sabato 22 gennaio 2011
Fotoreportage esclusivo!! Le immagini della rabbia di Gaza contro il Ministro degli Esteri francese
Sulle ragioni e motivazioni della rabbia della popolazione di Gaza contro il Ministro degli Esteri francese Michele Alliot Marie ci siamo già espressi estesamente nel nostro precedente articolo ma, avendo ricevuto queste immagini assolutamente esclusive non abbiamo saputo resistere alla tentazione di pubblicarle come "integrazione" della precedente notizia. Sono immagini che parlano da sole, quindi lasciamo ogni considerazione e commento alla nostra platea di lettori.
ANERA e i medici arabi nordamericani potenziano la Banca del Sangue di Gaza
La Società per la Banca centrale del Sangue a Gaza é un'istituzione davvero "vitale", in ogni senso e accezione della parola; il suo motto "Da Cuore a Cuore" adeguatamente riassume la determinazione del suo personale e dei suoi sostenitori a dare il massimo e compiere ogni sforzo umanamente possibile per aiutare la popolazione della Striscia assediata.
La Banca, che ha la sede centrale a Gaza city e filiali a Rafa e Khan Younis, gioca un ruolo-chiave per una comunità con risorse limitate dal crudele strangolamento imposto da Israele, che si é tradotta finora nell'impossibilità di sostituire equipaggiamenti vecchi o danneggiati, diminuendo e inficiando la funzionalità e l'efficienza dei servizi della stessa, come spiega il Dottor Moustafa el-Ghosiene, responsabile delle attività nella Striscia dell'associazione ANERA.
ANERA, impegnata da oltre quarant'anni (fra le altre sue attività) a fornire aiuto e assistenza alle popolazioni palestinesi, ha beneficiato di una generosa donazione di 73500 Euro da parte dell'Associazione nazionale medica arabo-americana (NAAMA), grazie ai quali è riuscita a portare a Gaza unità refrigeranti, centrifughe, sigillatori elettrici, un analizzatore chimico, un lettore Eliza, un apparato CBC e un'unità lava-vetrini, grazie ai quali la Banca ha potuto incrementare la propria riserva ematica e la gamma e la qualità dei servizi resi.
Il Direttore della Banca, Dottor Nahed Abu Asi, entusiasta del potenziamento della sua struttura, si diffonde nello spiegare come e quanto le sue potenzialità verranno estese: "Prima usavamo sigillare le sacche di sangue a mano; anche con tutte le precauzioni del caso questo lasciava sempre un certo rischio di contaminazione, prima dovevamo effettuare i test contro HIV, Epatite B e C a mano, con grande dispendio di tempo ed energia, adesso grazie al Lettore Eliza possiamo testare quattro sacche di sangue in un minuto, anche i servizi al pubblico miglioreranno, ora potremo effettuare un'analisi del sangue al costo di un solo Euro, contro i tre chiesti da cliniche e laboratori privati, beneficiando quindi i pazienti meno abbienti.
Ma il "pezzo favorito del Dottor Abu Asi é certamente la centrifuga: "Durante le emergenze, che purtroppo a Gaza non sono rare, é essenziale dare al paziente esattamente la quantità di sangue o plasma di cui ha bisogno; dare a tutti un'unità intera infatti provoca complicazioni nel breve periodo; la centrifuga permette di dosare a puntino ogni trasfusione, consentendoci un'approccio ottimale per ogni tipo di paziente".
La solidarietà profusa verso Gaza da ANERA e dalla NAAMA avrà un impatto profondo e duraturo sulla comunità; la Banca del Sangue sta infatti progettando, grazie alle sue rinnovate e ampliate potenzialità, di aprire una struttura di formazione per studenti medici locali e per condurre campagne di informazione e sensibilizzazione verso il pubblico, per diffondere la coscienza e la confidenza verso i servizi ora disponibili.
La Jihad islamica chiama i militanti di Fatah a distanziarsi dai loro capi "corrotti e venduti"
Il Movimento per la Jihad islamica in Palestina ha duramente attaccato le milizie di Fatah che occupano e amministrano la Cisgiordania per conto dell'occupante sionista, sottolineando come le loro pratiche e la loro politica contro i militanti della Resistenza non riusciranno a sottomettere la volontà del popolo palestinese o a spegnere la fiaccola della sua determinazione. La condanna del movimento é arrivata dopo che, grazie al collaborazionismo di Fatah, le forze armate dello Stato ebraico sono riuscite a uccidere un militante della Jihad di nome Salem al-Sammoudhi, nei pressi di un insediamento illegale ebraico.
