Sono ormai nella fase finale i controlli di sistema di tutte le componenti del nuovo satellite dell'Agenzia Spaziale Iraniana, denominato 'Tadbir', che verrà prossimamente inviato in orbita grazie al vettore spaziale 'Safir'.
Il satellite Tadbir fornirà un importante aiuto allo sviluppo di un sistema di navigazione satellitare di esclusiva proprietà e controllo iraniano che consentirà alla Repubblica Islamica non soltanto di non dover dipendere da alcun sistema straniero, ma che la metterà in grado di offrirne l'accesso a stati amici (Irak, Siria, Libano...) in modo da affrancare anche loro da questo genere di 'vassallaggio tecnologico'.
Il Tadbir sarà il quarto satellite messo in orbita dall'Iran negli ultimi sette anni, da quando il programma spaziale della Repubblica Islamica é entrato in una fase di sviluppo tumultuoso che ha permesso di conseguire grandi e importanti risultati.
sabato 23 novembre 2013
Appuntamento a Imperia alle 17 di oggi per un altro incontro pro-Siria firmato "Stato & Potenza"!!
Oggi alle cinque di pomeriggio, presso il Centro Culturale Polivalente di Piazza del Duomo a Imperia/Porto Maurizio si terrà la conferenza-incontro "La Nazione Siriana contro l'Imperialismo", che segue a ruota il fortunato incontro di Terni della settimana passata e si inserisce negli sforzi di "Stato & Potenza" di avvicinare il pubblico italiano ai veri motivi e alle reali dinamiche della situazione siriana degli ultimi due anni.
Ancora una volta il caporedattore di questo blog sarà presente a fianco degli amici Ouday 'Soso' Ramadan e Stefano Bonilauri e terrà un breve (e speriamo apprezzabile) intervento riguardo alla storica solidarietà tra Siria e Resistenza palestinese, in tempi recenti e meno recenti.
Speriamo, come sette giorni fa, di trovare davanti a noi una platea folta e interessata con la quale intessere un proficuo dibattito anche al di là dei nostri interventi di apertura. Invitiamo ovviamente tutti gli amici e i lettori dell'Estremo Ponente ligure a intervenire qualora ne abbiano i mezzi e la possibilità.
A presto!
Ancora una volta il caporedattore di questo blog sarà presente a fianco degli amici Ouday 'Soso' Ramadan e Stefano Bonilauri e terrà un breve (e speriamo apprezzabile) intervento riguardo alla storica solidarietà tra Siria e Resistenza palestinese, in tempi recenti e meno recenti.
Speriamo, come sette giorni fa, di trovare davanti a noi una platea folta e interessata con la quale intessere un proficuo dibattito anche al di là dei nostri interventi di apertura. Invitiamo ovviamente tutti gli amici e i lettori dell'Estremo Ponente ligure a intervenire qualora ne abbiano i mezzi e la possibilità.
A presto!
La surete libanese festeggia il Giorno dell'Indipendenza neutralizzando una nuova autobomba wahabita!
Abbiamo accennato ieri alla voce non confermata (ma nondimeno diffusa da McClatchy) riguardo un tardivo intervento dell'intelligence americana che, dopo aspro dibattito interno, si era decisa ad avvisare il Governo di Beirut dell'imminente attacco dinamitardo sion-saudi-wahabita, troppo lentamente, però, perché i servizi del Paese dei Cedri riuscissero a sventarlo; bene, la notizia che nella giornata di ieri la surete libanese sia riuscita a intercettare e disinnescare un'altra autobomba che stava venendo collocata nella parte orientale della Valle della Biq'a, roccaforte di Hezbollah, dimostra che forse le informazioni di Washington non riguardavano solo l'attentato di Jinah.
L'auto, carica di 80-100 Kg di esplosivo, avrebbe potuto fare una strage anche peggiore di quella di Beirut. Tra l'altro il risultato ottenuto dai servizi libanesi é particolarmente significativo in quanto ottenuto proprio nella giornata dell'Indipendenza Nazionale, che si é celebrata ieri con pompa solenne e interamente dedicata alle recenti vittime del terrorismo settario agitato da Tel Aviv e Riyadh per i loro interessi destabilizzatori.
Le indagini riguardo l'attentato alla sede diplomatica iraniana, intanto, procedono a ritmo sostenuto e hanno già portato all'identificazione del primo terrorista, quello appiedato che si é fatto sventrare dalla carica esplosiva mentre si aggrappava al cancello dell'ambasciata per indebolirlo e permettere al furgone-bomba di sfondarlo.
Si tratterebbe di un miserabile senza arte né parte di setta sunnita che si era unito a un gruppuscolo jihadista in Kuwait, tale Moeen Abu Dahr, i suoi riferimenti Facebook sono pieni di riferimenti al wahabismo e al ridicolo 'sceicco' Assir, morto in un incendo dopo che i suoi seguaci erano stati sconfitti dalle forze armate libanesi e da Hezbollah dopo il loro velleitario tentativo di 'putsch'.
L'auto, carica di 80-100 Kg di esplosivo, avrebbe potuto fare una strage anche peggiore di quella di Beirut. Tra l'altro il risultato ottenuto dai servizi libanesi é particolarmente significativo in quanto ottenuto proprio nella giornata dell'Indipendenza Nazionale, che si é celebrata ieri con pompa solenne e interamente dedicata alle recenti vittime del terrorismo settario agitato da Tel Aviv e Riyadh per i loro interessi destabilizzatori.
Le indagini riguardo l'attentato alla sede diplomatica iraniana, intanto, procedono a ritmo sostenuto e hanno già portato all'identificazione del primo terrorista, quello appiedato che si é fatto sventrare dalla carica esplosiva mentre si aggrappava al cancello dell'ambasciata per indebolirlo e permettere al furgone-bomba di sfondarlo.
Si tratterebbe di un miserabile senza arte né parte di setta sunnita che si era unito a un gruppuscolo jihadista in Kuwait, tale Moeen Abu Dahr, i suoi riferimenti Facebook sono pieni di riferimenti al wahabismo e al ridicolo 'sceicco' Assir, morto in un incendo dopo che i suoi seguaci erano stati sconfitti dalle forze armate libanesi e da Hezbollah dopo il loro velleitario tentativo di 'putsch'.
venerdì 22 novembre 2013
I tifosi baschi del Laboral Kutxa fanno capire ai sionisti del Maccabi Tel Aviv di non essere affatto 'graditi ospiti'!!
Quella che PALAESTINA FELIX conduce contro il regime ebraico di occupazione della Palestina si può a buon diritto definire una "guerra", guerra che combattiamo con tutti i mezzi a nostra disposizione; non esiste azione, pensiero, parola, dalla quale ci asterremmo se soltanto avessimo il sospetto che possa tornare a danno dell'Apartheid di Tel Aviv e dei suoi sostenitori palesi e occulti della lobby a Sei Punte internazionale.
