sabato 16 luglio 2011

Aggiornamento: recuperato il corpo di uno dei sepolti vivi nei tunnel di Rafah, colpiti dalle bombe sioniste


E' con viva commozione che comunichiamo la notizia, ripresa da fonti mediche della Striscia di Gaza, che il corpo del giovane Mohammed Ibrahim al-Bayouk, 22enne, é stato riportato alla luce dalle profondità della terra che si era chiusa sopra di lui quando, mercoledì scorso, il piratesco attacco aereo sionista contro i "tunnel della vita" che consentono alla popolazione del ghetto palestinese assediato di non morire di fame troppo rapidamente, aveva fatto collassare il passaggio sotterraneo nel quale lavorava.

Adham Abu Salmiyya, portavoce delle unità di Pronto Soccorso di Gaza ha dichiarato che il corpo di Bayouk é stato recuperato dopo tre giorni di lavoro indefesso; rendiamo omaggio alla costanza e all'abnegazione degli uomini che lo hanno recuperato, alla loro "pietas" che consentirà alla famiglia Bayouk, gravissimamente colpita, di avere almeno la parziale consolazione di offrire al giovane defunto un funerale appropriato.

Con la morte di Bayouk sono tre gli abitanti della Striscia assassinati da Israele con gli attacchi militari degli ultimi 12 giorni, cui bisogna aggiungere 13 feriti, alcuni dei quali, molto gravi, potrebbero aggiungersi da un momento all'altro alla lista dei morti.
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Raed Salah liberato su cauzione! L'Alta Corte britannica riconosce che non ci sono motivi per tenerlo in cella!!


Finalmente le proteste, la mobilitazione, le petizioni e le pressioni di tutti i sinceri democratici e amici della Palestina stanno cominciando ad avere ragione della vera e propria cospirazione sionista contro lo Sceicco Raed Salah, il "Gandhi di Palestina", che era culminata nel suo arresto illegale e nel tentativo di espellerlo con la forza dall'Inghilterra dove si era recato apertamente e regolarmente per prendere parte a simposi e conferenze sulla persecuzione dei Palestinesi soggetti all'Apartheid di Tel Aviv.

Nella giornata di ieri infatti il Giudice dell'Alta Corte cui era stata presentata la richiesta di libertà su cauzione per lo Sceicco non ha potuto che accettarla, stabilendo che Salah venga ospitato in un domicilio conosciuto dove possa venire controllata la sua permanenza da ufficiali del Ministero degli Interni in attesa della revisione del suo caso presso un tribunale competente.

Ovviamente, quando finalmente anche questo passo sarà completato, risulterà evidente che le misure prese contro Salah erano inutili e infondate, gli verranno risarciti i danni morali e materiali e lo Sceicco potrà riprendere il suo tour britannico per alzare la consapevolezza del pubblico sul livello di persecuzione applicato dal Regime ebraico contro lui e i suoi compatrioti, lobby o non lobby.
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La mezzaluna rossa algerina dona 2.500.000 dollari a Gaza per ricostruire gli ospedali distrutti dai sionisti!


La Mezzaluna Rossa algerina ha donato fondi per due milioni e cinquecentomila dollari alle vittime dell'assedio e degli attacchi israeliani contro la Striscia di Gaza che dal 2007 a oggi hanno trasformato l'enclave costiera in un gulag a cielo aperto, mettendo oltre 750.000 persone in immediato pericolo di sopravvivenza. Haj Hammo Ben Zughair, presidente della Mezzaluna Rossa algerina ha dichiarato che l'intera cifra é stata raccolta tramite donazioni di privati decisi ad aiutare i loro Fratelli Palestinesi,

"L'aiuto umanitario che forniamo ha tre fasi successive: nella prima abbiamo fornito personale medico e infermieristico, cibo e sacche di plasma alla popolazione di Gaza, nella seconda abbiamo fornito psicologi e psichiatri per aiutare i Palestinesi traumatizzati dai continui attacchi israeliani e dalle perdite di persone care, nella terza, abbiamo donato questa importante somma, con il vincolo che una parte prestabilita vada a ricostruire l' "Ospedale Al-Quds", distrutto dai sionisti nel loro attacco militare del dicembre 2008".

