Erano arrivati da qualche villaggio o cittadina dell'Estremo Ovest cinese, le grandi province pianeggianti e steppose dell'Urumqi e del Xinjiang, dove é molto diffusa la fede musulmana, evidentemente avevano sentito parlare dell'ISIS e della sua 'jihad' e vi si sono uniti per qualche tempo, ma col passare dei mesi hanno deciso che sarebbe stato meglio tornare alla tranquilla vita sotto la Repubblica Popolare Cinese piuttosto che restare insieme ai barbouze finanziati da Doha, Riyadh, Ankara e Tel Aviv a combattere per interessi non loro che non avevano niente a che fare con l'Islam da cui provenivano. Purtroppo dall'ISIS non ci si può congedare con un sorriso per cui, scoperti nel tentativo di fuggire, sono stati sgozzati come capretti.
Questa la fine fatta da tre cinesi che si erano uniti al 'califfato' del Daash nella zona di Raqqa, in Siria.
Ormai sono sempre più frequenti le esecuzioni di fuggiaschi e disertori, segno che le continue sconfitte sul campo stanno minando il morale dei takfiri.
Persino Ali Abdullah al-Saudi, capo della 'polizia' dell'ISIS é scappato con milioni di dollari della cassa comune dei terroristi.
In Irak altri due cinesi sono stati sgozzati insieme ad "undici altri militanti" che avevano tutti cercato di scappare verso la Turchia.
Tutti i mercenari degli americani defezionano in massa. In ucraina é lo stesso ed hanno dovuto costituire plotoni di esecuzione per fermare l'emorragia.
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