E' una sorta di "pellegrinaggio" in tutti gli stati mediorientali asserviti agli interessi imperialisti quello compiuto in questi giorni dall'Ex-vicepresidente irakeno Tarik al-Hashemi, inseguito da mandati di cattura emessi dal tribunale di Bagdad per il suo ruolo di organizzatore di attentati e omicidi, la cui realizzazione veniva affidata al dettaglio delle sue guardie del corpo, ricompensate con tremila dollari "a colpo" e minacciate negli affetti familiari laddove non si mostrassero entusiaste di venire trasformate in killer a pagamento.
Hashemi é arrivato all'aeroporto internazionale di Istanbul e, secondo quanto annunciato, dovrebbe persino incontranrsi col Premier Erdogan. Quello che stupisce (e indigna) é l'ostinazione dei leader filo-imperialisti della regione di trattare Hashemi come una legittima figura politica quando ogni carica che ricopriva prima che emergessero i dettagli della sua doppia vita criminale deve necessariamente considerarsi sospesa e invalidata.
Prima di mettersi a viaggiare tra le capitali della regione soggette ai voleri di Washington Hashemi si era rintanato nelle province semi-autonome curde, per sottrarsi alle richieste di comparizione del tribunale della capitale irakena. Il Governo di Nouri al-Maliki ha tratto le conseguenze dall'atteggiamento degli Stati che hanno scelto di ospitare Al-Hashemi ignorando le legittime richieste di estradizione avanzate dal Ministero della Giustizia di Bagdad.
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