Zughair ha aggiunto che le famiglie algerine forniranno aiuto e assistenza ai figli dei prigionieri politici palestinesi e agli orfani tramite procedimenti quali l'adozione a distanza e la sponsorizzazione degli studi, con aggiornamenti costanti e continui sui progressi dei loro tutelati.
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venerdì 15 luglio 2011

Il "piccolo re" ascemita scatena i suoi sbirri contro il popolo in protesta! Inizia finalmente a vacillare il trono di Abdullah?


Almeno dieci persone sono rimaste ferite negli scontri scoppiati ad Amman dopo le consuete preghiere del venerdì, quando migliaia di persone, uscite dalla Moschea di Hussein, hanno cercato di marciare sul Municipio gridando slogan contro il Governo e il monarca.

Quel che appare singolare é che quasi tutti i feriti non si contano tra i manifestanti, che pure sono stati dispersi dagli sbirri di re Abdallah non certo con le buone maniere, ma tra reporter e giornalisti, che dichiarano: "Ci hanno presi di mira, i giubbotti e le pettorine con scritto "stampa" non sono servite a proteggerci, anzi, gli hanno indicato chiaramente chi dovevano colpire!".

Accanirsi contro i rappresentanti della stampa e dell'informazione é uno dei segni distintivi dei tiranni, quei 'tiranni' che l'occidente ipocrita dice di voler denunciare e combattere, ma si sa che la casa ascemita di Giordania é troppo benvoluta da Usa e Israele, (E come! Ha ammazzato un sacco di Palestinesi e li ha spinti a emigrare in Libano per poterlo destabilizzare!!) per dover pagare lo scotto di comportamenti come questi.

Ma nella giornata di oggi oltre che ad Amman si sono tenute manifestazioni anche a Tafileh, Man, Karak, Irbid e Jerash. Forse, nel prossimo futuro, il piccolo re ascemita si troverà di fronte manifestazioni tanto grandi e tanto diffuse da non poter sperare di trarsi d'impaccio facendo manganellare qualche giornalista.
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Altri attacchi contro Gaza! Israele intensifica i crimini contro la popolazione civile assediata!!


Sono cinque i nuovi episodi di pirateria aerea sionista che hanno colpito nelle ultime ore obiettivi civili nelle aree centrali e settentrionali dell'enclave costiera di Gaza, sottoposta da quattro anni agli incessanti 'raid' militari israeliani che completano ed intensificano lo strangolamento economico, alimentare e sanitario portato avanti con crudele determinazione nei confronti del ghetto palestinese.

Nella giornata di mercoledì erano stati i "tunnel della vita", che servono ad approvvigionare precariamente e sommariamente Gaza di medicine, latte in polvere, viveri e altre provviste di immediata utilità a subire i colpi dell'offensiva degli F-16 sionazisti, con un bilancio di cinque feriti e, ci duole doverci correggere, non uno, ma ben due dispersi inghiottiti dal cave-in dei tunnel bombardati.

Negli ultimi attacchi invece sono stati sei i missili a guida laser sparati dagli apparecchi sionisti contro officine, magazzini e depositi di viveri e carburante. Finora non si riportano vittime anche se, é logico prevederlo, nei prossimi giorni e nelle prossime settimane saranno dozzine se non centinaia i Palestinesi che soffriranno e probabilmente moriranno a causa delle devastazioni inflitte da Israele. La popolazione di Gaza, oltre un milione e mezzo di persone pressate in una striscia di territorio con la più alta densità abitativa della terra, sopravvive ormai col minimo indispensabile e ogni ammanco di cibo o farmaci può rivelarsi fatale per persone già indebolite dall'inedia e dalle malattie.
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Nabil Arabi dichiara che la Lega Araba sosterrà la richiesta di riconoscimento internazionale dello Stato di Palestina!


Cominciano a farsi sentire gli effetti della nomina di Nabil el-Arabi alla carica di Segretario Generale della Lega Araba; secondo un recente comunicato, infatti, l'organizzazione, tramite la sua "Iniziativa Araba di Pace per il Medio Oriente" suggerirà al consesso internazionale, di fronte all'ostinazione israeliana a garantire lo stop totale e definitivo dell'espansione degli insediamenti illegali popolati da fanatici ebrei armati e delle misure di persecuzione volte alla pulizia etnica dei territori occupati, di sostenere con forza la dichiarazione di indipendenza palestinese e la richiesta di ammissione dello Stato di Palestina all'ONU.

