Il Presidente libanese Michel Suleiman a stretto giro di posta ha rintuzzato le scomposte e offensive critiche elevate da Nadem Gemayel, figlio del traditore Bashir giustiziato nel 1982 e nipote del traditore Pierre giustiziato nel 2006, contro il Patriarca della Chiesa maronita, cattolica ma sui iuris dichiarando che le sue dichiarazioni a favore della Resistenza libanese non soltanto erano pienamente legittime, ma totalmente in linea con gli interessi del popolo e dello Stato libanese".
Suleiman ha rilasciato queste dichiarazioni subito dopo aver incontrato il Patriarca a Diman: "Sua Eminenza Al-Rahi ha espresso le opinioni dei cristiani libanesi alla Francia in merito a numerose questioni, non c'é bisogno di analizzarle in maniera dietrologica in quanto esse sono state sufficientemente chiare ed esplicite perché tutti possano trarne le conseguenze; le dichiarazioni in questione non possono essere strumentalizzate per fini politici, né usate per attaccare politicamente Al-Rahi o la Chiesa maronita".
Dopo l'incontro col Presidente Suleiman Bashara al-Rahi é tornato alla sua residenza di Bkirki. Gemayel, parlamentare eletto nelle fila del partito fascista della Falange, aveva cercato di attaccare il Patriarca per le sue esplicite affermazioni in merito all'utilità e alla necessità della presenza della Resistenza armata libanese nel sud del paese, come baluardo contro le aggressioni e le mire espansionistiche israeliane. Al-Rahi aveva anche lanciato un appello alla Comunità internazionale affinché facesse pressioni su Israele per costringerlo a ritirarsi anche dalle Fattorie di Sheeba.
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