"Le pratiche di Fatah e del suo screditato e squalificato 'governo' di Cisgiordania contro i militanti della Resistenza sono anti-patriottiche e servili, degne di traditori che hanno da lungo tempo scordato cosa voglia dire la parola 'dignità'", é solamente una delle frasi che incriminano la condotta degli uomini di Mahmud Abbas, un tempo forza attiva e motrice dell'OLP, ridotti adesso al rango di "gendarmi coloniali" del 'bwana' sionista.
Il Movimento tuttavia nello stesso documento chiama i suoi militanti a non rassegnarsi e anzi a moltiplicare i loro sforzi nella ricerca della Libertà e dell'Indipendenza che, come dimostrano gli esempi di Hezbollah in Libano e di Hamas nella Striscia di Gaza, si possono raggiungere solo e soltanto con la lotta, e non con fasulli 'negoziati' che hanno solo lo scopo di dividere il popolo dai suoi rappresentanti politici, trasformando questi ultimi in satrapi e cacicchi dell'imperialismo, come é precisamente successo a Fatah.
La Jihad islamica ha chiuso il suo messaggio con un appello agli onesti e dignitosi membri di Fatah, che pure esistono, a distanziarsi dai loro leader corrotti e venduti.
Michele Alliot-Marie tempestata di uova e scarpe a Gaza...i palestinesi non gradiscono il filosionismo del Governo Sarkozy!
Familiari e congiunti dei prigionieri palestinesi che languiscono nelle carceri israeliane hanno vibratamente e vivacemente protestato contro la presenza a Gaza del Ministro degli Esteri francese Michele Alliot-Marie, che ha attraversato il territorio della Striscia nella giornata di venerdì 21 gennaio.
Picchetti con cartelli che invitavano il dignitario francese ad andarsene da Gaza, slogan e canti che ripetevano lo stesso messaggio, lancio di uova, verdure e, in un paio di casi, scarpe hanno fatto da contrappunto ad ogni 'tappa' della visita della Alliot-Marie, trasformando ogni sua sosta in una stazione di una personalissima 'via crucis'.
La rabbiosa reazione degli abitanti della Striscia assediata, in ispecie di quelli i cui amati soffrono nelle galere israeliane, sottoposti a torture e indegnità, era ben giustificata, visti i commenti rilasciati nella giornata di giovedì, all'arrivo del Ministro in Medio Oriente; in essi la Alliot-Marie si era diffusamente trattenuta in una squilibrata e parziale concione su Gilad Shalit, il militare sionista legittimamente catturato da Hamas durante il contrasto a un'incursione armata delle truppe sioniste.
Il Ministro degli Esteri, ai microfoni dell'emittente di lingua araba dello Stato ebraico, aveva definito la prigionia di Shalit "un crimine di guerra"; in seguito, realizzando scopo e portata della gaffe la Alliot-Marie ha cercato di giustificarsi accusando l'emittente di aver malaente tradotto la sua frase in francese.
Il portavoce di Hamas Sami Abu Zuhri ha rimarcato come le parole del dignitario europeo riflettano il bias squilibrato con cui i Governi occidentali, ricattati se non controllati dalle rispettive 'Lobby a sei punte', inquadrano e propgonono al popolo bue una visione degli eventi mediorientali pesantemente inficiata da approssimazioni, pregiudizi e inesattezze che si rivolgono sempre in un'atmosfera favorevole a israele. Infatti, mentre Shalit é stato catturato mentre, armi alla mano, prendeva parte a una campagna di aggressione contro gli abitanti di Gaza, i prigionieri palestinesi rapiti da Israele sono stati strappati alle loro case e alla loro famiglia senza nessuna accusa precisa né alcuna motivazione.
Fatah ha ormai abdicato a ogni pretesa di autorità e rappresentanza del popolo palestinese
Il Fronte popolare per la Liberazione della Palestina ha dichiarato che le manovre e le azioni della fazione collaborazionista Fatah contro il fronte unificato della Resistenza a Israele, tese all'eliminazione di prominenti e autorevoli figure dei movimenti che non accettano la supina sottomissione ai Diktat dei sionisti e degli americani, non sono altro che la prova evidente dell'asservimento e della capitolazione politica e morale di quella che, una volta, era la principale e più rispettata forza dello schieramento politico e militare palestinese.