L'annuncio é stato fatto in Qatar, al termine di una riunione della Lega Araba, secondo quanto riportato dall'Agence France Press. L'eco dell'annuncio di El-Arabi si é immediatamente sparso nelle ambasciate e cancellerie di mezzo mondo, rincuorando molto i sostenitori della Causa palestinese. Lo Stato che verrà dichiarato a settembre avrà come confini quelli indicati dalla Risoluzione 242 del Consiglio di Sicurezza ONU, che invitava i sionisti a ritirarsi dalle terre conquistate col loro attacco di sorpresa del 1967.


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La marina sionista attacca "Oliva", la barca dei diritti umani che difende i pescatori di Gaza!!



Come mostra eloquentemente questo video la marina israeliana continua nella sua opera di persecuzione e aggressione contro i pescatori di Gaza "colpevoli" di procurare col loro lavoro cibo alla popolazione dell'enclave costiera assediata, che i politici e i generali di Tel Aviv vorrebbero vedere morire di fame.

Questa volta, però, era presente "Oliva", la barca dei diritti che pattuglia le acque della Striscia riprendendo e documentando le sofferenze e gli abusi sofferti dai pescatori arabi a bordo dei loro 'hasaka'; quindi, di fronte alle telecamere e alle macchine fotografiche dei volontari internazionali gli aguzzini sionisti non hanno messo mano a mitragliere e cannoncini, ma hanno usato i cannoni ad acqua nel tentativo di fare capovolgere e affondare le imbarcazioni.

Citiamo letteralmente dal rapporto dei membri dell'equipaggio di "Oliva": "Con la videocamera in mano ho sentito l'impatto dell'acqua ad alta pressione che iniziava a colpirmi [...] sono stato gettato indietro dall'impatto, imprecando con termini che solitamente non uso mai, l'equipaggio della nave da guerra israeliana cercava continuamente di mirare al mio viso, alla mia faccia, per soffocarmi [...] a un certo punto ho visto chiaramente l'ufficiale comandante israeliano segnalare al cannoniere di continuare a colpirmi sul viso, ordine che si é affrettato a eseguire [...] immaginate qualcuno che usi la vostra testa come sacco da boxe, immaginate che ogni pugno sia grande come una palla da bowling e che ne arrivino in continuazione, ecco quello che abbiamo sopportato [...] se c'é qualcosa di cui essere orgogliosi é che, concentrandosi su di noi gli israeliani non si sono accaniti sugli hasaka dei pescatori.

I continui attacchi israeliani contro i pescatori palestinesi hanno ormai distrutto la fiorente industria del pescato nella Striscia, riducendo l'ammontare di pesce raccolto del 75% e anche quello che entra comunque non viene pescato, ma comprato nottetempo da pescherecci egiziani che lo catturano in acque libere e poi si avvicinano alla costa di Gaza per venderlo.
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giovedì 14 luglio 2011

Tuqan: "Dieci giorni per ristabilire il flusso del metano tra Egitto e Giordania!"


Ci vorranno circa dieci giorni per completare le riparazioni al metanodotto del Sinai colpito recentemente dal quarto attentato esplosivo dall'inizio dell'anno. Così ha dichiarato in una intervista rilasciata all'agenzia di stampa ufficiale "Petra" il Ministro dell'Energia del regno ascemita di Giordania, Khalid Touqan.



Anche se avvenuto ad El-Arish, letteralmente sul confine israeliano e inteso come atto di protesta e avvertimento alle reiterate dichiarazioni del governo di transizione per la ripresa delle forniture metanifere allo Stato ebraico l'attentato (e il conseguente vasto e distruttivo incendio) hanno interrotto il flusso del combustibile anche verso Amman.

I governanti giordani avranno sudato certo freddo per l'interruzione delle forniture visto che tra dicembre e gennaio, proprio nel periodo tra la caduta del tunisino Ben Ali e quella di Mubarak Amman era stata teatro di forti proteste scatenate proprio dal rincaro dei generi di prima necessità, tra cui il gas combustibile. Nonostante confini con due dei più formidabili esportatori di greggio e metano del pianeta (Irak e Arabia Saudita) il piccolo regno di Re Abdallah é pressoché sprovvisto di giacimenti di idrocarburi.
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Aggiornamento: é di cinque feriti e un disperso il bilancio dell'atto di pirateria aerea sionista contro i 'tunnel della vita' di Rafah!