Quindi abbiamo letteralmente esultato quando abbiamo visto, come testimonia la foto qui sopra, come i tifosi baschi del "Saski Baskonia/Laboral Kutxa" hanno accolto gli (sgraditi) ospiti del Maccabi Tel Aviv nell'incontro che ha visto le due formazioni di basket affrontarsi per il torneo dell'Eurolega.
Riteniamo tale azione importante: i sionisti devono SEMPRE venire messi in condizione di sapere che il mondo degli ESSERI UMANI li disistima, li detesta, li odia e attende con ansia il momento in cui saranno per sempre schiacciati nella polvere. Anche una partita di pallacanestro é una preziosa occasione e siamo lieti che i baschi, che ben sanno cosa voglia dire lottare per la propria terra e la propria cultura, non se la siano lasciata sfuggire.
Quindi abbiamo letteralmente esultato quando abbiamo visto, come testimonia la foto qui sopra, come i tifosi baschi del "Saski Baskonia/Laboral Kutxa" hanno accolto gli (sgraditi) ospiti del Maccabi Tel Aviv nell'incontro che ha visto le due formazioni di basket affrontarsi per il torneo dell'Eurolega.
Riteniamo tale azione importante: i sionisti devono SEMPRE venire messi in condizione di sapere che il mondo degli ESSERI UMANI li disistima, li detesta, li odia e attende con ansia il momento in cui saranno per sempre schiacciati nella polvere. Anche una partita di pallacanestro é una preziosa occasione e siamo lieti che i baschi, che ben sanno cosa voglia dire lottare per la propria terra e la propria cultura, non se la siano lasciata sfuggire.
Abdollahian incontra Nasrallah; insieme Iran ed Hezbollah prendono accordi su come combattere gli sgherri wahabiti!
Subito dopo essere arrivato a Beirut ed essersi confrontato con l'ambasciatore iraniano in loco Ghazanfar Roknabadi l'inviato diplomatico del Governo di Teheran Hossein Abdollahian é stato ricevuto insieme al suo seguito e a Roknabadi dal Segretario Generale di Hezbollah Sayyed Hassan Nasrallah, col quale si é intrattenuto a parlare diverse ore.
Facilissimo intuire l'argomento dei loro discorsi: la matrice del vigliacco attentato dinamitardo contro l'ambasciata iraniana a Jinah, la maniera migliore per scoprire e colpire i mandanti dello stesso; quasi impossibile riuscire a sapere con precisione anche relativa i dettagli del loro scambio di idee.
Intanto da parte della 'McClatchy' filtra l'indiscrezione che l'intelligence americana sapesse in anticipo dell'attacco e che al suo interno si sia scatenato un furioso dibattito se fosse il caso di avvertire libanesi e iraniani della cosa: alla fine, pare, la fazione "pro" avvertimento l'avrebbe avuta vinta, ma ormai talmente tanto tempo era stato perso in questioni che la sureté libanese non ha potuto fare nulla di pratico con l'informazione ricevuta in extremis.
Facilissimo intuire l'argomento dei loro discorsi: la matrice del vigliacco attentato dinamitardo contro l'ambasciata iraniana a Jinah, la maniera migliore per scoprire e colpire i mandanti dello stesso; quasi impossibile riuscire a sapere con precisione anche relativa i dettagli del loro scambio di idee.
Intanto da parte della 'McClatchy' filtra l'indiscrezione che l'intelligence americana sapesse in anticipo dell'attacco e che al suo interno si sia scatenato un furioso dibattito se fosse il caso di avvertire libanesi e iraniani della cosa: alla fine, pare, la fazione "pro" avvertimento l'avrebbe avuta vinta, ma ormai talmente tanto tempo era stato perso in questioni che la sureté libanese non ha potuto fare nulla di pratico con l'informazione ricevuta in extremis.
La Jihad Islamica palestinese avverte: "Le ostilità col regime sionista potrebbero riprendere in ogni momento!"
Le Brigate Al-Quds, braccio militare dell'Organizzazione per la Jihad Islamica in Palestina con un comunicato rilasciato nella giornata di ieri hanno avvisato la popolazione della Striscia di Gaza che il 'Cessate il Fuoco' firmato lo scorso novembre al termine della 'Guerra degli Otto Giorni' col regime sionista (e da questo a più riprese violato con bombardamenti, attacchi terrestri, navali e di artiglieria) potrebbe stare per scadere definitivamente.
"La Resistenza armata palestinese ha il diritto di colpire tutti gli obiettivi sionisti che riesce a raggiungere, con qualunque metodo", hanno puntualizzato i portavoce della Jihad, il cui arsenale (é bene ricordarlo) si é rafforzato notevolmente negli ultimi mesi beneficiando dell'incondizionato sostegno iraniano che era venuto a mancare alle Brigate Qassam di Hamas a causa delle maldestre mosse politiche dei suoi dirigenti.
Auguriamo ogni successo alle armi palestinesi nel momento in cui dovranno riprendere l'azione contro l'occupazione del regime sionista.
"La Resistenza armata palestinese ha il diritto di colpire tutti gli obiettivi sionisti che riesce a raggiungere, con qualunque metodo", hanno puntualizzato i portavoce della Jihad, il cui arsenale (é bene ricordarlo) si é rafforzato notevolmente negli ultimi mesi beneficiando dell'incondizionato sostegno iraniano che era venuto a mancare alle Brigate Qassam di Hamas a causa delle maldestre mosse politiche dei suoi dirigenti.
Auguriamo ogni successo alle armi palestinesi nel momento in cui dovranno riprendere l'azione contro l'occupazione del regime sionista.
giovedì 21 novembre 2013
I media di Sion ripartono con i loro attacchi mendaci contro la Repubblica Islamica!
Abbiamo parlato a lungo in passato di come l'agenzia stampa sionista 'Reuters' fondata da Israel Beer Iosafat (sotto il falso nome di 'Paul Reuter') abbia a più riprese cercato di infamare le praticanti iraniane di una palestra di arti marziali calunniandole come 'assassine' e spargendo una velenosa campagna di menzogne che ha dovuto poi rimangiarsi di fronte alla vigorosa azione legale scatenata dalle interessate, dal fondatore della palestra di ninjutsu e dal Governo di Teheran congiuntamente.
Oltre a quell'episodio ridicolo ancorché vergognoso, la 'Reuters', nonostante le pubbliche richieste di scuse e le rassicurazioni di "aver preso provvedimenti perché 'equivoci' di questo tipo non si ripetano in futuro" si é imbarcata pochi mesi dopo in una nuova campagna di fango contro l'Iran accusando un'organizzazione governativa chiamata 'Setad' di "generare miliardi di dollari con traffici commerciali condotti a nome dell'Ayatollah Khamenei, per permettergli di controllare strettamente il paese" (come se alla Guida Suprema della Rivoluzione possano interessare i 'traffici commerciali' o come se egli possa voler 'controllare il paese' su cui invece veglia svolgendo il suo compito di consiglio e avviso alle cariche di Governo).
