Damasco, Aleppo e le città principali della Siria sono pacifiche e tranquille come in una qualunque giornata precedente al marzo 2011; la gente di ogni setta e di ogni classe sociale si mescola nei viali, nelle piazze, nei mercati, le poche misure eccezionali di sicurezza non sono immediatamente evidenti e risultano solo in casi particolari; ad esempio, se si entra in un negozio di elettronica si possono trovare in vendita abbonamenti per cellulare solo delle due principali compagnie di stato e non più schede ricaricabili internazionali (spesso usate dai terroristi wahabiti).
Lo schieramento degli osservatori internazionali previsti dal 'Piano Annan' una volta di più dimostra che il Governo centrale non ha assolutamente nulla da nascondere, come già era successo con gli osservatori della Lega Araba, la cui missione infatti era stata silurata dai paesi finanziatori dei terroristi, Arabia Saudita e Qatar, quando essi avevano ripetutamente dichiarato che nel paese non era in atto alcuna 'ribellione' ma solo atti di violenza da parte di cellule isolate che non godevano di nessun sostegno tra la popolazione.
E proprio la setta che costituisce la maggioranza relativa della popolazione, quella sunnita, é stata quella che ha decretato il fallimento del complotto internazionale anti-Assad, rifiutandosi di accorrere sotto gli stendardi wahabiti e integralisti agitati dai fanatici introdotti nel paese per precipitarlo nel caos.
La maggior parte dei sunniti siriani infatti é laica e moderata e non desidera certo trovarsi a vivere dall'oggi al domani in un regime di stampo saudita; molti sunniti poi aderiscono a scuole di pensiero sufita e in questo caso sono stati gli stessi terroristi fanatici a tagliarsi l'erba sotto i piedi attaccando e assassinando chierici e leader religiosi (come ad esempio
lo Sceicco Ahmad Sadeq) dando un'idea tremendamente chiara di cosa sarebbe successo in caso di una loro vittoria, cementando i sunniti a difesa dello status quo e del Presidente Assad.
Proprio Assad si é rivolto recentemente ai leader della comunità sunnita lodando il loro contegno e indicandolo come uno dei fattori principali (insieme alla lealtà delle minoranze e al sostegno di Russia, Cina e Iran) grazie ai quali la Siria é riuscita a sconfiggere la minaccia wahabita.
Con la distruzione dei maggiori gruppi terroristici nelle battaglie di febbraio e marzo rimangono in attività soltanto quei piccoli gruppi di criminali comuni che nel corso degli ultimi dodici mesi si erano avvicinati agli insorgenti, ma pian piano anche loro stanno abbandonando la violenza 'politica' per tornare ai loro usuali crimini di piccolo cabotaggio: narcotraffico e rapimenti.
Proprio nel week-end le forze di sicurezza siriane hanno arrestato tre membri di una gang di sequestratori che avevano rapito due bambini a Damasco chiedendo un riscatto alla famiglia, liberando anche i piccoli ostaggi.
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