martedì 20 settembre 2011

Israele ammazza ancora 'a scoppio ritardato', morto un quattordicenne palestinese ferito un mese fa!


Continua lo stillicidio delle vittime della violenza sionista contro Gaza, anche settimane, anche mesi dopo gli attacchi e i bombardamenti degli "umanissimi e moralissimi" boia in divisa sionista i civili e i militanti palestinesi feriti dalle bombe, dai missili e dalle cannonate israeliane continuano a morire, spesso dopo lunghissime agonie, quasi sempre con le loro sofferenze rese più crudeli e penose dagli effetti devastanti dello shylockiano strangolamento contro il ghetto costiero della Striscia.

Fonti mediche di Gaza hanno comunicato che Ibrahim Adnan al-Zaza, di soli 14 anni, rimasto crivellato di shrapnel insieme al cuginetto Mohammed nelle vicinanze dell'Ospedale di Wafa'a durante i durissimi attacchi scatenati contro la Striscia ad agosto 2011, é spirato dopo settimane di lotta disperata.

I gruppi locali e internazionali di difesa dei diritti umani hanno confermato che la dinamica del ferimento dei ragazzi esclude a priori che esso possa ascriversi a un "errore" o a un "danno collaterale"; ancora una volta Israele ha sparato contro civili disarmati nei pressi di una struttura ospedaliera e lo ha fatto con piena coscienza e con la volontà di mutilare e uccidere, riuscendoci perfettamente.

Ambedue gli adolescenti erano stati portati d'urgenza all'Unità di emergenza dell'Ospedale Shifa (il più grande della Striscia) dove le condizioni di Ibrahim erano subito apparse gravissime; disperando di poterlo salvare i sanitari della Striscia erano riusciti a organizzare il suo trasferimento in una struttura fuori Gaza, dove però non é stato possibile se non procrastinare l'inevitabile.
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