In velocissima evoluzione la situazione tra Russia ed Egitto che necessariamente vanno verso un accordo che garantisca le necessità di sicurezza militare del Paese e ne sancisca l'uscita dalla sfera di influenza americana dopo la rottura consumatasi a settembre tra Obama e il Generale Al-Sisi.
Entrata da poco nel Mediterraneo Orientale l'unità di superficie "Varyag" della Marina di Mosca é arrivata oggi ad Alessandria, accolta con tutti gli onori: la prima nave russa in Egitto dal 1992. Secondo l'agenzia Mena la Varyag si fermerà cinque giorni, guardacaso partendo proprio il giorno in cui lasceranno il Cairo i Ministri russi Shoigu e Lavrov attesi dopodomani nella capitale per porre le basi di una vendita di armi da 4 miliardi di dollari che dovrebbe essere solo la prima di molte.
Abbiamo già segnalato che, per rafforzare la propria posizione nel Mediterraneo, Mosca potrebbe desiderare una seconda base navale da affiancare a quella siriana di Tartous (per difendere la quale il sostegno al Governo di Assad non é MAI VENUTO MENO in oltre due anni di campagna terrorista contro la Siria), però in merito gli esponenti egiziani si mostrano freddi o dismissivi come il portavoce ministeriale Badr Abdel-Atty: atteggiamento sincero o semplice 'schermaglia' per alzare il prezzo di una simile concessione?
C'è poco da fare gli schizzinosi, ci sono anche altre soluzioni oltre a quella Egiziana per Santa Madre Russia come quella Algerina, l'Egitto ha l'assoluto bisogno di riaffermare la propria sfera di influenza sul corso meridionale del Nilo e di potersi avvalere di armamento moderno senza le limitazioni imposte dagli amerirottinculo per non farsi minacciare dai legami che i sionisti hanno instautato in Etiopia e Kenia ed il Sudan potrebbe essere anche un altro alleato logico per il Cremlino in sinergia con Pechino, insomma i giochi sono aperti e l'Egitto ha tutto da guadagnare a sfruttare la sua posizione strategica, non è momento per le timidezze.
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