sabato 21 aprile 2012

I rubinetti degli oleodotti sudanesi sono "Chiusi per sempre" a Salva Kiir e alla sua cricca: "Si costruisca i suoi!"

Il Presidente sudanese Omar Bashir ha dichiarato che Khartoum "Può benissimo fare a meno" dei dazi di transito che il dittatore del Sud-Sudan Salva Kiir, 'cowboy' al servizio di Obama e Netanyahu, avrebbe dovuto versare all'erario del Nord per il trasporto del petrolio fino ai terminal del Mar Rosso (tanto, fiducioso del sostegno Usa e sionista, non li aveva mai pagati!) e, quindi, le tubature sudanesi rimarranno chiuse e sbarrate al petrolio di Juba, venendo piuttosto utilizzate per trasportare e smerciare il petrolio di Heglig, appena liberato dalla brillante offensiva dell'Esercito del Nord.

La notizia, riportata dall'Agence France Presse, segue di poco la smentita con la quale il portavoce militare di Khartoum ha negato quanto asserito dal mendace Ministro di Kiir, Barnaba Marial Benjamin, secondo il quale le truppe del Sud avrebbero 'ripiegato ordinatamente' dietro la pressione dell'ONU e dell'Unione Africana.

"Le forze di Juba e le milizie loro alleate sono state ricacciate indietro dopo fieri combattimenti che le hanno viste incorrere in pesanti perdite di uomini e materiali e prossimamente ne mostreremo le prove". Migliaia e migliaia di persone a Khartoum e nelle altre principali città sudanesi sono scese nelle strade e nelle piazze a festeggiare questa vittoria, in cui finalmente il Governo del Nord ha deciso di tracciare una linea di Resistenza e di dire "no" alle continue provocazioni del regime meridionale.
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La Repubblica Islamica inaugura le nuove unità navali lanciamissili 'Tondar' per la sicurezza e la protezione delle acque costiere!

Il Corpo della Guardia Rivoluzionaria Islamica ha dichiarato in un recente comunicato di avere terminato la messa a punto di un nuovo tipo di battello veloce lanciamissili, che verrà al più presto immesso in servizio nelle acque litoranee e costiere del Golfo Persico, contribuendo a rafforzare le capacità di intervento di Teheran nei mari domestici e nello Stretto di Hormuz, strozzatura strategica del commercio petrolifero mondiale.
"Tondar" ('tuono') il nuovo modello di unità veloce dell'IRGC é basato sulla riedizione di un passato modello, cui però tecnici e ingegneri iraniani hanno applicato importanti modifiche alla chiglia, alla propulsione, ai sistemi di controllo e di sicurezza e applicato un radar nuovissimo e molto potente. Alla cerimonia di inaugurazione delle prime nuove unità erano presenti ufficiali della Guardia Rivoluzionaria del più alto livello.
"Considerando l'importanza del Golfo Persico, delle sue aree settentrionali e centrali, rispettivamente, la difesa e la salvaguardia delle sue acque e delle importanti risorse energetiche che si celano sotto di esse non saranno mai abbastanza garantite", ha detto l'Ammiragio Seifollah Bakhtiarvand, comandante delle forze di mare dell'IRGC, nel corso della cerimodia. Le unità di classe 'Tondar' si uniranno alle precedenti 'Seraj' e 'Zolfaqar' nell'assicurare difesa e deterrenza in mare alla Repubblica Islamica, senza porre minacce di alcun genere a nessuno degli Stati vicini.
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Hamas dichiara alla stampa libanese: "Nessun cambiamento nella nostra linea verso Siria, Assad, Iran o l'atteggiamento verso il regime ebraico!"


In una recente edizione del popolare quotidiano libanese 'As-Safir' é apparso un articolo non firmato (quindi attribuibile a una presa di posizione comune e condivisa dell'intero Politburo) nel quale il Movimento musulmano di Resistenza Hamas chiarifica come, al contrario di quanto sostenuto a più riprese da outlet mediatici riconducibili al campo imperialista e sionista esso non abbia alcuna intenzione di: abbandonare la sua sede di Damasco, voltare le spalle o disconoscere il sostegno ricevuto per quasi 15 anni dal Presidente Bashir Assad, schierarsi nel campo dei paesi arabi conservatori come Arabia Saudita e Qatar, abbandonare il sentiero della Resistenza o modificare le proprie relazioni nei confronti di Hezbollah o della Repubblica Islamica dell'Iran.

