venerdì 16 dicembre 2011

Importanti dichiarazioni dell'Ennahda e del Neopresidente Marzouki: islamista o laica la Tunisia sta con la Palestina e con le rivoluzioni arabe!


Due importanti, incoraggianti notizie dalla Tunisia che, a poche settimane dal primo anniversario della sua Gloriosa Rivoluzione, é riuscita a 'ripulirsi' dagli ultimi residui del regime di Ben Ali, a tenere regolari elezioni democratiche, a nominare un Governo e una Presidenza ad interim ed attende in pace che la Assemblea Costituente la doti di una nuova Carta ispirata ai principi di Diritto e Democrazia troppo a lungo repressi sotto la cappa autoritaria imposta dai reggenti post-coloniali.

Le buone nuove da Tunisi, infatti, oltre ad affermare chiaramente i sentimenti e la prospettiva politica e strategica in cui vuole collocarsi la nuova Tunisia democratica, smentiscono quanto propalato dai soliti mestatori islamofobi e filo-imperialisti che, nei mesi passati insinuavano il dubbio che esistesse una 'frattura' o una contrapposizione tra la parte 'islamista' dell'arco costituzionale e quella 'laica'; certo, le teorie di costoro avevano già ricevuto un duro colpo al momento in cui l'Ennahda, Partito del Rinascimento musulmano, aveva deciso, dopo aver vinto il 40 per cento delle preferenze alle elezioni, di formare una coalizione con i partiti laici di Centrosinistra CPR e Ettakatol, ma quanto trapelato nelle scorse ore fa ancora più nettamente strame delle loro teorie campate sul niente e sparse ad arte solo per suscitare nel loro pubblico una diffidenza tinta di razzismo.

Aly al-Areed, rappresentante di Ennahda nominato Ministro dell'Interno dal Premier Jebali (foto sopra), ha dichiarato che sarà cura dell'Esecutivo preoccuparsi "prima e innanzitutto" delle necessità e delle problematiche interne del paese "senza tuttavia perdere di vista la più vasta arena nordafricana ed araba, dove, coerentemente con il nostro recente percorso di liberazione, sosterremo decisamente a sostenere la Causa palestinese e in particolare Hamas, a cui porgo le mie congratulazioni per il 24esimo anniversario di fondazione; così come la lotta dei Tunisini per la Democrazia è stata coronata da vittoria, spero che anche quella dei Palestinesi, condoccat con pazienza e dedizione anche maggiore, veda finalmente il meritato trionfo e il recupero di tutti i loro Diritti".

Fino qua, che un dirigente di un Partito democratico musulmano si congratuli con la prima forza politica palestinese, premiata alle urne delle regolari e democratiche elezioni del 2006, può suscitare punto o poco stupore, ma la notizia assume altra rilevanza se appaiata e confrontata con le recenti dichiarazioni del Neopresidente Morcef Marzouki, rappresentante del laico Congresso per la Repubblica, eletto nell'ambito dell'accordo di coalizione tra il suo partito, Ennahda ed Ettakatol. Durante un incontro con la stampa locale e regionale tenutosi a Tunisi nella giornata di ieri il Presidente ha espresso la sua completa solidarietà col popolo del Barhein e la sua speranza che il Re Al-Khalifa, contestato ormai da mesi di continua mobilitazione popolare "sia presto costretto a fare le valige".

Marzouki ha detto alla stampa che si rifiuta di considerare la questione Bahreini sotto la lente deformante di una "lotta settaria e/o religiosa", specificando che questa lettura fa parte di una strategia di Casa Al-Khalifa che vuole presentare i dimostranti e le opposizioni come agenti iraniani, sperando quindi di ottenere 'carta bianca' per reprimere nella violenza e nel sangue le loro giuste rivendicazioni (con l'aiuto delle truppe saudite, degli Emirati arabi e dei mercenari assoldati in Pachistan tra i fondamentalisti sunniti più violenti). Insomma, islamista o 'laica' la Tunisia si schiera decisamente a favore delle lotte e delle rivoluzioni arabe, senza 'se' e senza 'ma'.

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