giovedì 12 settembre 2019
L'Irak risorge (grazie anche all'aiuto iraniano): riapre la fabbrica di ferri da stiro "Diala"!
Sotto il catastrofico regime di Saddam Hussein, l'Irak non era certo uno stato manufatturiero.
"Beduino dentro" e diffidente di chi possedeva competenze e conoscenze tecniche, lo stile di Saddam, non diversamente da quello di un monarca saudita o emiratino, era quello di comprare all'estero tutto il necessario coi proventi del petrolio.
Eppure nel 1983 sotto l'egida del Ministero delle Industrie e dei Minerali, venne inaugurata una fabbrica irakena di trasformatori, che l'anno dopo iniziò anche a produrre candele d'accensione.
e battezata "Società Statale Al-Qadisiyah per le Industrie Elettriche".
Potete immaginare cosa successe a questa impresa negli anni dal 1991 al 2003 e seguenti.
Col nome di "Diala State Company", essa ha riaperto la sua linea di produzione di ferri da stiro nell'Est dell'Irak, nella quasi omonima città di Diyala.
L'impianto era già presente in loco, ma é rimasto chiuso per circa 14 anni, quando le conseguenze dell'invasione angloamericana distrussero completamente l'economia locale.
Ovviamente a chi sa leggere le carine, la sapienza geopolitica suggerisce che non é un caso che proprio questo impianto nell'Irak orientale abbia riaperto e che l'aiuto e il "know how" del vicino gigante tecnologico iraniano non sia affatto alieno da tale 'rinascimento', i cui positivi effetti non tarderanno a farsi sentire, nella città, nel governatorato e, speriamo, in tutto il paese mesopotamico.
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