Adesso, visto che anche nelle campagne di fango sionite apparentemente "non c'é due senza tre", la Reuters 'torna alla carica' con servizi in cui, citando un fantomatico "gruppo di opposizione iraniano con base a Parigi" cerca di accreditare l'idea che l'Iran possieda "siti segreti" in cui stia portando avanti sforzi di militarizzazione del suo programma nucleare, con l'ovvio intento di far deragliare i colloqui attualmente in corso con l'IAEA e il gruppo dei 5+1.
Ma di nuovo le menzogne 'A Sei Punte' hanno le gambe cortissime e grazie alla professionalità dei reporter di Teheran é subito emerso che tale fantomatico "gruppo di opposizione" non sarebbe altro che una sigla di comodo dietro cui si nascondono la 'santona' Marjam Rajavi e i suoi terroristi dell'MKO, assassini e criminali già più volte finiti alla ribalta per delitti e attentati contro la Repubblica Islamica e i suoi rappresentanti.
Ricordiamo ancora una volta a tutti i lettori di PALAESTINA FELIX: controllate ATTENTAMENTE le fonti e le firme dei servizi di informazione che leggete o ascoltate, APPENA TROVATE UN SIONISTA (che si chiami Mineo o Mentana, Lerner o Mimun, Colombo o Pasqua...) CREDETE ESATTAMENTE AL CONTRARIO DI QUEL CHE AVETE LETTO!
Oltre a quell'episodio ridicolo ancorché vergognoso, la 'Reuters', nonostante le pubbliche richieste di scuse e le rassicurazioni di "aver preso provvedimenti perché 'equivoci' di questo tipo non si ripetano in futuro" si é imbarcata pochi mesi dopo in una nuova campagna di fango contro l'Iran accusando un'organizzazione governativa chiamata 'Setad' di "generare miliardi di dollari con traffici commerciali condotti a nome dell'Ayatollah Khamenei, per permettergli di controllare strettamente il paese" (come se alla Guida Suprema della Rivoluzione possano interessare i 'traffici commerciali' o come se egli possa voler 'controllare il paese' su cui invece veglia svolgendo il suo compito di consiglio e avviso alle cariche di Governo).
Adesso, visto che anche nelle campagne di fango sionite apparentemente "non c'é due senza tre", la Reuters 'torna alla carica' con servizi in cui, citando un fantomatico "gruppo di opposizione iraniano con base a Parigi" cerca di accreditare l'idea che l'Iran possieda "siti segreti" in cui stia portando avanti sforzi di militarizzazione del suo programma nucleare, con l'ovvio intento di far deragliare i colloqui attualmente in corso con l'IAEA e il gruppo dei 5+1.
Ma di nuovo le menzogne 'A Sei Punte' hanno le gambe cortissime e grazie alla professionalità dei reporter di Teheran é subito emerso che tale fantomatico "gruppo di opposizione" non sarebbe altro che una sigla di comodo dietro cui si nascondono la 'santona' Marjam Rajavi e i suoi terroristi dell'MKO, assassini e criminali già più volte finiti alla ribalta per delitti e attentati contro la Repubblica Islamica e i suoi rappresentanti.
Ricordiamo ancora una volta a tutti i lettori di PALAESTINA FELIX: controllate ATTENTAMENTE le fonti e le firme dei servizi di informazione che leggete o ascoltate, APPENA TROVATE UN SIONISTA (che si chiami Mineo o Mentana, Lerner o Mimun, Colombo o Pasqua...) CREDETE ESATTAMENTE AL CONTRARIO DI QUEL CHE AVETE LETTO!
Abdollahian a Beirut dopo l'attentato takfiro avverte i responsabili: "Attenti a voi! L'Iran non si lascia intimidire o minacciare!"
Hossein Amir-Abdollahian, diplomatico di altissimo livello della Repubblica Islamica, si trova a Beirut, volatovi d'urgenza subito dopo le prime notizie riguardo il duplice attentato esplosivo di ieri verso la sede diplomatica di Teheran nel quartiere di Jinah.
Dopo essere stato a lungo a colloquio con l'ambasciatore Ghazanfar Roknabadi Abdollahian ha rilasciato una dichiarazione ufficiale nella quale si é rivolto direttamente ai sostenitori del terrorismo takfiro in Libano e in Siria: "Avvisiamo tutti coloro che facilitano il transito di armi e mercenari verso la Siria che i loro crimini non ci faranno mai deviare dalle nostre coordinate".
Abdollahian ha poi ripetuto che l'Iran continua e continuerà sempre a sostenere la Resistenza armata libanese e che essa é per la Repubblica Islamica tanto importante quanto la sua stessa sicurezza interna.
Dopo essere stato a lungo a colloquio con l'ambasciatore Ghazanfar Roknabadi Abdollahian ha rilasciato una dichiarazione ufficiale nella quale si é rivolto direttamente ai sostenitori del terrorismo takfiro in Libano e in Siria: "Avvisiamo tutti coloro che facilitano il transito di armi e mercenari verso la Siria che i loro crimini non ci faranno mai deviare dalle nostre coordinate".
Abdollahian ha poi ripetuto che l'Iran continua e continuerà sempre a sostenere la Resistenza armata libanese e che essa é per la Repubblica Islamica tanto importante quanto la sua stessa sicurezza interna.
Lavrov a 'Rossiyskaya Gazeta': "Certo, il Governo russo desidera avere una base navale in Egitto!"
Il Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov nel corso di un'intervista al quotidiano "Gazzetta Russa" ha dichiarato esplicitamente che Mosca desidera attivamente stabilire una importante e permanente presenza navale militare in Egitto, per meglio tutelare i propri interessi e la propria influenza nel Mediterraneo Orientale e verso il Mar Rosso e l'Oceano Indiano.
La dichiarazione che segue indiscrezioni e illazioni emerse nelle passate settimane tuttavia non pregiudica affatto la continuata presenza russa nelle acque siriane, giacché la base di Tartous (finora l'unica base russa fuori dalle coste patrie) diventerebbe automaticamente il "punto di appoggio logistico e di rifornimento carburanti" per la base egiziana.
Del resto non avrebbe alcun senso per Putin abbandonare la base siriana dopo aver passato due anni a difendere Assad; usarla invece per tessere una 'rete' di stazioni le uno di sostegno alle altre potrebbe essere una delle molte mosse vincenti nel trionfale ritorno della Russia in uno degli scacchieri geopolitici che i decenni passati l'avevano vista come protagonista indiscussa.
