Saleh, il viso irrimediabilmente irrigidito dalla chirurgia plastica, era tornato in video qualche tempo fa, promettendo un suo pronto ritorno in patria per affrontare la sempre più montante protesta popolare che, anche in sua assenza, non si é per niente placata, anzi, si é rafforzata chiedendo un immediato passaggio a un'amministrazione di transizione che prepari elezioni democratiche e spiani la strada al "dopo". Adesso, dimesso dalla clinica, l'entourage del 'Presidente' fa sapere che egli rimarrà in una residenza protetta sotto l'ala dei suoi patron sauditi; nella decisione alcuni osservatori di cose mediorientali vedono un brusco 'dietrofront' forse dovuto alle recenti immagini del processo a Mubarak, che potrebbero aver calmierato anche i più zelanti proponenti di un rapido ritorno a Sanaa.
Una fonte yemenita a Ryiadh, parlando con un reporter dell'Agenzia France Press sotto condizione di anonimità, avrebbe rivelato che Saleh sarà ospitato nel Palazzo delle Conferenze della capitale saudita e che, nonostante un deciso miglioramento delle sue condizioni, ha ancora severi problemi di mobilità e deambulazione. Negli scorsi giorni le proteste in Yemen sono state bagnate dal sangue di due dimostranti assassinati ad Aden dalle forze di sicurezza ancora fedeli alla declinante 'stella' di Ali Abdullah Saleh, padre-padrone del paese fin dal 1978.
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