Inseguito dalle richieste di comparizione di fronte al tribunale di Bagdad che ha spiccato i mandati di cattura verso di lui in seguito alle confessioni delle sue ex-guardie del corpo che lui stesso aveva trasformato in una efficientissima "anonima omicidi" per eliminare rivali politici e ufficiali governativi che si fossero (ahiloro) avvicinati troppo a scoprire la verità sulle sue 'attività coperte' l'Ex-vicepresidente irakeno Tareq al-Hashemi é fuggito dal Nord del paese, dove si era "ritirato" presso le province semi-autonome curde, diretto verso il Qatar, grande protettore della sedizione sunnita che cerca disperatamente (per fortuna finora senza alcun successo) di rallentare il consolidamento dell'Asse della Resistenza che, con il ritiro definitivo degli invasori americani dalla Mesopotamia, corre ora indisturbato dai confini dell'Afghanistan fino alle spiagge libanesi attraverso Teheran, Bagdad, Damasco e Beirut.
Probabilmente a Doha, di fronte ai principi Qatarioti e ai loro 'controllori' della CIA e del Dipartimento di Stato Al-Hashemi dovrà dare un bel po' di spiegazioni prima che gli venga concesso l'esilio più o meno dorato che si dà ai pupazzi dell'imperialismo a stelle e strisce che hanno fallito nella missione; il fatto che l'ex 'pezzo da novanta' della coalizione Al-Iraqiya sia scappato verso il Qatar anziché verso l'Arabia Saudita di Casa Saoud dà da riflettere sui cambi di "peso specifico" nel campo dei sostenitori dell'egemonia americana nella regioen e anche sul fatto che, con l'Est sciita ormai in rivolta quasi aperta contro Riyadh, il reame di Casa Saoud non sia più considerato un porto troppo sicuro ove gettare le ancore.
Già il quattro marzo scorso un rapporto del Ministero dell'Interno di Bagdad dava per "molto probabile" un tentativo di fuga di Al-Hashemi dal Kurdistan semi-autonomo verso una località dove gli fosse più facile sfuggire ai mandati di cattura e di comparizione che lo reclamano nella capitale irakena a rispondere delle accuse elevategli contro. E' significativo che le prime accuse contro Hashemi si siano levate praticamente all'indomani della partenza degli ultimi contingenti americani da Bagdad, segno che le indagini contro di lui erano già arrivate a risultati decisivi e si aspettava solo il momento in cui le truppe di Obama avessero definitivamente tolto il disturbo per poter intervenire in merito.
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