Dimostranti egiziani hanno abbattuto una delle numerose barriere di cemento erette dopo la strage di Maspero, lo scorso autunno, per ordine della giunta militare di Tantawi, in maniera da rendere più difficoltoso alle folle in protesta di poter raggiungere ministeri, palazzi governativi e altri 'punti sensibili' della capitale egiziana. Tutto questo é durato fino a ieri, quando, dopo le preghiere del venerdì, numerosi di dimostranti, perlopiù giovani, si sono radunati con martelli, piccozze, ganci e corde e, incitati dalla folla radunatasi, hanno dato l'assalto ai blocchi accatastati, aprendo un varco nel corso che collega Piazza Tahrir con la sede del Parlamento.
Secondo quanto riportato dall'Agence France Presse le forze dell'ordine, pur presenti sulla scena, non hanno ritenuto necessario intervenire. Nella società civile e in quella politica si va diffondendo sempre più nettamente il malcontento verso il Consiglio Supremo delle Forze Armate che, dopo avere permesso la transizione dall'immediata situazione post-Mubarak verso elezioni veramente democratiche adesso sembra voler 'sopravvivere alla sua utilità', non avendo ancora chiarito quando considererà concluso il suo mandato.
Nel prossimo futuro del paese si avvicinano i momenti della sentenza al processo per Hosni Mubarak e i suoi due figli, che per i loro ruoli in trent'anni di dittatura, repressione e per l'uccisione di ottocento persone durante le rivolte dello scorso anno potrebbero anche venire condannati a morte e quella dell'elezione del nuovo Presidente del paese, la cui nomina renderebbe veramente pleonastica la figura del capo della giunta militare, Maresciallo Tantawi, e dei suoi colleghi generali.
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