Con una estenuante, lunghissima e faticosa trattativa segreta il Governo egiziano patrocinato dal nuovo Presidente Al-Sisi e i rappresentanti della Striscia di Gaza sono finalmente riusciti a comporre diffidenze, incomprensioni ed equivoci che finora avevano caratterizzato le relazioni tra l'Egitto post-Ikhwan e il ghetto palestinese assediato.
Il fondatore e leader storico di Hamas Mahmoud Zahar, di madre egiziana, é stato al centro di questo negoziato ed é venuto allo scoperto solo ieri, dichiarando ai media che esso é avviato a concludersi positivamente: gli effetti si avranno sull'atteggiamento egiziano nei confronti dei tunnel del Sinai (i "Tunnel della Vita" che garantiscono l'arrivo a Gaza di beni essenziali) e anche sulle aperture del varco di frontiera di Rafah.
Hamas ha riconosciuto l'importanza essenziale di mantenere buoni rapporti con il Governo egiziano, chiunque lo guidi e qualunque siano le sue posizioni in politica regionale e internazionale. Lo 'svarione' gravissimo dei dirigenti come Mishaal, Marzouk e in parte anche Ismail Haniyeh che avevano cercato di rendere Hamas un'organizzazione pro-Qatar schierata con la Fratellanza Musulmana al potere in Egitto durante il regime di Mohammed Mursi aveva causato un backlash devastante nel momento in cui il Generale Al-Sisi rispondendo alle invocazioni della piazza esasperata dagli abusi dell'Ikhwan lo aveva deposto.
Ulteriori incontri per dirimere i dettagli degli accordi si terranno sempre in Egitto dopo la festività dell'Eid al-Adha.
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