martedì 16 novembre 2010

La lobby filosionista francese vuole impedire esposizione di foto sui mutilati di Gaza


Più volte, su queste pagine, avete potuto leggere menzioni e rimandi alla crudele operazione militare "Piombo Fuso", vero e proprio "pogrom" militare contro un territorio e un popolo totalmente inermi e indifesi.

Ogni volta che menzioniamo tale evento, che per scala, intensita e ferocia non ha paragoni nella storia contemporanea non ha eguali se non nel bombardamento (sempre israeliano) di Beirut del 1982, cerchiamo di rammentare al lettore che oltre alle centinaia di vittime civili (oltre 1500) tale aggressione ha lasciato dietro di sé dolore e miserie che vivono e vivranno ancora a lungo, anche dopo che ogni edificio sventrato sarà ricostruito e ogni lapide sarà incrostata e sbiadita dalla patina degli anni.

Ci riferiamo ai feriti e ai mutilati di Gaza, persone innocenti che si sono ritrovate col corpo devastato dalle armi del rinomato "esercito più morale del mondo", senza avere nessuna altra colpa se non essere Palestinesi, e che dovranno convivere per anni e decenni con gli effetti del pogrom sionista.

Non si parla molto dei mutilati di Gaza: la naturale dignità del popolo Palestinese e il bestiale assedio di Gaza che continua a quasi due anni dalla conclusione di "Cast Lead" non aiutano a diffondere la consapevolezza del loro calvario, ma un coraggioso fotoreporter di nome Kai Wiedenhöfer ha realizzato un'esposizione di 85 istantanee centrata su di loro.

Ogni scatto di Wiedenhöfer è una pugnalata al cuore dell'ipocrisia occidentale, che cerca di ignorare i crimini israeliani e di lavarsi la coscienza con gli assegni staccati a Fatah, esecutore testamentario di quella che fu l'Autorità nazionale palestinese. Nella fattispecie le foto sono pognanti per coloro che, nella società occidentale, vivono nel mito edonistico della 'bellezza' e della 'forma fisica'; cosa ne penserebbero gli appassionati europei e americani di fitness e wellness se uscendo di casa si trovassero le gambe tranciate da una 'moralissima' granata israeliana da 155mm? O se si sentissero scoperchiare il cranio da una 'democratica' scheggia di bomba a frammentazione?

L'esposzione è visionabile fino al 5 Dicembre presso il Museo di Arte moderna di Parigi, in Avenue du President Wilson, con entrata grautita e apertura dalle 10 alle 18 (chiuso lunedì).

Recentemente uno dei molti organismi della lobby filoisraeliana presente in Francia, la CRIF, col piglio censorio di chi non é abituato a sentire campane e opinioni diverse dalla propria propaganda, ha cercato di esercitare pressioni contro il museo per interrompere o screditare la mostra definendola "indegna".

Cari signori, certo avete idee molto particolari; forse secondo voi è "degno" troncare a una ragazza di sedici anni ambedue le gambe sotto il ginocchio, mentre é "indegno" esporre le foto del suo composto e dignitoso dolore dopo la mutilazione, ma, siamo felici di informarvi, che il resto del mondo, il mondo delle persone "normali", la pensa in modo diametralmente opposto a voi.

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