La dura stigmatizzazione di Fatah e delle sue iniziative é venuta nel nono anniversario del tranello teso con la complicità di Fatah, che portò all'arresto di Ahmed Saadat, segretario generale tuttora in carica del PFLP. Successore di Abu Ali Mustafa (a sua volta successore del fondatore del Fronte, George Habash), Saadat venne imprigionato da Fatah e, successivamente, "passato" alle forze sioniste approfittando di una momentanea assenza dei supervisori internazionali che dovevano garantire i suoi diritti e le condizioni della sua prigionia.
Dal momento del suo trasferimento in mano israeliana Saadat é rimasto quasi sempre in isolamento totale ed é stato sottoposto dagli aguzzini israeliani a indicibili torture fisiche e psicologiche. Amnesty International ha più volte definito i metodi e i modi della sua cattura e della sua rendizione in mano israeliana come totalmente al di fuori di ogni criterio di legalità internazionale, chiedendone il suo rilascio. Il movimento musulmano Hamas ha incluso il nome di Saadat nella lista di prigionieri palestinesi che devono essere rilasciati per garantire la liberazione del militare sionista Gilad Shalit.
Tunisia: amnistia generale per i reati d'opinione, riconoscimento per tutti i partiti politici!
Il Governo provvisorio tunisino nella giornata di giovedì 20 gennaio ha deciso di riconoscere tutti i partiti e movimenti politici disciolti e proibiti durante la dittatura di Ben Ali, il satrapo dell'occidente fuggito in Arabia Saudita per evitare la furia della popolazione, schiacciata nella miseria dal suo regime corrotto. Il Governo ha preso la decisione nel corso della prima riunione dopo la fuga dell'ex uomo forte di Tunisi.
Il Ministro dello Sviluppo, Ahmad Nejib Chebbi (foto sopra), ha dichiarato, subito dopo lo scioglimento dell'assise: "Il Ministro della Giustizia ci ha presentato un progetto di Legge per l'amnistia delle condanne per reati politici, che é stato approvato a maggioranza schiacciante, nei prossimi giorni esso verrà passato al Parlamento per l'approvazione".
Alla domanda se, fra i beneficiari dell'amnistia vi sarebbero anche i rappresentanti del partito di ispirazione religiosa An-Nahda, il Ministro della Gioventù Mohamed Aloulou (foto sopra) ha replicato: "L'aministia coprirà tutti i condannati per reati d'opinione, tutti i partiti e movimenti politici saranno riconosciuti". Pochi giorni addietro il capo del partito An-Nahda, Rachid Gannouchi (sotto), colpito in esilio da una condanna all'ergastolo, aveva annunciato di stare preparando il suo rientro in patria.
Il Governo di transizione ha dichiarato lutto nazionale fino a domenica per onorare le vittime della repressione delle manifestazioni di piazza che hanno causato il collasso del regime di Ben Ali; scuole e università riapriranno lunedì. Tayyib Al Bakouchi, portavoce dell'Esecutivo, ha in seguito dichiarato che le proprietà e i beni confiscati in passato per ordine di Ben Ali e dei suoi associati verranno restituite ai proprietari originari o ai loro eredi e che, compatibilmente con la stabilizzazione della situazione, un 'sentiero preferenziale' verrà seguito per portare il Paese quanto prima possibile a nuove elezioni.
venerdì 21 gennaio 2011
An-Nahar: "Jumblatt sosterrà Omar Karami come nuovo Primo Ministro!"
Il quotidiano libanese An-Nahar riporta a grandi titoli la decisione di Waleed Jumblatt, storico leader della comunità drusa libanese e capo del Partito Socialista Progressista (PSP), ha rotto ufficialmente gli indugi decidendo di porre il suo prestigio e i voti del suo movimento e dei suoi rappresentanti al Parlamento libanese a disposizione della coalizione di centro-sinistra "8 marzo" e al suo candidato alla premiership Omar Karami, politico sunnita di grande esperienza e prestigio.
