Machiavelli raccomandava al 'Principe' di servirsi, per i suoi scopi, di uomini gretti e sgradevoli che potessero, al momento opportuno, venire messi da parte senza che alcuno avesse nulla da protestare, anzi, eventualmente garantendo a chi 'licenziava' tali buratti ormai disutili, la 'gratitudine' di coloro che avevano dovuto subire le loro prepotenze.
E potrebbe esserci un meccanismo simile, almeno prestando fede alle ipotesi esplicate nell'ultima edizione del quotidiano libanese 'As-Safir' dietro alla notizia del prossimo cambio al vertice della Dinastia Al-Thani, che, secondo i bene informati (tra cui noi, che abbiamo segnalato i movimenti in merito in un nostro recentissimo articolo) dovrebbe portare il 'Delfino' Principe Tamim a sostituire il genitore Emiro Al-Thani sul trono del Qatar entro i primi di agosto 2013.
La redazione del quotidiano ipotizza un vero e proprio 'diktat' di Washington dietro la decisione dell'Emiro qatariota, che sarebbe stato 'convinto' ad acconsentire da una nemmeno tanto velata minaccia americana verso tutte le proprietà di Doha non solo in territorio statunitense, ma persino nell'UE e in altri paesi occidentali asserviti a Obama, che in caso di riluttanza dell'attuale Emiro sarebbero state sequestrate en masse con la scusa di dover prevenire distrazioni di fondi a organizzazioni estremiste e terroriste.
Ovviamente Obama e soci sarebbero furiosi per la maniera 'disinvolta' con cui Al-Thani ha distribuito centinaia di milioni di dollari a milizie wahabite estremiste in Libia e in Siria, senza alcun pensiero a cosa sarebbe stato di queste cellule impazzite in prospettiva futura: l'agguato e l'ammazzamento del console americano a Bengasi ha ben mostrato cosa possano fare 'cani sciolti' in passato troppo riccamente foraggiati.
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