Continua lo stillicidio delle vittime della violenza sionista contro Gaza, anche settimane, anche mesi dopo gli attacchi e i bombardamenti degli "umanissimi e moralissimi" boia in divisa sionista i civili e i militanti palestinesi feriti dalle bombe, dai missili e dalle cannonate israeliane continuano a morire, spesso dopo lunghissime agonie, quasi sempre con le loro sofferenze rese più crudeli e penose dagli effetti devastanti dello shylockiano strangolamento contro il ghetto costiero della Striscia.
Fonti mediche di Gaza hanno comunicato che Ibrahim Adnan al-Zaza, di soli 14 anni, rimasto crivellato di shrapnel insieme al cuginetto Mohammed nelle vicinanze dell'Ospedale di Wafa'a durante i durissimi attacchi scatenati contro la Striscia ad agosto 2011, é spirato dopo settimane di lotta disperata.
I gruppi locali e internazionali di difesa dei diritti umani hanno confermato che la dinamica del ferimento dei ragazzi esclude a priori che esso possa ascriversi a un "errore" o a un "danno collaterale"; ancora una volta Israele ha sparato contro civili disarmati nei pressi di una struttura ospedaliera e lo ha fatto con piena coscienza e con la volontà di mutilare e uccidere, riuscendoci perfettamente.
Ambedue gli adolescenti erano stati portati d'urgenza all'Unità di emergenza dell'Ospedale Shifa (il più grande della Striscia) dove le condizioni di Ibrahim erano subito apparse gravissime; disperando di poterlo salvare i sanitari della Striscia erano riusciti a organizzare il suo trasferimento in una struttura fuori Gaza, dove però non é stato possibile se non procrastinare l'inevitabile.
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