Dall'alto a sinistra: Hezbollah, Amal, Marada, Partito Comunista, Libero Movimento Patriottico, SSNP, Democratici Libanesi, Tashnaq e PSP. |
La coalizione "8 marzo", composta dal movimento sciita secolare "Amal", dal partito sciita di ispirazione religiosa "Hezbollah", dal movimento armeno "Tashnaq", dai cristiani del Libero Movimento Patriottico, dal partito "Marada", dal Partito Socialista della Nazione Siriana, dal Partito Democratico libanese e dai Comunisti, aveva da subito indicato Karami come la scelta ideale per sostituire il debole e screditato ex-premier Saad Hariri, i cui legami con le malpratiche del Tribunale speciale per il Libano avevano affondato ogni residua speranza di tornare sulla poltrona di Capo del Governo da cui le dimissioni di undici ministri su trenta lo avevano fatto ruzzolare giù.
Omar Karami, il candidato premier sostenuto dai partiti di cui sopra |
tentativo di violenza di piazza del 2008, quando i partiti di centro-destra avevano tentato il colpo di mano contro Hezbollah e i suoi alleati, che Nasrallah, Aoun, Frangieh e gli altri leader dell'8 marzo avevano accettato il governo di unità nazionale, salvo ritirare il loro supporto quando Saad Hariri, pochi giorni fa, ha dimostrato per l'ennesima volta di non avere il polso necessario a garantire l'autonomia e l'indipendenza del paese contro le manovre degli Stati Uniti e di Israele.
A Gaza un ingegnere edile "gioca con la sabbia", costruendo edifici che dureranno fino al 2045!
Nonostante tutti gli sforzi prodotti dal legittimo Governo palestinese per dare il "la" a una vasta e ambiziosa opera di ricostruzione di Gaza, che a due anni dalla conclusione dell'indiscriminata campagna di bombardamenti israeliani reca ancora profonde e visibili le ferite di Piombo Fuso, le difficoltà incontrate da chi opera nel settore edilizio nella Striscia palestinese assediata sono veramente immani: carenza di cemento, carenza di ghiaia, assenza pressoché totale di armatura metallica, sarebbero motivazioni sufficienti per scoraggiare qualunque ingegnere edile e architetto occidentale.
Ma nella Striscia di Gaza, dove la necessita é madre di invenzioni tanto semplici quanto pratiche ed efficaci, la penuria di materiali edilizi convenzionali ha funto da scintilla per la creatività di Hassan Abu Kmeil, giovane ingegnere che, ispirato da una reminescenza universitaria, (quando lesse una pubblicazione sulla costruzione di rifugi temporanei per terremotati in una provincia iraniana scossa da un sisma) é riuscito a costruire dei veri e propri "castelli di sabbia", che si sono rivelati sicuri e duraturi quanto omologhe strutture di mattoni e cemento.
Utilizzando sacchi di tela riempiti di sabbia, impilati e disposti secondo i più attenti calcoli di scarico delle forze, e quindi ricoperti di un velo di legante, l'ingegner Kmeil è riuscito a realizzare un centro per attività doposcolastiche in un orfanotrofio, degli spogliatoi in un centro per attività sportive e persino una vera e propria magione (quest'ultima a scopo dimostrativo). Le strutture risultanti dall'innovativo metodo edilizio sembrano degli igloo mediorientali, con i sacchi di varie forme e dimensioni che si prestano benissimo alla realizzazione di archi tondi e acuti, cupole e altre forme architettoniche care alla tradizione costruttiva araba.
Kmeil ha calcolato che, come i loro piccoli fratelli costruiti sulla riva del mare, anche questi "castelli di sabbia" eventualmente avranno una vita limitata, ma scoprire "quanto" sarà limitata potrebbe stupire i lettori più scettici: é stato infatti calcolato, con adeguati margini di sicurezza, che le strutture risultanti dall'innovativo metodo di costruzione rimarranno abitabili e sicure ALMENO per trentacinque anni...non c'é che dire, ottimo risultato, per dei castelli di sabbia!
I medici di Gaza commemorano i colleghi caduti sotto le bombe israeliane
Il personale medico e infermieristico della Striscia di Gaza, nell'ambito delle celebrazioni e delle commemorazioni dedicate al secondo anniversario del violentissimo e sanguinoso "pogrom" militare a cui l'enclave palestinese assediata venne sottoposta da parte delle forze armate dello Stato ebraico hanno organizzato una piccola cerimonia a suffragio dei loro colleghi e compagni di lavoro che trovarono la morte in quei giorni di insensata distruzione, uccisi mentre recavano soccorso alla popolazione, assassinati mentre portavano avanti la loro umanitaria missione.
