Secondo le fonti ONU sarebbe "macabra" la situazione a Pibor, la città del Sud-Sudan, capoluogo della regione di Jonglei, teatro di violentissimi scontri interetnici tra l'etnia Lou Nuer e i suoi rivali Murle, pastori primitivi abitualmente dediti all'abigeato. La Vicecoordinatrice per gli Affari Umanitari Lise Grande ha dichiarato che il conflitto intertribale potrebbe aver lasciato sul terreno "un numero imprecisato, ma alto" di vittime.
Secondo il rapporto della Grande le truppe di interposizione ONU avrebbero avuto successo nel respingere gli attacchi "di qualunque provenienza" alle loro posizioni ma fuori dalla loro cortina protettiva si sarebbe ritrovato un ospedale di MSF (Medici Senza Frontiere), il cui personale sarebbe tuttora "dato per disperso". "Una massiccia operazione di emergenza é in fase di preparazione e verrà lanciata nelle prossime settimane per cercare di recare aiuto alle popolazioni sradicate da questa crisi"; si calcola che siano circa 50.000 (ma fare numeri precisi in una situazione simile non é mai agevole) i civili ridotti allo stato di profughi da questa crisi, che si sarebbero dispersi nei dintorni di Pibor, privi di qualunque supporto.
Gli eventi recenti dimostrano quanto azzardata, affrettata e superficiale sia stata la decisione di concedere al Sud-Sudan un'indipendenza (istigata da Stati Uniti e Israele) che, appena concretatasi, si é sfaldata in una ridda di conflitti interni che il controllo esercitato da Khartoum teneva sotto controllo. Emergenze etniche come questa contribuiscono a mantenere il Sud-Sudan agli ultimi posti nelle classifiche degli indici di sviluppo del Continente africano: un record davvero poco invidiabile.
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