La dichiarazione che segue indiscrezioni e illazioni emerse nelle passate settimane tuttavia non pregiudica affatto la continuata presenza russa nelle acque siriane, giacché la base di Tartous (finora l'unica base russa fuori dalle coste patrie) diventerebbe automaticamente il "punto di appoggio logistico e di rifornimento carburanti" per la base egiziana.
Del resto non avrebbe alcun senso per Putin abbandonare la base siriana dopo aver passato due anni a difendere Assad; usarla invece per tessere una 'rete' di stazioni le uno di sostegno alle altre potrebbe essere una delle molte mosse vincenti nel trionfale ritorno della Russia in uno degli scacchieri geopolitici che i decenni passati l'avevano vista come protagonista indiscussa.
mercoledì 20 novembre 2013
Bomba contro colonna militare ad Al-Arish, muoiono 11 soldati egiziani
Almeno 11 soldati egiziani sono rimasti uccisi e decine (forse quaranta) feriti quando un veicolo parcheggiato a lato della strada che la loro unità stava percorrendo nella cittadina di Al-Arish (nella Penisola del Sinai) é saltato in aria nella giornata di oggi.
Non vi sono stati messaggi o rivendicazioni di alcun tipo ma le autorità del Cairo parlano di 'azione dovuta a elementi attigui alla Fratellanza Musulmana', l'organizzazione messa fuorilegge dopo la deposizione dell'Ex-presidente Mohammed Mursi.
L'attacco é stato il secondo più sanguinoso tra quelli avvenuti nel Sinai recentemente, superato solo dalla strage di 25 poliziotti a Rafah, avvenuta lo scorso 19 agosto.
Le autorità egiziane hanno istituito funerali solenni per i caduti decretando il lutto nazionale.
Non vi sono stati messaggi o rivendicazioni di alcun tipo ma le autorità del Cairo parlano di 'azione dovuta a elementi attigui alla Fratellanza Musulmana', l'organizzazione messa fuorilegge dopo la deposizione dell'Ex-presidente Mohammed Mursi.
L'attacco é stato il secondo più sanguinoso tra quelli avvenuti nel Sinai recentemente, superato solo dalla strage di 25 poliziotti a Rafah, avvenuta lo scorso 19 agosto.
Le autorità egiziane hanno istituito funerali solenni per i caduti decretando il lutto nazionale.
Ecco descritto secondo per secondo l'attentato di ieri a Beirut: l'ambasciata iraniana salvata da un furgoncino abbandonato!
Abbiamo ottenuto tramite l'emittente libanese di Hezbollah "Al-Manar" un resoconto diretto delle varie fasi, rapidissimamente succedutesi, dell'attentato di ieri mattina nel quartiere di Jinah all'ambasciata della Repubblica Islamica, dove finora hanno trovato la morte 26 persone e circa 140 sono rimaste ferite.
La cosa interessante é che, secondo la plausibile ricostruzione dei testimoni oculari sopravvissuti, l'attentato non sarebbe per nulla 'riuscito' visto che il suo scopo sarebbe stato quello di fare arrivare un furgone-bomba direttamente DENTRO l'ambasciata, per distruggerla completamente, cosa che non é avvenuta grazie a una circostanza fortunata e al coraggioso sacrificio delle guardie armate.
Infatti l'attentato é stato compiuto da due wahabiti suicidi: uno a piedi con un gilet-bomba che si é attaccato al cancello per indebolirlo con la stessa esplosione che lo ha dilaniato, il secondo a bordo di un furgone GMC con una carica detonante immensamente più forte avrebbe dovuto sfondare il cancello semidistrutto e penetrare fin nell'atrio dell'edificio guidando alla massima velocità per sventrarlo da dentro.
Ma all'atto della prima esplosione il furgoncino del servizio di consegna dell'acqua minerale, che consegnati i cestelli di bottiglie ordinati dall'ambasciata stava apprestandosi a uscire, é stato immediatamente abbandonato dal suo autista e lasciato di traverso sul viale: il furgone-bomba del secondo terrorista vi si é quindi scontrato e ha perso i secondi necessari alle guardie iraniane per avvicinarsi e metterlo fuori uso col fuoco delle loro armi.
Purtroppo, prima che il fuoco incrociato uccidesse l'attentatore questo é riuscito a fare esplodere la sua carica, causando la strage che però ha interessato soprattutto passanti libanesi attorno al cancello dell'ambasciata, visto che solo sei iraniani sono rimasti vittime dello scoppio.
Tra loro ricordiamo l'addetto culturale Ibrahim Ansari (che purtroppo, pur ricoverato in gravi condizioni, non é sopravvissuto alle sue ferite), la moglie di un diplomatico e, appunto, le quattro eroiche guardie che disabilitando il furgone col loro fuoco hanno impedito che il terrorista raggiungesse il suo obiettivo finale.
La cosa interessante é che, secondo la plausibile ricostruzione dei testimoni oculari sopravvissuti, l'attentato non sarebbe per nulla 'riuscito' visto che il suo scopo sarebbe stato quello di fare arrivare un furgone-bomba direttamente DENTRO l'ambasciata, per distruggerla completamente, cosa che non é avvenuta grazie a una circostanza fortunata e al coraggioso sacrificio delle guardie armate.
Infatti l'attentato é stato compiuto da due wahabiti suicidi: uno a piedi con un gilet-bomba che si é attaccato al cancello per indebolirlo con la stessa esplosione che lo ha dilaniato, il secondo a bordo di un furgone GMC con una carica detonante immensamente più forte avrebbe dovuto sfondare il cancello semidistrutto e penetrare fin nell'atrio dell'edificio guidando alla massima velocità per sventrarlo da dentro.
Ma all'atto della prima esplosione il furgoncino del servizio di consegna dell'acqua minerale, che consegnati i cestelli di bottiglie ordinati dall'ambasciata stava apprestandosi a uscire, é stato immediatamente abbandonato dal suo autista e lasciato di traverso sul viale: il furgone-bomba del secondo terrorista vi si é quindi scontrato e ha perso i secondi necessari alle guardie iraniane per avvicinarsi e metterlo fuori uso col fuoco delle loro armi.
Purtroppo, prima che il fuoco incrociato uccidesse l'attentatore questo é riuscito a fare esplodere la sua carica, causando la strage che però ha interessato soprattutto passanti libanesi attorno al cancello dell'ambasciata, visto che solo sei iraniani sono rimasti vittime dello scoppio.
Tra loro ricordiamo l'addetto culturale Ibrahim Ansari (che purtroppo, pur ricoverato in gravi condizioni, non é sopravvissuto alle sue ferite), la moglie di un diplomatico e, appunto, le quattro eroiche guardie che disabilitando il furgone col loro fuoco hanno impedito che il terrorista raggiungesse il suo obiettivo finale.
Le forze di Assad cacciano i takfiri da Qara "Adesso il contrabbando di armi da Ovest é del tutto impossibile!"