Il Direttore generale dell'ospedale Al-Shifa, Medhat Abbas, ha colto l'occasione della celebrazione pubblica per lanciare un ulteriore appello sui continui e incombenti fattori di rischio costituiti dai residuati delle armi usate da israele: uranio impoverito, metalli pesanti, fosforo bianco e altri composti chimici altamente cancerogeni e dannosi, tanto per gli abitanti attuai di Gaza, quanto per i nascituri, come insegnano le ondate di teratosi di Najaf e di Fallujah in Irak, dove a distanza di mesi e anni dagli spietati bombardamenti americani le donne e le ragazze continuano a registrare tassi di aborti spontanei totalmente fuori dalla norma e, in alcuni casi, a dare alla luce mostruosità che poco o punto hanno in comune con un bambino umano. (Attenzione! Foto Scioccante)
Analisi condotte da team specializzati hanno rilevato come le truppe dell'esercito più im-morale del mondo abbiano usato oltre trenta tipi di metalli tossici nei loro proiettili, nelle loro bombe e nei loro missili, con speciale riferimento a ordigni che, all'impatto, diffondono nell'aria una nuvola di pulviscolo metallico che viene poi resa incandescente da una "carica" chimica o radiologica, trasformando la zona d'impatto in un globo incandescente da cui niente può salvarsi: tale tipo di arma é stata usata anche dal drone radiocomandato israeliano che ha ucciso l'ex-Primo Ministro libanese Rafik Hariri.
Il Dr. Abbas ha fatto appello alle delegazioni mediche internazionali che visitano Gaza affinché diffondano nella comunità medica, scientifica e umanitaria il grido di aiuto che viene dalla terra palestinese assediata, dove ogni giorno il personale sanitario ha a che fare con una critica penuria di equipaggiamenti, medicine e sostanze essenziali. La fazione collaborazionista Fatah, infatti, fedele esecutrice dei diktat sionisti, ritarda e rimanda colpevolmente i trasferimenti di medicinali e attrezzature mediche, per compiacere i suoi padroni di Tel Aviv.
giovedì 20 gennaio 2011
Michel Aoun dichiara che il Libano "E' troppo grande per venire ingoiato, troppo saldo per venire diviso"
Il capo del Libero Movimento Patriottico, formazione politica che attrae i cristiani (maroniti e di altre sette) che non si riconoscono nella squalificata e venduta leadership di Samir Geagea, -già caporione delle milizie fasciste libanesi e Quisling delle forze d'invasione israeliane durante gli anni '80-, l'ex-Presidente Michel Aoun, ha dichiarato in una conferenza stampa tenutasi a Rabiyeh che l'ex Primo Ministro Saad Hariri, investito di un inutile mandato 'esplorativo' dal Presidente libanese Michel Suleiman, non ha "alcuna speranza" di tornare in sella, dopo che é stata rivelata la sua connivenza con le male pratiche del Tribunale speciale per il Libano, registrata su nastro.
"Le forze che vogliono soggiogare e spartire il nostro paese vorrebbero rimettere sullo scranno di Capo del Governo Hariri, implicato in un vergognoso scandalo di false testimonianze con le quali sperava di guadagnare credito politico lucrando sulla morte di suo padre, alleandosi con gli stessi che ne hanno organizzato l'assassinio; Hariri, il cui nome in questi anni é diventato sinonimo di 'corruzione' avendo il suo esecutivo partecipato a una delle più grandi frodi ai danni delle casse erariali che questo paese ricordi, costato alle casse libanesi dozzine e dozzine di milioni di dollari".
Aoun ha altresì dichiarato che a precludere ad Hariri junior il ritorno al Potere non é in alcun modo la religione o la setta, affermando che la comunità musulmana sunnita ha "fior di individui" eminentemente qualificati e accettabilissimi per ricoprire l'alto incarico istituzionale. "Hariri non può esserci imposto, né dagli Stati Uniti e tanto meno da Israele, io non accetterò nessuna soluzione che preveda un gabinetto governativo meno che specchiato, prestigioso e autorevole, rispettoso delle Leggi e dell'Etica...l'autonomia e l'indipendenza di questo paese non sono opzionali e non potranno mai esserlo".
Rivolgendosi al recente naufragio dell'intesa diplomatica siro-saudita che era sul punto di produrre una soluzione bipartisan, condivisa e onorevole per l'affaire del Tribunale screditato e politicizzato, Aoun ha dichiarato: "Chi vorrebbe condannare questo paese alla divisione o al servaggio mandi i suoi armati contro di noi...sapremo come accoglierli e come mostrare loro che il Libano é troppo grande per venire ingoiato e troppo saldamente connesso per venire fatto a fette, come piacerebbe a certe potenze locali o d'Oltreoceano".
