Tarik al-Hashemi, già Vicepresidente dell'Irak che, all'apice del suo potere, ha usato il dettaglio del suo apparato di sicurezza per organizzare una vera e propria "anonima omicidi" trasformando, con blandizie e ricatti le sue guardie del corpo in 'bounty killer' da usare contro avversari e concorrenti politici, non tornerà a Bagdad per rispondere delle accuse mossegli (come pure, all'indomani dell'incriminazione, aveva pur promesso di fare), ma rimarrà nascosto nella parte curda del paese, protetto dal regime di semi-autonomia a suo tempo garantito ai banditi e ai terroristi del Nord dagli invasori americani.
Intanto, come confermato dal Supremo Consiglio di Giustizia, una richiesta per la pronta confisca di tutti gli assetti e tutte le proprietà di Hashemi é stata consegnata al Ministero delle Finanze. La richiesta di Hashemi di essere sottoposto a processo nella regione curda é stata totalmente scartata e silutata dal portavoce del Comando operazioni di Bagdad, Maggior Generale Qassim Atta, che ha dichiarato: "La capitale dell'Irak é Bagdad e il Signor Hashemi se vuole sottoporsi al giudizio dei suoi pari dovrà venire a Bagdad, dove sono state depositate le prove contro di lui e i suoi complici e da dove é partito il mandato di cattura contro di lui".
Le ex-guardie del corpo di Hashemi hanno già confessato di avere assassinato, tra gli altri, alcuni Generali dell'Esercito e altri ufficiali superiori, commissari e ufficiali di polizia, un ufficiale del Ministero della Salute e uno del Ministero degli Esteri, ricevendo compensi di circa 3000 dollari Usa per ogni "colpo" messo a segno. Dopo avere ricevuto notifica del mandato di cattura nei suoi confronti Hashemi aveva cercato di intorbidare le acque parlando di un presunto "complotto iraniano" contro di lui.
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