Con una massiccia e veloce operazione congiunta insieme ad Hezbollah l'Esercito Arabo Siriano ha liberato Qara e il suo circondario da ogni presenza terrorista wahabita catturando depositi sotterranei di armi, esplosivi e munizioni ed abbattendo qualcosa come seicento militanti terroristi in meno di 48 ore (si conti che ogni giorno in Siria vengono eliminati tra gli 80 e i 100 takfiri in tutto il paese, 600 in una sola cittadina é un risultato da record).
La vittoria di Qara fa il paio con quella precedente di Qusayr nel senso che priva i terroristi di un punto di accesso al flusso di armi e uomini provvisto dal Libano dalla coalizione filoimperialista '14 Marzo' e dai partiti e dai movimenti a essa soggetti; considerando che anche i rifornimenti da Nord, da parte turca, sono ormai interrotti, questo risultato potrebbe avere conseguenze decisive nelle prossime settimane.
Inoltre un convoglio di rifornimenti ai terroristi é stato intercettato e distrutto nella Provincia di Idlib mentre un nuovo tentativo di attacco alla Prigione di Aleppo é stato bloccato e respinto con gravi perdite ai terroristi nel corso delle ultime ore.
La vittoria di Qara fa il paio con quella precedente di Qusayr nel senso che priva i terroristi di un punto di accesso al flusso di armi e uomini provvisto dal Libano dalla coalizione filoimperialista '14 Marzo' e dai partiti e dai movimenti a essa soggetti; considerando che anche i rifornimenti da Nord, da parte turca, sono ormai interrotti, questo risultato potrebbe avere conseguenze decisive nelle prossime settimane.
Inoltre un convoglio di rifornimenti ai terroristi é stato intercettato e distrutto nella Provincia di Idlib mentre un nuovo tentativo di attacco alla Prigione di Aleppo é stato bloccato e respinto con gravi perdite ai terroristi nel corso delle ultime ore.
martedì 19 novembre 2013
Il PFLP-GC condanna senza mezzi termini l'attentato anti-iraniano di Jinah!
“Il vile attentato di Beirut non piegherà la Resistenza e non ostacolerà la sua Vittoria sul campo di battaglia”.
Con queste parole la delegazione del Fronte per la Liberazione della Palestina - Comando Generale guidata dal membro del Politburo Ramiz Mustafa ha sintetizzato i suoi sentimenti di fronte allo spettacolo del cratere lasciato dall'autobomba che stamattina presto ha colpito la facciata dell'ambasciata iraniana a Beirut.
Il bilancio totale dell'attentato é per ora fermo a 23 vittime e 150 feriti, alcuni in gravi e gravissime condizioni.
Il rappresentante del PFLP-GC Abu Imad Ramez ha esteso le condoglianze della sua organizzazione alle famiglie dei martiri e dei feriti, condannando il vigliacco gesto che dimostra la disperazione a cui sono ridotti i sostenitori dei takfiri wahabiti, che cercano di 'bilanciare' le loro cocenti sconfitte in Siria con atti di terrorismo cieco e insensato.
Ramez non ha omesso di notare come colpire un bersaglio iraniano alla vigilia della ripresa dei negoziati nucleari del 5+1 dimostra come anche l'entità sionista possa essere collegata all'evento.
Con queste parole la delegazione del Fronte per la Liberazione della Palestina - Comando Generale guidata dal membro del Politburo Ramiz Mustafa ha sintetizzato i suoi sentimenti di fronte allo spettacolo del cratere lasciato dall'autobomba che stamattina presto ha colpito la facciata dell'ambasciata iraniana a Beirut.
Il bilancio totale dell'attentato é per ora fermo a 23 vittime e 150 feriti, alcuni in gravi e gravissime condizioni.
Il rappresentante del PFLP-GC Abu Imad Ramez ha esteso le condoglianze della sua organizzazione alle famiglie dei martiri e dei feriti, condannando il vigliacco gesto che dimostra la disperazione a cui sono ridotti i sostenitori dei takfiri wahabiti, che cercano di 'bilanciare' le loro cocenti sconfitte in Siria con atti di terrorismo cieco e insensato.
Ramez non ha omesso di notare come colpire un bersaglio iraniano alla vigilia della ripresa dei negoziati nucleari del 5+1 dimostra come anche l'entità sionista possa essere collegata all'evento.
AGGIORNAMENTO: L'Ambasciatore Roknabadi nega la morte dell'addetto Ansari e accusa Tel Aviv per l'autobomba!
Puntuali come sempre quando si tratta di correggere imprecisioni pubblicate sul nostro blog a dispetto dello sforzo e della pervicacia con cui ci ostiniamo a controllare più volte la veridicità di una dichiarazione prima di riportarla siamo qui ad annunciare che secondo l'emittente iraniana PRESSTV l'ambasciatore di Teheran in Libano Ghazanfar Roknabadi non avrebbe MAI dichiarato la morte dell'attaché culturare Ebrahim Ansari nell'esplosione dell'autobomba avvenuta stamane davanti alla rappresentanza diplomatica.
Roknabadi, invece, avrebbe esplicitamente accusato i servizi segreti sionisti di avere ordinato ai loro esecutori locali, di compiere l'attacco dinamitardo, eventualmente fornendo sostegno materiale e know how agli agenti sul posto.
Rimarremo sempre in contatto col Libano e con l'Iran per raccogliere ulteriori dettagli o susseguenti dichiarazioni ufficiali da qualunque parte possano venire.
Roknabadi, invece, avrebbe esplicitamente accusato i servizi segreti sionisti di avere ordinato ai loro esecutori locali, di compiere l'attacco dinamitardo, eventualmente fornendo sostegno materiale e know how agli agenti sul posto.
Rimarremo sempre in contatto col Libano e con l'Iran per raccogliere ulteriori dettagli o susseguenti dichiarazioni ufficiali da qualunque parte possano venire.
Nuovo vigliacco attacco wahabita a Beirut! Venti morti fuori dall'ambasciata iraniana!
Dopo Ruwais e le moschee tripoline é stato oggi il turno del quartiere di Jinah a Beirut, proprio fuori dall'ambasciata della Repubblica Islamica, a subire una codarda autobomba piazzata da fanatici takfiri al soldo dell'Arabia Saudita e aiutati da membri dell'alleanza libanese filoimperialista che vogliono esacerbare la situazione interna facendo esplodere gli odi religiosi e settari.
Tra le vittime, circa venti, si conta anche l'addetto culturale iraniano Ebrahim Ansari il cui elogio funebre é stato intessuto dal capo della delegazione diplomatica, ambasciatore Ghazanfar Roknabadi. Roknabadi negli ultimi due anni é stato uno dei punti cardine della scena politica libanese, mai trascurando di far sentire tutto il sostegno iraniano al popolo del Paese dei Cedri e rassicurandolo sul fatto che Teheran non avrebbe mai permesso che il Libano si trasformasse in una base di retrovia per i terroristi mercenari attivi in Siria.