L'esercito sionista manda assolti i killer del vecchio palestinese massacrato nel suo letto
L'esercito dello Stato ebraico ha assolto i responsabili dell'omicidio a sangue freddo di un cittadino cisgiordano di 65 anni, crivellato di pallottole durante il raid notturno che, partito con l'obiettivo di rapire un esponente di Hamas appena liberato dalle galere collaborazioniste di Fatah, aveva finito per fare irruzione nella casa del di lui vicino, che dormiva tranquillamente nel suo letto.
La situazione sarebbe stata certamente adatta a una farsa di quelle con Renzo Montagnani e Mario Carotenuto, con i "rambo" dell'esercito sionista che sbagliavano indirizzo come dei maldestri postini, ma si é purtroppo trasformata in tragedia quando, in risposta a un "movimento sospetto" intravisto sotto le lenzuola i superarmati commandos con la stella di davide "si sono sentiti minacciati, temendo per le proprie vite".
"si sono sentiti minacciati, temendo per le proprie vite".
C'é scritto proprio così, sulla sentenza militare che ha mandato tutti assolti.
Immaginatevi voi, una squadra di terminator di Tsahal, anfibi ai piedi, elmetti di kevlar e giubbotti antiproiettile in testa e addosso, un vero arsenale di Uzi, Galil e Tar-21 stretto in pugno, "minacciati e timorosi per le proprie vite" davanti a un vecchio arabo che si rigira nel letto, o che annaspa alla ricerca dell'interruttore dell'abat-jour.
A quel punto lo Squadrone della morte ha letteralmente crivellato la propria vittima, Omar Salim al-Qawasmi, di colpi al cranio e al torso, massacrandolo, prima di fuggire dal luogo del delitto.
Con ipocrisia oltre ogni dire la "corte" militare sionista ha avuto il coraggio di definire il massacro: "legittimato dal movimento sospetto dell'ucciso e in sintonia con le regole d'ingaggio dell'esercito".
Del resto, bisogna sempre ricordare, che lo Stato ebraico applica l'infame "Dottrina Dahyieh", che raccomanda di concentrare gli attacchi su obiettivi civili; niente di strano che condonino l'esecuzione a sangue freddo di un ultrasessantacinquenne che non rappresentava un pericolo per nessuno, tantomeno per i commandos sionisti che si erano introdotti con la forza in casa sua.
Inizia la grande opera di ricostruzione per la Striscia di Gaza, ferita dalle bombe sioniste
Ismail Hanyieh, Primo Ministro del legittimo Governo che regge e amministra l'unico scampolo di Palestina non oppresso dall'occupazione sionista e non avvilito dal collaborazionismo dei Quisling di Fatah ha posto la prima pietra di un esteso e intensivo programma di ricostruzione e riqualificazione urbana, economica e ambientale della Striscia di Gaza, il cui panorama ancora reca evidenti le ferite e le distruzioni inflittele durante il brutale "pogrom" militare dello Stato ebraico, di cui si é celebrato pochi giorni fa il secondo anniversario.
Hanyieh ha confermato che il Governo ha lavorato duramente per raccogliere i fondi necessari per il vasto progetto di ricostruzione nonostante l'inumano strangolamento economico imposto alla Striscia dall'assedio sionista e nonostante un diffuso clima di "ricatto politico-economico" messo in atto da Israele contro i potenziali partner e investitori internazionali. Il Primo Ministro ha indicato come, nonostante tali pressioni disoneste, l'Esecutivo da lui guidato sia riuscito a finanziare per intero le prime mille unità abitative, che verranno realizzate nelle stesse identiche posizioni di quelle distrutte dagli israeliani, in maniera da evitare alle famiglie rimaste senzatetto per due anni la necessità di traslocare perdendo i vincoli di vicinato, amicizia e socialità.
L'inizio del progetto si spera possa segnalare l'avvio di un processo di crescita economica e creazione di nuovi posti di lavoro, oltre a costituire un punto d'orgoglio per la stoica e dignitosa popolazione di Gaza, letteralmente elettrizzata alla prospettiva di un ritorno alla normalità dopo mesi di disagi, di tende e rifugi di fortuna, di escursioni fra i campi di macerie alla raccolta di detriti di cemento e ferro per supplire alla mancanza di laterizi, ghiaia e armature per cemento.