Che '
La Repubblica' da quando sia stata acquistata da
Carlo De Benedetti si sia progressivamente sputtanata da aggressivo e scomodo quotidiano di informazione politica (suoi, tra i '70 e i primi '80, gli unici, memorabili esempi di genuino giornalismo d'inchiesta nello squalificato panorama italiano) a ennesima testata prostituita agli interessi del padrone, é stato ovvio a quanti la abbiano letta (come chi scrive) con una certa costanza nel corso degli ultimi 30 anni.
Un esempio fra tutti, particolarmente probante per chi legge questo blog: se nel 1982-85 'La Repubblica' seguiva da vicino e con taglio critico sferzante le vicende dell'invasione israeliana del Libano e del progressivo "impazzimento" della Guerra Civile in quel paese, tra interventi occidentali, autobombe, prese di ostaggi e molto altro ancora (ricordo un titolo su tutti: "Bombe Usa sui Drusi", quando Rambo Reagan ordinò alle corazzate al largo di cannoneggiare le posizioni siriane e del PSP sulle montagne libanesi), oggi, fedele alfiere dell'Hasbara gradita al patron sionista,
'La Repubblica' chiama 'civili' i miliziani ebrei fondamentalisti che occupano le colonie illegali e asserisce (nelle immortali parole dell'imbrattacarte Fabio Scuto) che Hamas vi faccia contro il 'tiro al bersaglio' -non più di quanto
i GAP facessero 'tiro al bersaglio' contro le SS del reggimento 'Bozen', caro Scuto-.
Tuttavia esistono dei momenti in cui, nel servilismo lecchino di coloro che si considerano ancora la pietra di paragone della democrazia nonché alfieri del progressismo liberal da aperitivo chic nella masseria di Capalbio (magari fra una tartina di lardo e miele e una disquisizione sulla 'Rivoluzione Verde' in Iran), si superano i confini dell'abiezione in maniera talmente marchiana e schifosa da correre il rischio di far bruscamente risvegliare anche il lettore più assopito e 'disconnetterlo' brutalmente dalla 'Matrix' degli editoriali idioti di
Guido Rampoldi sulle "donne afghane che ci implorano di restare a Kabul".
E' precisamente il caso che si é dato oggi con
il "pezzo" (non vogliamo dire di che cosa, ma é parola che usava anche Padre Dante, così anche i fan di Benigni lo capiranno) a firma
Marco Pasqua, dove, seguendo per filo e per segno i dettami della collaudata scuola di manganellamento mediatico Feltri-Sallusti si prende una persona latrice di opinioni non gradite a "
Colui che deve essere obbedito" e la si sottopone a uno sconcio, lercio, intollerabile linciaggio morale.
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"La Repubblica" per mesi ha denunciato il 'Metodo Boffo' come 'volgare' e 'becero', ma appena ha trovato il bersaglio giusto é corsa anche lei a impugnare il randello... |
Vittima di questa aggressione squadrista (lo squadrismo caro ai 'Liberali per Israele', agli 'Informatori Corretti', ai 'Secondi Protocollisti', agli organizzatori di cagnare filosioniste bipartisan con Ferrara, Rutelli, Fassino e Fiamma Nirenstein) é l'ottima Barbara Albertoni, insegnante superiore in un Liceo linguistico milanese e
blogger politicamente e socialmente impegnata. Con totale sprezzo del ridicolo Marco Pasqua la chiama "negazionista" e "antisemita", arrivando persino, per quanto riguarda la seconda accusa, a definirla rea confessa, visto che, sostiene Pasqua, sarebbe lei stessa a definirsi così.
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Header del blog della prof.ssa Barbara Albertoni |
Ora, sfogliando post e commenti del suo blog (che raccomandiamo caldamente), risulta chiaro ed evidente che niente di tutto ciò ha il benché minimo contatto con la realtà e che tutti gli assunti e le dichiarazioni riguardanti la Albertoni e il suo blog sono frutto di volontà diffamatoria e di distorsione delle sue stesse parole ad esempio usando la frase: "Se essere antisemiti vuol dire essere contro uno Stato che occupa, invade, bombarda, tortura e assassina allora io sono antisemita" oppure, con ardito salto logico evincere dalla sua disapprovazione delle torture e delle percosse inflitte al negazionista (lui sì)
Faurisson non una normale e umana ripugnanza verso la persecuzione fisica ma un avallo e una condivisione delle idee negazioniste!
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Over 9000 ore di Paint Shop... |
Quel che fa più specie é vedere le prefiche che si stracciavano le vesti davanti alle manganellate del metodo Boffo, coloro che inveivano contro i media bananeri asserviti agli interessi dell'attuale Presidente del Consiglio diventare improvvisamente "più berluscoidi dei berluscones" quando si tratta di difendere le dichiarate simpatie sioniste del loro editore e la 'vacca sacra' dell'Olocausto che, difesa da leggi sullo piscoreato che ci rendono non migliori della Nordcorea, serve a consacrare e cristallizzare il "diritto" dei sionisti israeliani di comportarsi esattamente come moderni seguaci degli
Eicke e dei
Dirlewanger ma a Gaza e a Beirut anziché a Varsavia e a Riga.
Certo la Albertoni sembrava una 'facile preda', insegnante di scuola pubblica e single con figli, sarebbe bastato farle perdere il posto di lavoro per dare una "bella lezione" a tutti coloro che si ostinano a non belare a tempo col resto del gregge, peccato che, seppur pacifici e mansueti per scelta e convinzione noi irriducibili liberi pensatori non si sia altrettanto pronti a porgere la gola al coltello senza difenderci, e, con le dichiarazioni della
Rete Eco - Ebrei contro l'Occupazione e
persino del sionista Dimitri Buffa (sionista sì, ma evidentemente con ancora un grano di raziocinio e di dignità in corpo) in favore della blogger e contro il tentativo di linciaggio a mezzo stampa del quotidiano di De Benedetti, sembra proprio che l'Ingegnere dovrà presto o tardi metter mano al portafoglio e scucire parecchie migliaia di Euro per riparazione di danni morali e materiali.
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