Le forze di sicurezza libanesi hanno assicurato che non lasceranno nulla di intentato per scoprire e punire i responsaibili di tale atto bestiale, come già puntualmente successo coi responsabili di precedenti attentati.
Tra le vittime, circa venti, si conta anche l'addetto culturale iraniano Ebrahim Ansari il cui elogio funebre é stato intessuto dal capo della delegazione diplomatica, ambasciatore Ghazanfar Roknabadi. Roknabadi negli ultimi due anni é stato uno dei punti cardine della scena politica libanese, mai trascurando di far sentire tutto il sostegno iraniano al popolo del Paese dei Cedri e rassicurandolo sul fatto che Teheran non avrebbe mai permesso che il Libano si trasformasse in una base di retrovia per i terroristi mercenari attivi in Siria.
Le forze di sicurezza libanesi hanno assicurato che non lasceranno nulla di intentato per scoprire e punire i responsaibili di tale atto bestiale, come già puntualmente successo coi responsabili di precedenti attentati.
lunedì 18 novembre 2013
Ecco il primo accordo Mosca-Cairo! Shoigu e Al-Sisi si sono accordati per una vendita di missili antiaerei sofisticati!
Secondo quanto riportato sulle colonne di "Ahram Online" il Capo della Russian Technologies, Sergej Chemezov, ha dichiarato che al termine dei colloqui tra il Ministro della Difesa Sergej Shoigu e il Generale egiziano Al-Sisi sarebbe stato firmato un protocollo d'intesa per la fornitura alle forze armate egiziane di sistemi missilistici antiaerei di tipo moderno.
Non é chiaro se i sistemi in questione siano ottimizzati per l'intercezione a basse altitudini ('Pantsir'), a quote medio-basse ('Tor'), medio-alte ('Buk') o alte (S-300 'Antey'), ma é immaginabile che i generali egiziani vogliano come prima cosa 'coprire' quelle aree che le vecchie forniture militari americane lasciavano meno 'guarnite' (come appunto la difesa antiaerea ad alta quota) per far sì che l'Egitto rimanesse sempre vulnerabile dall'arma aerea sionista.
Reticente sui dettagli dell'accordo missilistico Chemezov ha invece rivelato che l'uomo forte del Cairo si sarebbe interessato a ulteriori forniture di jet da combattimento ed elicotteri, vedendosi immediatamente proporre i nuovi Mig-29M2 (alias Mig-35) e Mi-28. Al-Sisi però avrebbe chiesto condizioni di pagamento dilazionato, argomento di fronte al quale le due parti avrebbero deliberato di risentirsi per organizzare una soluzione.
Non é chiaro se i sistemi in questione siano ottimizzati per l'intercezione a basse altitudini ('Pantsir'), a quote medio-basse ('Tor'), medio-alte ('Buk') o alte (S-300 'Antey'), ma é immaginabile che i generali egiziani vogliano come prima cosa 'coprire' quelle aree che le vecchie forniture militari americane lasciavano meno 'guarnite' (come appunto la difesa antiaerea ad alta quota) per far sì che l'Egitto rimanesse sempre vulnerabile dall'arma aerea sionista.
Reticente sui dettagli dell'accordo missilistico Chemezov ha invece rivelato che l'uomo forte del Cairo si sarebbe interessato a ulteriori forniture di jet da combattimento ed elicotteri, vedendosi immediatamente proporre i nuovi Mig-29M2 (alias Mig-35) e Mi-28. Al-Sisi però avrebbe chiesto condizioni di pagamento dilazionato, argomento di fronte al quale le due parti avrebbero deliberato di risentirsi per organizzare una soluzione.
Ecco il nuovo drone da sorveglianza strategica della Repubblica Islamica: "Fotros"!
Nella giornata di oggi con una dimostrazione del Ministero della Difesa tenuta dal Ministro Generale Hossein Dehqan la Repubblica Islamica iraniana ha dimostrato il primo esemplare della sua nuova linea di UAV per la ricognizione strategica, denominata "Fotros".
Con le sue dimensioni 'Fotros' conquista il primato di più grande velivolo senza pilota mai prodotto dagli ingegneri di Teheran e si affiancherà presto ai suoi predecessori nelle unità dedicate alla ricognizione aerea e al data gathering, cui risulterà utilissimo con la sua autonomia di oltre 30 ore di volo ad alta quota e con la sofisticazione dei suoi apparati di rilevamento e trasmissione.
Ancora una volta la Repubblica Islamica si dimostra all'avanguardia nell'aeronautica non pilotata, frutto di una vincente scelta strategica compiuta alla fine della guerra Iran-Irak al fine da non rimanere priva di un importantissimo assetto teconologico senza dover tuttavia chiedere aiuti o sostegni a potenze estere.
Con le sue dimensioni 'Fotros' conquista il primato di più grande velivolo senza pilota mai prodotto dagli ingegneri di Teheran e si affiancherà presto ai suoi predecessori nelle unità dedicate alla ricognizione aerea e al data gathering, cui risulterà utilissimo con la sua autonomia di oltre 30 ore di volo ad alta quota e con la sofisticazione dei suoi apparati di rilevamento e trasmissione.
Ancora una volta la Repubblica Islamica si dimostra all'avanguardia nell'aeronautica non pilotata, frutto di una vincente scelta strategica compiuta alla fine della guerra Iran-Irak al fine da non rimanere priva di un importantissimo assetto teconologico senza dover tuttavia chiedere aiuti o sostegni a potenze estere.
Le difese aeree di Assad scoprono tre F-16 turchi provenienti da Alessandretta e li mettono in fuga!
I radar militari siriani hanno intercettato ieri un terzetto di F-16 'Falcon' dell'aviazione turca che avevano violato lo spazio aereo di Damasco provenienti da Alessandretta (ma probabilmente decollati da Incirlik o da Amasya).
Una volta identificati gli intrusi come modello e nazionalità sono bastati dieci secondi agli operatori radar di Assad per mettere i tre 'banditi' nei mirini dei loro missili antiaerei di produzione russa; a quel punto, vedendosi "pitturati" dai radar siriani i tre jet hanno rapitamente fatto dietrofront riguadagnando la frontiera.
Nel corso dei mesi di campagna antiterrorismo le difese aeree siriane hanno abbattuto un F-4 turco, alcuni F-16 israeliani e, sembrerebbe, persino un F-22 americano che alla vigilia del programmato (poi sfumato) attacco 'punitivo') di Obama aveva provato a saggiare le difese aeree di Assad.
Una volta identificati gli intrusi come modello e nazionalità sono bastati dieci secondi agli operatori radar di Assad per mettere i tre 'banditi' nei mirini dei loro missili antiaerei di produzione russa; a quel punto, vedendosi "pitturati" dai radar siriani i tre jet hanno rapitamente fatto dietrofront riguadagnando la frontiera.