Dell'ennesimo bombardamento israeliano contro obiettivi civili della Striscia di Gaza, vero e proprio atto di "pirateria aerea", abbiamo già parlato poche ore fa, ma, grazie all'agenzia di stampa "Palestine information center" possiamo aggiornare il bilancio di questa aggressione, riferendo di ben cinque feriti (alcuni molto gravi) e un disperso, quasi sicuramente sepolto vivo nel tunnel.

Solo la mente perversa degli Stranamore di Tel Aviv, i compilatori delle shylockiane 'tabelle della carestia', dove si contavano le calorie "concesse" a ogni abitante della Striscia assediata con uno zelo burocratico che avrebbe inorgoglito lo stesso Eichmann, potevano escogitare una serie di attacchi militari (aerei, di artiglieria, navali) tanto continui e mirati contro infrastrutture economiche e civili come quelli che ogni mese, senza tregua, trasformano sempre più la striscia di Gaza in un ghetto i cui abitanti si vogliono morti per fame e malattie.

Gaza non cederà, Gaza resisterà oggi come ha resistito ieri al barbaro pogrom di "Piombo Fuso"; ancora più urgente é il bisogno di organizzare nuove flottiglie, nuovi convogli di aiuto umanitario, nuovi sbarchi di dimostranti nella Palestina occupata dai sionisti, il popolo della Striscia é determinato e coraggioso, ma ha bisogno di tutto l'aiuto che può venire da coloro che non sono ancora avvelenati dalla propaganda sionista e dalle lusinghe della potente e pervicace lobby asservita a Tel Aviv.
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La giunta di Tantawi pospone le elezioni in Egitto rimandandole a novembre: il Maresciallo sta giocando col fuoco?


Quanti pensavano che in Egitto la situazione fosse in via di "normalizzazione" dopo la cacciata del tiranno Mubarak e il passaggio dei poteri alla giunta militare di transizione stanno avendo in questi giorni delle secche e nette smentite: esasperati dall'incapacità dei militari di condurre una decisa e profonda campagna di "de-mubarakizzazione" dell'apparato statale (quando invece i processi militari ai dimostranti catturati durante gli scontri di gennaio si celebrano in modo spiccio) il popolo é infatti tornato in piazza a dimostrare, nonostante le infernali temperature estive.

Adesso, dopo cinque giorni di sit-in a Suez, ad Alessandria e persino nell'iconica Piazza Tahrir, il Maresciallo Tantawi fa una nuova mossa azzardata arrivando a spostare d'imperio l'annunciata data delle elezioni politiche (la prima consultazione libera e democratica nel paese) da settembre a novembre. Ovviamente la società civile non ha preso bene la notizia, accusando i generali di voler estendere il loro periodo di controllo pressoché totale dello Stato per poter meglio coprire le spalle ai boiardi e ai manutengoli del vecchio autocrate Mubarak.

La situazione é tesissima in tutto il paese e, con ulteriori mosse inconsulte di Tantawi e soci, si potrebbe benissimo tornare ai disordini di inizio anno, questa volta contro una classe militare che ha pensato di poter "giocare col fuoco" negando al popolo il cambiamento per il quale ha lottato duramente versando il tributo di sangue di ben 846 vittime.
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Israele bombarda i 'tunnel della vita' a Rafah nel tentativo di affamare ancor di più la Striscia di Gaza!


Aerei da guerra sionisti hanno nuovamente bombardato la Striscia di Gaza nella serata di ieri, rinnovando per la terza volta negli ultimi giorni la serie di attacchi con cui i generali di Tel Aviv tentano di rendere insopportabile la vita degli abitanti del ghetto palestinese assediato. Questa volta infatti sono stati i tunnel di Rafah a costituire l'obiettivo dei pirati aerei con la stella di David.

Attraverso i tunnel sotterranei che arrivano in Egitto gli abitanti di Gaza sono in grado di procurarsi medicinali, carburante, latte in polvere, persino bestiame, bilanciando in parte la carestia imposta dallo strangolamento economico sionista, naturale quindi che, dopo aver preso di mira officine e fabbriche adesso l'attenzione dell'aviazione israeliana si sia spostata verso questi veri e propri 'cordoni ombelicali' sotterranei, con l'intenzione di reciderli a colpi di bombe e missili.

