L'attacco sarebbe avvenuto vicino al villaggio di Tarut, secondo quanto riportato dal Tenente Colonnello Ziyad al-Ruqaiti. Nel corso del week-end un portavoce del Ministero dell'Interno, Mansour al-Turki, aveva comunicato che durante scontri con manifestanti nella cittadina di Qatif una volta tanto era stato un soldato a rimanere esanime al suolo, dopo dozzine e dozzine di civili massacrati e soffocati coi gas dagli sgherri di Riyadh negli ultimi sedici mesi.
Uno degli ultimi martiri della protesta anti-Saoud, il diciottenne Hassan Yusuf al-Qalaf, era nativo proprio di Tarut.
Fonti della protesta sciita hanno comunicato che anche un manifestante é rimasto ferito durante scontri con gli uomini del regime a Tarut e che é stato portato in una località segreta e protetta per ricevere cure mediche visto che spesso polizia ed esercito irrompono in pronto soccorso e ospedali per arrestare chi mostra sintomi da asfissia da gas urticanti o ferite di proiettile.
A più riprese i membri della minoranza sciita in Arabia Saudita si sono detti pronti a iniziare azioni di guerriglia contro poliziotti e soldati e attentati contro oleodotti, raffinerie e infrastrutture petrolifere se Re Al-Saoud e il suo Governo continueranno a tentare di reprimere con la violenza le loro richieste di riforma e democratizzazione della società.
Una vasta ribellione armata potrebbe avere conseguenze gravissime non solo per la sopravvivenza del regime saudita, ma anche per il prezzo del petrolio nei paesi occidentali visto che l'Arabia Saudita e il Qatar stanno disperatamente cercando di tenersi al passo con la domanda dopo che l'UE ha stupidamente accettato di interrompere gli acquisti di petrolio iraniano.
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