Nel corso dei mesi di campagna antiterrorismo le difese aeree siriane hanno abbattuto un F-4 turco, alcuni F-16 israeliani e, sembrerebbe, persino un F-22 americano che alla vigilia del programmato (poi sfumato) attacco 'punitivo') di Obama aveva provato a saggiare le difese aeree di Assad.
Si consuma il declino di Bandar (Bush) bin Sultan, tragico 'Otello di Riyadh', sconfitto su tutti i fronti!
Non deve essere facilte, ultimamente, essere il Principe Bandar bin Sultan, capo dei Servizi segreti sauditi e principale artefice del sostegno della monarchia di Riyadh alle correnti wahabite e takfire presenti in Libano e Siria (mercenari terroristi compresi) in funzione anti-Assad, anti-Hezbollah e anti-Asse della Resistenza.
Il Principe infatti nel corso degli ultimi mesi, dopo aver rodomontescamente annunciato (subito dopo aver 'fatto fuori' il collega Principe Muqrin) che avrebbe risolto le situazioni in quei paesi "in poche settimane" a totale favore dell'Arabia Saudita e dei suoi interessi non ha fatto che collezionare rovesci e sconfitte ed é ormai visto come una specie di 'paria' a corte.
La sconfitta si sa, é sempre orfana, e se a rimediarla é il figlio naturalizzato di una schiava negra sedicenne (questa infatti la linea materna di Bandar, una 'macchia' del suo passato che ha sempre cercato disperatamente di nascondere e far dimenticare attraverso il suo attivismo diplomatico, specialmente verso gli Usa) si può capire come le 'azioni' della popolarità di Bandar siano colate a picco nei circoli curtensi sauditi ben più di quanto non avrebbero fatto se a combinare i pasticci siriani e libanesi fosse stato un principe dotato di tutti i 'quarti' di nobiltà.
Logorato da passati anni di eccessi (quando era ambasciatore a Washington, costantemente ospite della famiglia Bush, tanto da venirne considerato membro adottivo, Bandar era conosciuto come fortissimo consumatore di Scotch e Cognac) e dai postumi dell'attentato che lo ha quasi ucciso il luglio scorso tenendolo per mesi lontano dalla scena pubblica, gli attuali incarichi di Bandar gli imporrebbero una giornata lavorativa di 12-18 ore consecutive, cui, nonostante abbia passato da poco la sessantina (per gli standard della corte saudita, un giovanotto) non riesce a dedicarsi con efficienza.
Inoltre la recente sequela di delusioni ha esacerbato il suo animo portandolo a diventare iroso e avventato, sentimenti che, per quanto adatti al temperamento tragico di questo sfortunato 'Otello d'Arabia' mal si conciliano coi requisiti necessari a essere un efficace 'spymaster'.
Il Principe infatti nel corso degli ultimi mesi, dopo aver rodomontescamente annunciato (subito dopo aver 'fatto fuori' il collega Principe Muqrin) che avrebbe risolto le situazioni in quei paesi "in poche settimane" a totale favore dell'Arabia Saudita e dei suoi interessi non ha fatto che collezionare rovesci e sconfitte ed é ormai visto come una specie di 'paria' a corte.
La sconfitta si sa, é sempre orfana, e se a rimediarla é il figlio naturalizzato di una schiava negra sedicenne (questa infatti la linea materna di Bandar, una 'macchia' del suo passato che ha sempre cercato disperatamente di nascondere e far dimenticare attraverso il suo attivismo diplomatico, specialmente verso gli Usa) si può capire come le 'azioni' della popolarità di Bandar siano colate a picco nei circoli curtensi sauditi ben più di quanto non avrebbero fatto se a combinare i pasticci siriani e libanesi fosse stato un principe dotato di tutti i 'quarti' di nobiltà.
Logorato da passati anni di eccessi (quando era ambasciatore a Washington, costantemente ospite della famiglia Bush, tanto da venirne considerato membro adottivo, Bandar era conosciuto come fortissimo consumatore di Scotch e Cognac) e dai postumi dell'attentato che lo ha quasi ucciso il luglio scorso tenendolo per mesi lontano dalla scena pubblica, gli attuali incarichi di Bandar gli imporrebbero una giornata lavorativa di 12-18 ore consecutive, cui, nonostante abbia passato da poco la sessantina (per gli standard della corte saudita, un giovanotto) non riesce a dedicarsi con efficienza.
Inoltre la recente sequela di delusioni ha esacerbato il suo animo portandolo a diventare iroso e avventato, sentimenti che, per quanto adatti al temperamento tragico di questo sfortunato 'Otello d'Arabia' mal si conciliano coi requisiti necessari a essere un efficace 'spymaster'.
domenica 17 novembre 2013
Hezbollah tiene in apprensione gli osservatori sionisti: "Gli uomini di Nasrallah ormai esperti di tank e artiglieria!"
Ventidue giorni fa pubblicavamo le considerazioni dell'ufficiale sionista Yaron Formosa, del Comando Nord delle forze di occupazione della Palestina, che rivelavano come le conoscenze tecniche e tattiche assorbite dai militanti di Nasrallah che negli ultimi mesi si sono recati in Siria a sostenere la Repubblica Araba contro l'aggressione mercenaria wahabita abbiano notevolmente incrementato il livello di minaccia che Hezbollah può esercitare verso Tel Aviv, ben lungi dall'indebolirlo o fiaccarlo come si erano inizialmente augurati 'pundit' e osservatori 'A Sei Punte'.
Ieri sulle colonne del quotidiano sionista 'Haaretz' il redattore Amos Harel denunciava preoccupato che, mentre il numero dei miliziani libanesi sciiti caduti in Siria é con ogni probabilità ancora più basso delle cifre 'riviste' che circolavano ultimamente (dalle prime ridicole asserzioni di 'migliaia' di Hezbollah caduti si é passati a voci di circa 250 perdite in battaglia, che forse bisogna ulteriormente 'sforbiciare' di un cinquanta per cento), ma passava poi a ruminare mestamente sulla consapevolezza che gli uomini di Nasrallah in Siria hanno potuto far pratica nell'uso di carri armati e di artiglierie pesanti ceduti loro dall'Esercito siriano.
In particolare la menzione dell'artiglieria é interessante, anche alla luce della situazione al confine tra Libano e regime ebraico visto che finora la massima preoccupazione di Tel Aviv é stata rivolta ai razzi di Hezbollah: rispetto a un razzo, che ha limitata capacità distruttiva (molto volume infatti é destinato al carburante), limitata precisione (errori di diversi metri rispetto ai punti di impatto previsto non sono rari) le artiglierie 'normali' hanno parecchi vantaggi: oltre l'80 per cento della massa di un'ogiva di obice é destinata all'esplosivo, la precisione di un fuoco d'artiglieria ben diretto é superiore a ogni batteria di razzi; i colpi di cannone e obice, inoltre, sono supersonici e non possono venire intercettati, certamente non dai sistemi (peraltro costosissimi e malfunzionanti) finora escogitati da israele.
