giovedì 10 febbraio 2011
Gaza strangolata dall'assedio sionista! Da un giorno all'altro la Striscia precipiterà in piena emergenza umanitaria!!
Dopo oltre due settimane di dimostrazioni e scontri in tutte le maggiori città egiziane, la situazione nella Striscia di Gaza é diventata, da critica che era, praticamente disperata, visto che, con l'inizio delle proteste in Egitto, le autorità cairote hanno sigillato il varco di confine di Rafah schierando a sua protezione un piccolo contingente di truppe, abbandonate a loro volta senza ordini né cibo.
La chiusura del varco di Rafah ha interrotto anche l'afflusso di quelle poche merci e articoli "permessi" dalle shylockiane 'tabelle della carestia' imposte dal regime sionista a decretare cosa possa e cosa non possa affluire nella Striscia, trasformata dall'assedio israeliano in un immane "bunker della fame".
Come segnalato dal nostro precedente articolo, particolarmente critica é la situazione di combustibili e carburanti, che a Gaza, stante i costanti e ripetuti attacchi aerei israeliani all'infrastruttura elettrica, sono necessari non solo per veicoli e riscaldamento, ma anche per alimentare i gruppi elettrogeni che consentono alle famiglie di fare fronte ai frequenti e prolungati black-out della corrente.
Crudeli abbastanza per ridurre Gaza alla fame, ma avidi il giusto per non disdegnare un guadagno da sciacalli, certi ufficiali e militari sionisti hanno iniziato un loro privato regime di contrabbando, facendo affluire nella Striscia quantità irrisorie di benzina e gas domestico a prezzi che vanno dal triplo al quadruplo del normale.
L'ospedale di Shifa, il più grande e moderno della Striscia, ha circa una settimana di autonomia grazie a una grande scorta di carburante ammassata per la bisogna ma, se il varco di Rafah rimanesse chiuso più a lungo, incubatrici, apparati di rianimazione, macchine per la dialisi e altri equipaggiamenti salvavita potrebbero smettere di funzionare, con conseguenze tragiche per dozzine e dozzine di malati.
Un capitolo della tragedia di Gaza particolarmente legato alla situazione sanitaria é quello dei Palestinesi ancora bloccati all'Aeroporto del Cairo; molti di loro sono pazienti che si erano recati al Cairo per effettuare esami o sottoporsi a terapie, adesso, bloccati nella piccola 'stanza detentiva' di cui abbiamo già pubblicato foto e filmati, stanno esaurendo le loro medicine e vedendo aggravarsi le loro condizioni.
Anche il prezzo di articoli non di immediata sopravvivenza sta stabilendo record dopo record: prima della chiusura di Rafah una tonnellata di cemento si vendeva a 102 Euro, adesso é difficile trovarne a meno di 220.
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