Mentre la Somalia si dibatte tra l'instabilità politica che dura ormai da due decenni e le ben più recenti (ma ugualmente catastrofiche) conseguenze della peggior siccità degli ultimi 60 anni, c'é chi, anziché mobilitarsi per tentare di prestare aiuto umanitario a questa terra sfortunata, come ha fatto recentemente la Repubblica iraniana, preferisce continuare a utilizzarla come 'palestra' per le proprie macchine assassine comandate a distanza, i famigerati droni 'Predator' che tante vittime (per la maggior parte civili innocenti) hanno già fatto in Afghanistan, in Pachistan, in Yemen, Irak e, più recentemente, anche in Libia.
Siccome é noto che di tanto in tanto la farina del diavolo vada in crusca ogni tanto qualche robot-terminator fa cilecca e precipita al suolo, come é successo l'altra sera nella bassa regione dello Shabelle, vicino alla cittadina di Merka, a Sud di Mogadiscio, ben al di là del ristretto raggio dell'autorità 'governativa' ufficiale (che si limita appunto a controllare la capitale e una breve fascia di territorio attorno ad essa), in una zona controllata dai guerriglieri di Al-Shabaab.
Gli Al-Shabaab contribuirono a dare alla Somalia la più lunga 'pausa' di ordine e legalità mai intervenuta nel corso della sua tormentata storia recente, quando, alcuni anni fa, riuscirono a prendere il controllo della capitale e di una vasta zona del territorio nazionale, imponendosi come guardiani della pace e stabilendo la legge delle Corti musulmane su regioni rimaste per anni preda dell'arbitrio del più forte. Ovviamente le ipocrite potenze occidentali gridarono all' "islamismo" e ad "al-qaeda" e convinsero la confinante Etiopia a invadere il paese per riprecipitarlo nella guerra civile.
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