Ma ormai la demografia é cambiata e il 41% della popolazione é sciita, inoltre i maroniti non sono più uniti sotto un'unica bandiera ma si differenziano tra i neofascisti di Geagea e Gemayel, venduti a Israele e agli Usa, alleati coi sunniti del mezzo-saudita Saad Hariri (il Renzo Bossi libanese) e i progressisti dell'LMP dell'Ex-generale Aoun e il Marada della famiglia Franjeh, separato dai falangisti dall'odio incolmabile per la strage della famiglia Franjeh compiuta dai loro miliziani nel 1978 (quando i falangisti cercarono di distruggere militarmente ogni altro gruppo cristiano maronita -Guardiani dei Cedri, Tigri Ahrar, Marada e altri- in maniera da instaurare una loro egemonia).
Il Ministro dell'Interno Marwan Charbel ha proposto un sistema proporzionale secco che garantisca a ogni gruppo etnico e religioso una rappresentanza in base alla sua consistenza numerica; resterebbe da decidere come riorganizzare i collegi elettoriali che dovrebbero dividere il Libano in un numero di circoscrizioni variabile dalle 10 alle 14. Ovviamente decidere dove far passare i confini tra l'una e le altre potrebbe avere drammatica influenza sul peso numerico della rappresentanza elettorale di questo o quell'altro gruppo o setta. In Libano esistono circa 17 diverse comunità che vanno dai 'player maggiori' (Maroniti, Sunniti, Sciiti) a gruppi di media entità (Drusi, Greco-Ortodossi, Alawiti) a piccolissimi gruppi (Armeni, Yazidi, Curdi) che però magari costituiscono la maggioranza assoluta di una cittadina o di una provincia.
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