Secondo quanto riportato dai corrispondenti dell'emittente iraniana PRESSTV non si riporterebbero feriti o morti in conseguenza del raid sionista anche se la preoccupazione per una ripetizione dell'attacco nelle prossime ore potrebbe gravemente compromettere l'attività dei tunnel, da cui dipende letteralmente la sopravvivenza di migliaia di persone.
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mercoledì 13 luglio 2011

L'Iran appronta una nuova versione del sistema missilistico antiaereo S-200!!


Secondo le dichiarazioni recentemente rese dal Brigadier Generale Farzad Esmaili gli sforzi congiunti di tecnici, ingegneri e ufficiali dell'Aviazione e della Guardia Rivoluzionaria iraniana sono riusciti a modificare radicalmente i missili per la difesa aerea S-200 "Dubna", di cui Teheran possiede ben 200 apparati di lancio, migliorandone le prestazioni in maniera talmente profonda da trasformarli letteralmente in una nuova classe di arma, che andrà battezzata quanto prima con un nome farsi per distinguerla dal precedente sistema, ideato e sviluppato ai tempi dell'Unione Sovietica.

"I cambiamenti e le migliorie sono persino stati sottoposti a un pannello di analisti della Almaz Scientific Industrial Corporation (originaria sviluppatrice e produttrice del complesso S-200), che sono rimasti ammirati dalle soluzioni da noi implementate, tanto da farci ricevere messaggi di stima e apprezzamento, oltre al loro personale beneplacito per ribattezzare il sistema". L'overhaul degli S-200 é un'ottima notizia per l'Iran e una altrettanto cattiva per quanti (Usa e Israele) speravano di poter imporre i loro 'diktat' a Teheran magari con la minaccia ricattatoria di una campagna di bombardamenti.

Normalmente l'S-200 é in grado di ingaggiare bersagli aerei a media altitudine in un raggio di 270 chilometri; con le modifiche presenti i nuovi missili iraniani potranno prendere di mira obiettivi a grande altezza in un raggio operativo ben più alto, arrivando a rivaleggiare con le caratteristiche operative del sistema S-300.
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Il Regime dell'Apartheid bombarda un'officina a Gaza e ferisce una diciannovenne palestinese!


Nelle prime ore di mercoledì 13 luglio pirati aerei sionisti hanno attaccato la parte orientale di Gaza City, ferendo almeno una ragazza, abitante dell'enclave palestinese assediata. Apparecchi F-16 di fabbricazione americana hanno attraversato lo spazio aereo di Gaza lanciando missili a un'officina in un quartiere residenziale. La ragazza ferita avrebbe appena 19 anni, mentre diversi bambini hanno dovuto ricevere cure per shock e sintomi da ansia conseguenti all'attacco aereo.

L'attacco, oltre a distruggere la rimessa, ha causato gravi danni all'intero isolato, e tutti gli edifici circostanti hanno avuto le finestre sbriciolate dalla devastante onda d'urto provocata dalle esplosioni. Il proditorio bombardamento israeliano dimostra come la 'guerra' dichiarata dallo Stato ebraico alle infrastrutture economiche di Gaza sia tuttora in pieno svolgimento.

Per aggravare le condizioni economiche del ghetto sottoposto al disumano regime di strangolamento imposto da Tel Aviv con la complicità dell'Occidente pavido e ipocrita le forze aeree sioniste attaccano sistematicamente fabbriche ed opifici palestinesi; nella Striscia di Gaza la metà della popolazione adulta é attualmente disoccupata.
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I carcerieri sionisti avvelenano 25 prigionieri politici palestinesi servendo loro cibo avariato!


Nella prigione sionista del Negev l'amministrazione carceraria non si fa sfuggire nessuna occasione per umiliare e tormentare i detenuti politici palestinesi: una delle sue tecniche preferite consiste nel rifornire la mensa della prigione esclusivamente con prodotti scaduti e avariati, cosa che consente anche un notevole risparmio.

Le conseguenze di un simile atteggiamento non si fanno naturalmente attendere e, nel corso della giornata di lunedì oltre 25 prigionieri hanno accusato i sintomi di avvelenamento alimentare con crampi allo stomaco, vomito e diarrea. Secondo il sito web del Centro Studi Ahrar responsabile dell'avvelenamento sarebbe stato un 'preparato di carne tritata' servito ai detenuti come ripieno di un sandwich.

