Abbiamo segnalato nei giorni scorsi che un cittadino libanese di nome Haitham Sahmarany, ex-sottufficiale della Sicurezza Interna, era stato condannato a morte per spionaggio a favore di Israele; attività che avrebbe portato avanti dal 2004 fino al momento del suo arresto da parte delle autorità del Paese dei Cedri, nel 2009. Adesso siamo venuti a conoscenza di circostanze e particolari più dettagliati riguardo alla vicenda e, constatato il vivo interesse che la notizia originaria aveva suscitato nel nostro pubblico, veniamo prontamente a fornirgli un aggiornamento.
Haitham Sahmarany operava di concerto con la sorella, Sahira Sahmarany, con la moglie Raghida Daher e con il cognato Mohammed Amin Khazaal; come diverse celebri "talpe" della storia dello spionaggio aveva trasformato la famiglia in una casalinga, forse, ma sicuramente efficiente cellula di intelligence. La sorella di Sahramarany e il marito di lei vivevano nel regime sionista fin dal 2000, quando la Resistenza cacciò gli occupanti dal Sud del Libano. Anch'essi sono stati condannati a morte, ma in absentia, la condanna penderà sulle loro teste e verrà eseguita solo se le autorità giudiziarie libanesi riusciranno a metterli in stato di arresto.
La moglie di Sahmarany, Raghida Daher, é stata invece condannata a due anni di lavori forzati per complicità nelle attività spionistiche del marito. Tutte le sentenze sono state emesse dalla Corte Militare Permanente presieduta dal Brigadier Generale Nezar Khalil, che, consegnando i verdetti, ha così concluso la sua carriera, avendo raggiunto l'età della pensione proprio in questi giorni.
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