I nostri attenti lettori già sapevano grazie ai nostri precedenti articoli che ingegneri e tecnici aeronautici della Repubblica Islamica dell'Iran si erano dedicati con successo alla manutenzione e al ricondizionamento dei velivoli irakeni atterrati nel paese nel 1991, quando i generali di Saddam Hussein, temendo la completa distruzione delle loro linee di volo, fecero volare circa centocinquanta apparecchi verso i cieli dell'ex-nemico della guerra del 1980-88.
L'Iran trattenne quegli aerei come parziale compensazione dei danni di guerra e, come detto, inserì i più moderni come i MiG-29, i Mirage-F1, i Su-24 e -25 nelle proprie squadriglie, dimostrando di avere le piene competenze per manetenerli efficienti e funzionali. Ma molto meno si sapeva del fato degli 'altri' modelli, soprattutto aerei da attacco al suolo di generazione non recente, che molti 'pundit' aeronautici diedero per smontati o venduti sottobanco.
Adesso l'arcano si é svelato, con l'atterraggio alla base aerea irakena di Imam Ali di dozzine di Sukhoi 'Fitter-C' (Sukhoi-20 e Sukhoi-22) e forse anche di alcuni MiG-23 (ma su questi vi sono meno certezze) "restituiti" dall'Iran all'Irak affinché possano prendere parte alla lotta contro i takfiri dell'ISIL/Daash.
La potenza aerea é fondamentale nella repressione dell'insorgenza mercenaria estremista, come già ha dimostrato ampiamente il caso della Siria; siamo certi che i piloti irakeni sapranno utilizzare al meglio i loro "vecchi destrieri", con risultati decisivi.
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