La penuria di combustibili e carburante nella Striscia di Gaza é diventata ancora più acuta per effetto del blocco del varco di confine di Rafah, dovuto allo stato di incertezza concomitante con la rivoluzione anti-Mubarak che sta avendo luogo in Egitto. Il corpo di guardia e il personale doganale egiziano infatti hanno sigillato ogni accesso interrompendo persino quel magro transito di beni "ammessi" dalle shylockiane tabelle stilate dai generali sionisti, che da Tel Aviv pianificano e monitorano la carestia perenne con cui intendono sottoporre tutta la popolazione di Gaza a un'inumano "castigo collettivo".
Ovviamente il traffico veicolare rappresenta solo una frazione minoritaria delle necessità di Gaza; visto che Israele continua a piacimento a bombardare l'unica centrale elettrica della Striscia (che anche a pieno regime non basterebbe comunque a soddisfare i fabbisogni della popolazione) é normale per ogni edificio o famiglia avere a disposizione un gruppo elettrogeno a combustibile, col quale supplire ai frequenti blackout e far funzionare elettrodomestici, illuminazione, impianti di riscaldamento e anche attività produttive e lavorative.
Come si vede dal recente attacco aereo contro i tunnel che portano a Gaza indispensabili derrate necessarie a garantire la mera sopravvivenza di Gaza e del suo popolo lo Stato ebraico non si sta facendo mancare nessuna occasione per incrudelire contro i Palestinesi "colpevoli" di avere respinto il tentativo di Colpo di Stato da parte degli 'ascari' di Fatah e di resistere dignitosamente a tutte le aggressioni sioniste che sperano di dividere la popolazione dai suoi legittimi governanti, gli esponenti di Hamas vincitori incontestati delle libere e democratiche elezioni del 2006.
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