Siamo come sempre lieti di registrare le ambasce degli occupanti sionisti e speriamo che Hezbollah e i suoi uomini continuino a dare sempre nuovi grattacapi a Tel Aviv e ai suoi sostenitori e manutengoli della Lobby sionista internazionale.
Ieri sulle colonne del quotidiano sionista 'Haaretz' il redattore Amos Harel denunciava preoccupato che, mentre il numero dei miliziani libanesi sciiti caduti in Siria é con ogni probabilità ancora più basso delle cifre 'riviste' che circolavano ultimamente (dalle prime ridicole asserzioni di 'migliaia' di Hezbollah caduti si é passati a voci di circa 250 perdite in battaglia, che forse bisogna ulteriormente 'sforbiciare' di un cinquanta per cento), ma passava poi a ruminare mestamente sulla consapevolezza che gli uomini di Nasrallah in Siria hanno potuto far pratica nell'uso di carri armati e di artiglierie pesanti ceduti loro dall'Esercito siriano.
In particolare la menzione dell'artiglieria é interessante, anche alla luce della situazione al confine tra Libano e regime ebraico visto che finora la massima preoccupazione di Tel Aviv é stata rivolta ai razzi di Hezbollah: rispetto a un razzo, che ha limitata capacità distruttiva (molto volume infatti é destinato al carburante), limitata precisione (errori di diversi metri rispetto ai punti di impatto previsto non sono rari) le artiglierie 'normali' hanno parecchi vantaggi: oltre l'80 per cento della massa di un'ogiva di obice é destinata all'esplosivo, la precisione di un fuoco d'artiglieria ben diretto é superiore a ogni batteria di razzi; i colpi di cannone e obice, inoltre, sono supersonici e non possono venire intercettati, certamente non dai sistemi (peraltro costosissimi e malfunzionanti) finora escogitati da israele.
Siamo come sempre lieti di registrare le ambasce degli occupanti sionisti e speriamo che Hezbollah e i suoi uomini continuino a dare sempre nuovi grattacapi a Tel Aviv e ai suoi sostenitori e manutengoli della Lobby sionista internazionale.
Grazie a tutti, pubblico e relatori, presenti ieri alla conferenza di Terni! Prossimo appuntamento Imperia!!
Come promesso nel nostro articolo precedente siamo appena rientrati all'ovile dopo una giornata che ci ha visti sballottati su una serie di treni regionali, regionali veloci, intercity con tariffa economy ed espressi notturni che ci troviamo a pestare furiosamente sulla tastiera cercando di trasportare in questo articolo l'entusiasmo, la soddisfazione, la gioia provata ieri a Terni nell'entrare in contatto diretto, con Stefano Bonilauri, Ouday Ramadan, Ali Reza Jalali e con gli ospiti del PdCI e dell'Associazione Primidellastrada che hanno organizzato il meeting-conferenza "A Difesa della Siria Socialista".
Di fronte a un pubblico attento e partecipe sono state indicate dai vari relatori le modalità di genesi e svolgimento dell'aggressione imperialista alla Repubblica Araba di Damasco, con paralleli e (fortunatamente) differenze che legano ma anche contraddistinguono gli eventi di questi ultimi due anni con quelli toccati a Libia e Irak e le prospettive nell'immediato e prossimo futuro non solamente per la Siria, ma per tutto l'Asse della Resistenza anti-imperialista e anti-sionista.
Forse (ma giusto forse) un po' troppo tempo é stato sprecato su questioni interne alla programmazione e all'iniziale rinvio dell'iniziativa, dovuta alle fisime di certi personaggi che, spinti dalla smania di stare "A Sinistra del Buonsenso", finiscono in ultimo a fare da cavallo di troia e da truppe cammellate dell'egemonia imperialista, ma é bene che si sappia (e che tutti se lo stampino bene in mente) che chi crede VERAMENTE nel Socialismo, nel riscatto degli Oppressi, nel contrasto alle ingerenze imperialiste (soprattutto quando sono ammantate di propaganda 'umanitaria') non avrà mai paura a schierarsi dalla parte GIUSTA.
E oggi, in Siria, in Medio Oriente, la parte GIUSTA é quella di Assad, di Hezbollah, della Resistenza e della Repubblica Islamica dell'Iran; Stato e Potenza, Palaestina Felix e i loro seguaci e sostenitori ci saranno sempre.
Tra ormai sei giorni una iniziativa simile si terrà nel capoluogo dell'Estremo Ponente ligure, a Imperia/Porto Maurizio, presso il "Centro Culturale Polivalente" di Piazza del Duomo, come per l'iniziativa ternana, invitiamo tutti coloro che abbiano tempo e possibilità di intervenire a presentarsi, fidando che anche questa volta incontreremo tante facce amiche!
Di fronte a un pubblico attento e partecipe sono state indicate dai vari relatori le modalità di genesi e svolgimento dell'aggressione imperialista alla Repubblica Araba di Damasco, con paralleli e (fortunatamente) differenze che legano ma anche contraddistinguono gli eventi di questi ultimi due anni con quelli toccati a Libia e Irak e le prospettive nell'immediato e prossimo futuro non solamente per la Siria, ma per tutto l'Asse della Resistenza anti-imperialista e anti-sionista.
Forse (ma giusto forse) un po' troppo tempo é stato sprecato su questioni interne alla programmazione e all'iniziale rinvio dell'iniziativa, dovuta alle fisime di certi personaggi che, spinti dalla smania di stare "A Sinistra del Buonsenso", finiscono in ultimo a fare da cavallo di troia e da truppe cammellate dell'egemonia imperialista, ma é bene che si sappia (e che tutti se lo stampino bene in mente) che chi crede VERAMENTE nel Socialismo, nel riscatto degli Oppressi, nel contrasto alle ingerenze imperialiste (soprattutto quando sono ammantate di propaganda 'umanitaria') non avrà mai paura a schierarsi dalla parte GIUSTA.
E oggi, in Siria, in Medio Oriente, la parte GIUSTA é quella di Assad, di Hezbollah, della Resistenza e della Repubblica Islamica dell'Iran; Stato e Potenza, Palaestina Felix e i loro seguaci e sostenitori ci saranno sempre.
Tra ormai sei giorni una iniziativa simile si terrà nel capoluogo dell'Estremo Ponente ligure, a Imperia/Porto Maurizio, presso il "Centro Culturale Polivalente" di Piazza del Duomo, come per l'iniziativa ternana, invitiamo tutti coloro che abbiano tempo e possibilità di intervenire a presentarsi, fidando che anche questa volta incontreremo tante facce amiche!