Prontamente i responsabili di Ahrar e gli esponenti del Ministero palestinese per gli Affari dei Prigionieri hanno levato la loro richiesta per l'immediato trasferimento dei prigionieri avvelenati in una struttura ospedaliera adeguata hanno invitato la comunità internazionale a fare pressioni sullo Stato ebraico affinché abbandoni una volta per tutte l'atteggiamento persecutorio nei confronti dei detenuti politici.
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martedì 12 luglio 2011

In coma l'erede diretto al trono saudita, operato negli Stati Uniti per un tumore maligno!


Il rubicondo signore che vediamo ritratto qui sopra é il Principe della Corona Sultan bin Abdul Aziz della Casa di Saoud, erede al trono dell'ultima monarchia assoluta ancora esistente al mondo; forse, però, sarebbe meglio dire che 'era' erede al trono, visto che a quanto riportato dai media internazionali é da mercoledì scorso che si trova in coma profondo nella clinica statunitense nella quale era stato ricoverato d'urgenza per venire sottoposto a intervento chirurgico per un tumore in avanzato stato di metastasi.

Più delle proteste dei sudditi sciiti nelle province orientali, o dei movimenti per la democrazia in Yemen e in Barhein sembra proprio che il peggior nemico di Casa Saoud sia...Casa Saoud stessa, o meglio, la mancanza di preveggenza dei suoi esponenti (i famigerati "Sette di Sudair") che da decenni preferiscono passarsi il trono lungo linee 'orizzontali' da un fratello a un cugino (tutti ultraottuagenari acciaccati e malandati) piuttosto che "passare la mano" a generazioni più giovani, scelta rischiosa perché tutti i fratelli e cugini esclusi dalla speranza di un 'giro di giostra' sul trono potrebbero coalizzarsi e precipitare il paese in una guerra civile.

Si pensi soltanto che l'attuale re Abdullah ha 86 anni, l'ex erede al trono ne aveva da poco compiuti ottanta e il nuovo erede in linea diretta, il Principe Nayef, ne ha 'solo' 78, ma in compenso é in terapia intensiva per i suoi mille malanni da oltre 20 mesi. Se a questo si aggiunge la vena di senilità che da generazioni corre lungo l'albero genealogico dei Saoud (Re Saoud stesso venne interdetto perché non più capace di intendere e volere) le prospettive future per il trono di Ryiadh sembrano tutt'altro che rosee...
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La Fratellanza Musulmana fa "cappotto" nelle elezioni sindacali dei farmacisti egiziani!


Ottime notizie dall'Egitto dove, stando agli ultimi dati diffusi i candidati della Fratellanza Musulmana, hanno letteralmente "sbancato" le elezioni sindacali dell'associazione farmacisti, dimostrando ancora una volta che la forza del movimento e la sua pervasività stanno proprio nella capacità di penetrare gli ambiti professionali che esprimono le figure-chiave dell'intellighentsia del paese. I candidati dell'Ikhwan hanno conquistato il Segretariato Generale, le Presidenze di tutte le otto sotto-sezioni del sindacato, la totalità dei seggi del comitato consultivo (12 su 12) e 22 seggi su 25 del Consiglio sindacale, oltre a 13 governatorati locali su 15.

Il Dr. Mohamed Abdel Gawad sarà Segretario Generale grazie al 54% di preferenze raccolte tra capitale e province, letteralmente annichilendo la pattuglia di concorrenti di cui il secondo classificato si trova a diverse decine di punti di distacco. Durante i decenni di governo del tiranno Mubarak le politiche liberistiche imposte all'Egitto dagli Usa e dall'Occidente hanno distrutto il settore di assistenza pubblica statale creato da Nasser, lasciando un vuoto immenso che é stato colmato pian piano dalle opere di assistenza e servizi della Fratellanzal; con le eccezioni delle cliniche private a cui si rivolgevano burocrati e politici dal pingue portafoglio quasi tutto il settore sanitario per la popolazione comune é egemonizzato dalle strutture riconducibili all'Ikhwan, che garantendo fondi universitari e borse di studio assicurano che anche le prossime generazioni di medici, clinici e farmacisti vedano una netta predominanza di propri membri al loro interno.

