Dopo otto giorni di dibattimento il Giudice Distrettuale Lee Poh Choo, del Tribunale Penale di Singapore ha condannato il 39enne impiegato d'ambasciata saudita Bandar Yahya al-Zahrani a tre mesi di reclusione, a una multa di 1500 dollari per subornazione di testimone e alla ben più grave pena di 10 anni di reclusione e a una fustigazione da decidersi per molestie sessuali.
Al-Zahrani che come tutte le scimmie saudite non sa quale differenza passi tra cameriera e prostituta, aveva violentato una ventenne impiegate dell'hotel singaporeano dove si trovava in vacanza e aveva poi cercato, offrendo denaro ai suoi colleghi e superiori, di tacitarne le denunce.
Noi non siamo bacchettoni, capiamo che un uomo in vacanza possa anche desiderare un'avventura sessuale, ma per queste cose ci sono o signorine professioniste o le risorse del fascino e della seduzione; comportamenti troppo razionali, civili e raffinati per venire compresi dalle bestie wahabite.
A parti simili, nel loro paese, lo avrebbero decapitato, scimmie incivili.
RispondiEliminaNon credo nemmeno, per lavorare in un'ambasciata, anche come semplice impiegato, un Saudita deve avere un amico principe o almeno maggiordomo di palazzo e si sa che il nepotismo e il clientelismo a Riyadh e dintorni sono potentissimi
EliminaPerò applicando le norme legali proprie della cittadinanza dell'indagato, giusto per rispetto e non per altro, si potrebbe tagliargli la testa anche lì a Singapore, senza polemiche.
EliminaDivertente la fustigazione sulle chiappe nude del beduino saudita! Da mandare in mondovisione.
RispondiEliminaOttimo articolo Kahani. Mi ha regalato un sorriso sulla triste mentalità wahabita.
RispondiEliminaSostegno e auguri alla povera cameriera.
Tommaso Baldi