In quella occasione l'apparente perdita dei principali sponsor internazionali e regionale della Causa palestinese (URSS, Irak...), unita alla età avanzata del leader storico dell'OLP cospirarono nel convincerlo che "poco sarebbe stato meglio di niente" e lo resero, magari anche malgrado le sue stesse intenzioni, un burattino di quelle stesse forze che egli aveva combattuto anche con gradi successi nei precedenti decenni della sua vita.
Adesso, otto anni dopo la sua morte, Arafat sta venendo di nuovo utilizzato come "specchietto per le allodole" da quelle stesse forze che lo manovrarono dalla Conferenza di Oslo in poi: le tardive 'rivelazioni' del canale Qatariota Al-Jazeera riguardo un suo possibile avvelenamento a base di Polonio, infatti, non servono alcuno scopo se non quello di distrarre l'opinione pubblica araba e mediorientale dalle gravissime difficoltà in cui arrancano i reami petroliferi del Golfo, retti dai corrotti emiri sunniti rimasti ultimi scherani dell'egemonia imperialista Usa nella regione.
L'Arabia Saudita si dibatte nell'incertezza dovuta alla senilità e alla cattiva salute dei pochi superstiti tra i "Sette Sudairi", insieme al Qatar Riyadh vede i suoi sforzi di sedici mesi contro la Siria non portare a nessuno dei risultati sperati (cacciata di Assad e cambio di regime), il Barhein sperimenta proteste sempre più massicce e diffuse che sembrano preludere all'inevitabile cacciata dei sovrani Al-Khalifa; in questo scenario, "ripescare" una storia come quella dell'avvelenamento di Arafat non é altro che un espediente di 'Distrazione di Massa'. Un giochino dell'Emiro del Qatar (ormai burattinaio di Al-Jazeera dopo le defezioni di tutti i giornalisti seri e indipendenti dalla rete) a cui Palaestina Felix non vuole prestare attenzione o spazio.
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