Il risultato delle elezioni sindacali é interessante, perché offre uno scorcio, nella dovuta prospettiva, di quanto forte e determinante sarà l'affermazione elettorale della Fratellanza nel quadro delle previste consultazioni elettorali democratiche.
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Generale iraniano dichiara: "I sauditi comprano panzer tedeschi per usarli contro i loro sudditi sciiti!"


Non sono soltanto le aule parlamentari e la comunità mediatica tedesca ad essere scioccate dalla leggerezza con cui il Governo conservatore di Madama Merkel, invece di preoccuparsi delle crescenti debolezze dell'Eurozona, preferisca trasformarsi in piazzista di armi per il tirannico sovrano saudita, capo dell'ultima monarchia assoluta esistente al mondo, vendendogli ben 200 carri armati Leopard 2A7. Dopo le reazioni indignate di esponenti socialdemocratici, comunisti, ecologisti e anche di figure ecclesiastiche protestanti si moltiplicano commenti e analisi anche nelle cancellerie e nei palazzi di governo del Medio Oriente e del Golfo Persico.

In particolare, molto interesse hanno suscitato i commenti del Brigadier Generale Gholam Ali Rashid, il quale, interrogato sul fatto se lo Stato Maggiore della Repubblica Islamica si sentisse minacciato dall'acquisto di carri armati tedeschi ha esplicitamente che quelle armi non sono puntate contro Teheran, ma piuttosto contro Jubail, Hofuf, Dammam, in breve, contro le province orientali saudite (le più ricche di petrolio), popolate quasi interamente da sciiti.

Il risveglio islamico e democratico che sta agitando il Bahrein e lo Yemen, di cui gli sciiti sono motore principale e attivo, ha letteralmente atterrito i tiranni di Ryiadh, ormai abituatisi a stili di vita opulenti e stravaganti tramite lo sfruttamento delle risorse naturali delle province più neglette del loro reame e, come essi non hanno esitato a inviare le loro truppe a comportarsi come Unni ed SS contro la popolazione civile di Manama, così non esiteranno a scatenare una Tienamen contro il loro stesso popolo, se sentissero in pericolo il loro potere e i loro privlegi, aiutati, in questo caso, dai 'panzer' di Dama Merkel.
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Quarto attentato esplosivo contro i terminal del gasdotto egiziano verso Israele!


Attaccanti non identificati hanno nuovamente dinamitato un terminal del gasdotto che attraverso la Penisola del Sinai garantisce l'esportazione del metano egiziano verso il regno ascemita di Giordania e, fino ad alcuni mesi orsono, anche in direzione dello Stato ebraico; secondo quanto riportato dall'agenzia Associated Press e dall'emittente iraniana in lingua inglese PRESSTV l'esplosione é avvenuta nelle prime ore del martedì, presso El-Arish, nella parte del Sinai più vicina proprio a Israele.

Gli attaccanti hanno preso ogni precauzione per evitare di ferire guardiani e tecnici dell'impianto: loro obiettivo era la struttura di pompaggio, non il suo personale. E' ormai il quarto attacco di questo tipo dall'11 febbraio, quando il tiranno Hosni Mubarak venne costretto alle dimissioni da settimane di colossali e ininterrotte proteste e agitazioni popolari.

L'Egitto, per imposizione dell'autocrate filo-americano e filo-sionista forniva a Israele il 45 per cento del suo fabbisogno di metano per generazione di energia elettrica, a un prezzo ridicolmente fuori mercato, la cui applicazione ha cagionato un danno di miliardi di Euro all'erario del Cairo.
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Dimostranti accampati in piazza in Egitto vogliono le dimissioni di Tantawi, scontri a Suez


Il sit-in di massa iniziato venerdì non si é esaurito col week-end, all'alba di martedì sono ancora migliaia le persone che occupano pacificamente le piazze ad Alessandria, Suez, Il Cairo e numerose altre città più piccole. In particolare a Suez si sarebbero registrati scontri tra la polizia e i manifestanti, l'Associated Press riporta le dichiarazioni di dimostranti che denunciano il comportamento brutale delle autorità, punto differente da quello messo in atto sotto il regime di Mubarak.

