Una corte militare libanese ha emesso un mandato di arresto per un cittadino del Paese dei Cedri ricercato per il ruolo centrale che avrebbe svolto in una organizzazione criminale dedita al contrabbando di armi a favore dei provocatori terroristi attivi negli ultimi mesi all'interno della Siria, ultimamente colpiti in maniera profonda dalle operazioni delle forze armate e di sicurezza del legittimo Governo di Damasco, che é riuscito a snidarli dai loro rifugi nelle principali località di confine (Homs, Baba Amr, Idlib, Daraa, Deir el-Zour...).
L'imputato, secondo il documento firmato nella giornata di giovedì 22 marzo dal giudice Imad Zein, sarebbe riuscito ad aprire un 'condotto' che permetteva l'introduzione di armi e munizioni attraverso la regione di Al-Kaa, presso la Valle della Biqa. Con questa iniziativa proseguono e si approfondiscono i passi di parte libanese per venire incontro alle richieste dei Siriani di strozzare definitivamente i canali del contrabbando che finora hanno consentito ai terroristi tagliagole a libro paga di Israeliani, Americani, Francesi, Turchi e dei monarchi arabi del petrolio di operare nel loro territorio.
Nonostante l'azione dei provocatori stranieri la popolazione siriana si é mantenuta fedele al Governo centrale, rispondendo entusiasticamente alle sue iniziative di riforma istituzionale culminate con il referendum consultivo sulla nuova Costituzione, tenutosi con successo il 26 febbraio e il cui risultato ha permesso di potere indicare il prossimo maggio come data delle nuove elezioni politiche, le prime che seguiranno le regole enunciate nella nuova Carta.
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