Con una speciale cerimonia che ha visto coinvolte autorità di ogni ordine e grado della Repubblica islamica iraniana e una nutrita delegazione russa é stato festeggiato il traguardo dei 400 MW di output raggiunti all'inizio della settimana dall'impianto nucleare di Bushehr, che, attivato appena lo scorso week-end, ha cataputlato l'Iran nel club dei paesi dotati di un programma nucleare; secondo tra i paesi musulmani (anche se gli impianti atomici pachistani hanno funzioni prevalentemente militari). Il Ministro russo per l'Energia, Sergej Shmatko, accompagnato dal Direttore generale della ROSATOM Kirienko, sono stati gli ospiti d'onore del Direttore dell'Agenzia iraniana per l'Energia atomica, Fereydoun Abbasi e del titolare del dicastero energetico Majid Namjou.
Secondo un tecnico dell'impianto ci vorranno circa tre mesi di operazioni su scala ridotta prima che Bushehr possa raggiungere la resa prevista di 1000 MW di elettricità, il che vuol dire che la piena operatività sarà raggiunta nel corso del mese di dicembre, ma il solo fatto che dopo una gestazione lunga, laboriosa e complicata il primo impianto atomico stia operando in condizioni di pieno controllo e sicurezza é già una grandissima soddisfazione per la comunità tecnico-scientifica iraniana e per i suoi sponsor politici ed economici.
Il Ministro Shmatko, congratulandosi con i suoi ospiti, ha assicurato che Mosca sarà pronta anche in futuro a fornire cooperazione su questioni nucleari e a sostenere i programmi di Teheran per la diffusione di simili impianti sul suo territorio dicendosi "personalmente orgoglioso" del ruolo chiave svolto dal suo paese per far raggiungere all'Iran gli attuali livelli di know-how tecnologico e scientifico. Grazie all'elettricità prodotta da Bushehr e dai futuri impianti atomici Teheran conta di poter dedicare tutto il provento della sua industria estrattiva di gas e petrolio al lucroso mercato dell'esportazione.
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