Coloro che sono scesi in piazza domandano processi rapidi e severi per gli oligarchi e gli esponenti della dittatura caduta a febbraio e una chiara tabella di marcia per la transizione alla Democrazia. "Regime non vuole dire solo Mubarak e i suoi ministri", spiega un attivista in piazza Tahrir "ci sono dozzine, centinaia di burocrati e amministratori che devono la loro posizione all'ex-tiranno, lasciarli al loro posto è pericoloso".

I manifestanti hanno anche iniziato a chiedere le dimissioni del Maresciallo Mohamed Hussein Tantawi, capo della Giunta militare di Transizione, nonché lo stop immediato a tutti i processi a coloro che sono stati arrestati durante le proteste di gennaio e febbraio. Già perché mentre oligarchi e membri della cerchia di Mubarak beneficiano di 'maniche larghe' e sentenze lenienti nei procedimenti a loro carico gli arrestati nelle proteste di inizio anno stanno venendo giudicati (e condannati) quasi come se il 'cambio di regime' non ci fosse stato.
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lunedì 11 luglio 2011

Il popolo tunisino rifiuta ogni rapporto con Israele: "Né riconoscimenti né normalizzazione verso il Regime dell'Apartheid!"


"Guai e sventura a tutti i politici che cercheranno di 'normalizzare' le relazioni della Tunisia con Israele, li denunceremo, li esporremo, pubblicheremo i loro nomi e non cesseremo mai di denunciare i loro tentativi!" queste le dichiarazioni di Ahmed Kahlaoui, che presiede il Comitato tunisino coontro la normalizzazione delle relazioni tra Tunisi e Tel Aviv.

Negli ultimi giorni era filtrata la notizia che l'Autorità incaricata di pilotare il processo di riforma politica verso la democrazia dopo che a gennaio 2011 le proteste popolari hanno causato la fuga precipitosa dell'autocrati Zine el Abidine Ben Ali aveva sottoscritto un "patto per la repubblica" sulla base del quale articolare le proprie attività che, in una sua precedente incarnazione, menzionava la possibilità di un "reapprochement" con lo Stato ebraico.

Pur non avendo adottato propriamente quella version i dirigenti del Comitato anti-normalizzazione il solo fatto di aver preso in considerazione un documento che nella precedente versione chiedeva esplicitamente di riaprire i contatti con Tel Aviv rende automaticamente 'sospette' le intenzione dell'Autorità per la riforma e i reali intenti dei suoi membri. Manifestazioni con centinaia di aderenti si sono svolte lungo il week-end, per chiedere lo scioglimento dell'Autorità e un ricorso immediato alle urne.
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Davutoglu: "Israele deve ammettere i suoi crimini sulla 'Mavi Marmara' e compensare le famiglie delle vittime"


Durante la sua visita di stato nella Repubblica Islamica il Ministro degli Esteri turco Ahmet Davutoglu, recentemente riconfermato nella carica, ha colto l'occasione per riportare all'attenzione internazionale la richiesta di normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra Israele e Turchia, reiterando che l'unica via per Tel Aviv di riaprire i rapporti bilaterali con Ankara é quella già indicata in passato e che nessun cambiamento di rotta é previsto o annunciato in merito.
Uno dei martiri della Mavi Marmara, colpito al retro del cranio dal proiettile sparatogli mentre era legato e immobilizzato sul ponte
"Israele deve ammettere i crimini compiuti contro il Diritto Navale, le persone dei volontari umanitari massacrati e il popolo e la repubblica turca, deve assumersi ufficialmente la responsabilità di quanto commesso e compensare adeguatamente i parenti e i familiari delle proprie vittime; Israele deve accettare di essere soggetto alle stesse regole e alle stesse leggi del resto del mondo e non importa quanto gli israeliani sionisti si sentano 'popolo eletto' e quante relazioni speciali possano vantare alla Casa Bianca, queste comunque non lo esentano dal dover essere giudicato colpevole di crimini compiuti con tanta efferatezza di fronte allo sguardo attonito di tutto il mondo".
Monumento per i caduti della Mavi Marmara a Gaza
Il 31 maggio 2010 le truppe navali israeliane assaltarono la motonave Mavi Marmara in navigazione in acque internazionali e, con un vero e proprio raid da pirati prima immobilizzarono l'equipaggio di volontari e attivisti umanitari e quindi passarono a sparare alla schiena e alla nuca a oltre dieci persone, uccidendo nel processo nove cittadini turchi.
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