L'articolo deplora la diffusione che tali voci hanno avuto negli ultimi mesi e dichiara che esse non sono altro che menzogne e che tutte le parti interessate (Siria, Iran, Hezbollah...) "sono pienamente informate delle attitudini, degli atteggiamenti e delle intenzioni di Hamas e della sua leadership nei loro confronti e nei confronti dello scenario politico mediorientale attuale, peraltro in rapida evoluzione, non tanto però da far 'piroettare' Hamas su posizioni diverse da quelle cui, fin dalla sua fondazione ha sempre tenuto fede: aderenza al sentiero della Resistenza, rifiuto di ogni accordo e ogni 'riconoscimento' dell'entità ebraica di occupazione, vicinanza agli altri attori statali e non della regione impegnati a loro volta a combattere contro l'imperialismo e l'espansionismo americano e sionista.

"Hamas" dichiara il documento, "Non ha affatto cambiato la sua strategia, i suoi obiettivi o la linea politica tramite la quale questi verranno raggiunti, basata sulla Resistenza e sul Rifiuto dell'occupazione; di più, qualunque cambiamento di politica sarebbe ben difficile da tenere nascosto e una volta rivelato scatenerebbe un dibattito, una frattura tra quanti lo sostengono, quand'anche fossero la maggioranza, e quanti giocoforza lo avverserebbero e chiederebbero un ritorno alla linea originaria". Hamas, conclude l'articolo, ha sostenuto vari attacchi, di ogni tipo, ma nulla mai potrà costringere l'organizzazione a fare concessioni o deviare dalla sua linea politica, specialmente ora che la sua posizione popolare e militare é più salda, radicata e sicura che mai.
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Il Premier irakeno Maliki dichiara: "La Turchia ci sorprende col suo atteggiamento ingerente ed ostile!"


Nuova 'tirata d'orecchi' per il maldestro 'Sultano' Erdogan, che dopo essersi letteralmente 'giocato' tutto il prestigio accumulato in anni di politica di buon vicinato con la Siria e di sostegno alla Causa palestinese viene ora tacciato di indebite ingerenze e di atteggiamenti via via sempre più ostili anche dal Primo Ministro di Bagdad, Nouri al-Maliki, che certo non ha gradito né il sostegno vocale e materiale dato da Ankara ai terroristi all'opera in Siria (paese che confina con l'Irak proprio nella provincia di Anbar, territorio volatile dove sono presenti molti takfiri fondamentalisti) né tanto meno la dubbia ospitalità offerta all'assassino e organizzatore di attentati Tarik al-Hashemi, ex-vicepresidente sunnita, latitante e contumace, inseguito da mandato di cattura del Tribunale di Bagdad, che in Turchia si é lasciato andare a calunniose dichiarazioni riguardo presunti 'contrabbandi' di armi iraniane verso Damasco proprio tramite l'Irak.

Come se tutto questo non bastasse a inimicarsi la dirigenza di Bagdad, sempre più legata a Teheran e Damasco, estensione del naturale 'Asse della Resistenza' antisionista e anti-imperialista, Erdogan ha 'pensato bene' di uscirsene con alcune dichiarazioni azzardate e inopportune rilasciate subito dopo la conclusione di un vertice 'a porte chiuse' con il Presidente della regione del Kurdistan Masoud Barzani (notare come Erdogan sia pronto a ricorrere agli elicotteri e al napalm quando ha a che fare con i Curdi che abitano in Turchia, ma poi diventi ospitale e sollucheroso quando tratta con i leader Curdi filoamericani e coinvolti nelle operazioni di spionaggio e terrorismo anti-iraniano del Mossad). Erdogan ha detto che: "Il trattamento dell'attuale Premier irakeno (Maliki) verso i suoi alleati di coalizione, il suo approccio egocentrico alla politica sono motivo di viva preoccupazione per Mr. Barzani e per il partito Irakiya".

