lunedì 29 novembre 2010
L'odio e l'intolleranza dei sionisti portano la violenza nelle sale del M.a.m. parigino!
Il Museo d'arte Moderna della Città di Parigi, inaugurato nel 1961, ospita permanentemente opere di personaggi quali Pablo Picasso, Henri Matisse, Raoul Dufy, Maurice de Vlaminck, Georges Rouault, Fernand Léger, Georges Braque, Francis Picabia, Amedeo Modigliani, Giorgio de Chirico, Maurice Utrillo, Alberto Giacometti e Yves Klein, più rassegne, personali e retrospettive a carattere temporaneo e celebrativo, dovrebbe essere un luogo sacro a chiunque abbia coscienza e rispetto del ruolo universale ed elevante dell'Arte.
Eppure, anche in un luogo simile, l'odio e l'intolleranza del sionismo hanno saputo portare il trambusto e il disordine, uniti a una minaccia di violenza che solo per fortuna non si é scatenata sui capolavori immortali ivi contenuti.
Con stupore e preoccupazione ancora palpabili gli impiegati e custodi della pinacoteca di Avenue Wilson spiegano come un gruppo di personaggi dal volto coperto con fazzoletti o caschi motociclistici ha tentato di forzare una via d'accesso verso le sale che ospitano la personale fotografica di Kai Wiedenhoefer, fotografo berlinese che ha realizzato una rassegna di testimonianza dello scempio di Gaza di due anni fa ad opera dell'esercito sionista, con immagini molto esplicite delle conseguenze di questo: sulla città e sui corpi dei suoi abitanti.
Ovviamente la lobby filosionista francese non può tollerare che il pubblico europeo veda coi propri occhi le conseguenze dei crimini israeliani, tantopiù se ritratte con la straniante immediatezza degli scatti di Wiedenhoefer e, visto l'insuccesso della campagna di slander e menzogna scatenata in questi giorni sui media che essa manipola, ha deciso di chiamare in causa i suoi "pretoriani", che hanno dato l'assalto al museo.
Bloccati dal servizio d'ordine del museo i teppisti hanno cercato di disperdersi nelle altre sale, minacciando di vandalizzare tele e sculture ivi raccolte, ma sono stati affrontati con decisione dagli uomini della security e finalmente respinti all'esterno.
Liberatisi di caschi e mascheramenti hanno quindi dato vita a un goffo e sguaiato tentativo di picchettaggio, che non ha minimamente diminuito l'afflusso di visitatori all'esposizione, piuttosto copioso grazie anche alla giornata festiva.
Associazioni parigine e francesi di sostegno ai diritti umani, udendo dell'accaduto, si sono immediatamente mobilitate emettendo appelli e comunicati indirizzati alla direzione del Museo e alle autorità competenti affinché l'esposizione fotografica di Wiedenhoefer venga adeguatamente protetta e possa svolgersi senza ulteriori attentati fino al suo termine naturale, fissato per il 5 dicembre prossimo venturo.
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