pulizia etnica che diede inizio alla tragedia del Popolo palestinese.
Il documento approvato dal Consiglio considera Israele moralmente responsabile delle dieci morti tra i manifestanti e del ferimento in maniera più o meno grave di altre 100 persone (cui bisogna aggiungere anche i morti sul confine con il Golan siriano occupato). Insieme ad altri documenti come il Rapporto Goldstone e l'atteso rapporto sui fatti della Motonave Mavi Marmara il documento si aggiunge alla mole di prove sulla condotta irresponsabile e criminale del regime ebraico nei confronti dei Palestinesi e di quanti condividano con l'impegno politico e civile la loro giusta lotta di liberazione e di affermazione dei propri diritti.
Tra le risoluzioni passate anche una riguardo la necessità di investigare meglio gli attentati esplosivi che nelle scorse settimane, in Libano meridionale, hanno coinvolto, ferendoli in maniera anche grave, militari del corpo di interposizione UNIFIL italiani e francesi. Il Governo libanese ha a più riprese avanzato l'ipotesi che a compiere gli attentati stradali siano stati gruppi armati vicini all'ex Primo Ministro Saad Hariri, desiderosi di destabilizzare il Sud del Libano. L'ONU ha altresì esteso il mandato della missione militare internazionale per 12 mesi, fino al prossimo agosto 2012 e ha caldeggiato l'adozione di un 'dialogo strategico' tra truppe ONU e militari libanesi, per rafforzare il controllo del territorio da parte dell'Esercito di Beirut. La maggioranza di Governo guidata da Amal, Hezbollah e dai cristiani dell'LMP ha sempre auspicato un maggiore coinvolgimento dell'Esercito nel Sud del Paese in modo da rafforzare la difesa integrando sempre più truppe regolari e forze della Resistenza.
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