Secondo un articolo apparso sul quotidiano sionista 'Yedioth Ahronoth' il processo in corso al Cairo che vede imputato l'ex-autocrate Hosni Mubarak e i suoi due figli avrà 'gravissime conseguenze' nelle future relazioni tra Israele, Usa e i leader arabi, prefigurando un decisivo indebolimento dell'influenze 'occidentale' (o piuttosto imperial-atlantista) nella regione.
Il quotidiano, nella sua edizione online, ha commentato che le immagini di Mubarak sdraiato in barella in tuta bianca, fortemente stridenti con quelle di un leader grintoso e sicuro di sé nonostante l'età estremamente avanzata, hanno sorpreso e scioccato molti e il loro impatto negativo si farà sentire soprattutto presso le leadership arabe ancora filo-americane e filo-israeliane (Giordania, Marocco, Arabia Saudita, Stati del Golfo...) che si sono improvvisamente rese conto che un domani, su quella stessa barella, potrebbero starci loro e che gli Usa non potrebbero o saprebber come salvarli.
L'articolo inoltre citava dichiarazioni del commentatore israeliano Eitan Gilboa, sostenendo che esiste un collegamento tra il processo a Mubarak e la fine dell'influenza atlantica in Medio Oriente, causata da una severa e continua debolezza delle politiche americane per la regione (forse bisognerebbe spiegare a mister Gilboa che la debolezza americana attuale ne consegue da decenni di sostegno acritico Usa a Israele, guerra e occupazione dell'Irak, intraprese per far piacere a Tel Aviv, comprese nel prezzo).
Gilboa, in passato insignito di diverse posizioni di potere sotto differenti governi, ha dichiarato che se gli Usa fossero stati più assertivi avrebbero potuto evitare il processo di Mubarak (E come? Invadendo l'Egitto? Facendolo rapire dai Marines??), sottolineando che 'una superpotenza che non funziona viene considerata debole in questa parte del mondo' (Anche in altre parti, peraltro). Gilboa ha poi messo in guardia i lettori contro le implicazioni di un deterioramento dell'influenza a stelle e strisce per la sicurezza di Israele.
L'articolo si chiudeva indicando, nella ricerca di buone relazioni tra Il Cairo e Teheran e tra Il Cairo e Hamas ed Hezbollah indizi evidenti di una nuova rete di relazioni regionali che sta già stringendosi attorno a Israele.
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