Il 'Partito Irakiya' é quello di cui faceva parte l'assassino Tarik al-Hashemi, forse Erdogan pensa che il Governo di Bagdad avrebbe dovuto lasciargli libertà di organizzare attentati e omicidi in tutta tranquillità?

Maliki, a stretto giro, ha replicato sul suo sito-web, dichiarando che: "Le ultime affermazioni di Erdogan sono uno spiacevole ritorno alla fase in cui la Turchia pensava di potere interferire negli affari interni del nostro paese e confermano che Mr. Erdogan vive ancora nell'illusione di poter costruire un'egemonia regionale neo-ottomana sui paesi arabi circostanti, quando in realtà, insistere su questi screditati e inefficaci sentieri di politica regionale non farà altro che danneggiare gli interessi turchi e incrementare l'ostilità dell'intera regione nei confronti di Ankara".

La Repubblica Islamica iraniana scopre due nuovi giacimenti di idrocarburi nel Khuzestan!

Il Khuzestan iraniano é quella provincia nella parte sud-occidentale del paese, al confine con l'Irak, il cui controllo fornì uno dei numerosi pretesti per l'aggressione di Saddam Hussein alla neonata Repubblica Islamica nel settembre del 1980; teatro di aspri combattimenti proprio nella prima fase della guerra, con intense battaglie a Susangerd, Dezful, Abadan e Khorramshahr, da allora la zona é tornata a essere una delle più importanti e produttive regioni petrolifere iraniane e, grazie alle ultime prospezioni sismiche, sembra che questo ruolo sarà confermato anche nel futuro.


Con una conferenza stampa tenutasi ieri, infatti, il Direttore Amministrativo della Compagnia Nazionale Iraniana del Sud per il Petrolio e gli Idrocarburi, Hormuz Qalavand (foto in apertura), ha dichiarato che due nuovi importanti giacimenti di greggio e metano sono stati individuati, rispettivamente, presso i campi petroliferti di Ab-Teimur e Zilaei: il primo ha rivelato una riserva vasta 30.000 metri quadrati e profonda 'almeno' 200, il secondo si é scoperto costituito da almeno sette concentrazioni di gas sparse su una zona di 3000 per 8000 metri e capaci di circa 80 miliardi di metri cubi di metano.

Con queste due importanti scoperte arrivano a 18 i nuovi campi e giacimenti petroliferi scoperti dalla Repubblica Islamica negli ultimi anni, tra essi si conta il colossale giacimento di Ferdowsi, capace di 'almeno' 31 miliardi di barili di greggio. Le attuali riserve petrolifere iraniane sono calcolate, con stime conservative e realistiche, attorno ai 560 miliardi di barili di petrolio, di cui almeno 150 miliardi di tipo 'pesante' ed 'extra pesante' (le qualità più preziose e costose sul mercato).

venerdì 20 aprile 2012

Vittoria! Le forze armate di Khartoum hanno il pieno controllo di Heglig e della regione contestata

Con un sobrio, preciso comunicato rilasciato poche ore addietro il Ministro della Difesa sudanese Abdel-Rahim Mohamed Hussein ha diffuso la notizia che le truppe di Khartoum hanno 'il pieno controllo' della città di Heglig, delle sue infrastrutture petrolifere e stanno procedendo, lentamente ma accuratamente, a eliminare gli ultimi elementi invasori provenienti da Sud del confine ancora presenti nella regione contestata del Sud Kordofan, occupata proditoriamente nei giorni scorsi da militari di Juba e da membri di milizie e organizzazioni terroriste sostenute dal dittatore-cowboy Salva Kiir, agente degli interessi Usa e sionisti.

"Il nemico, dopo aver subito pesanti perdite in uomini, armi ed equipaggiamenti, verificata l'impossibilità di rinforzare o anche solo rifornire le proprie posizioni ha condotto una vasta ritirata quasi senza impegnare combattimenti", ha dichiarato il Ministro, "Le nostre truppe, comunque, si sono mosse con grande circospezione per evitare qualunque genere di danno o distruzione a strutture civili". Sembra che la dichiarata intenzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU di aprire una procedura di condanna per il Governo del Sud-Sudan a seguito della sua proditoria occupazione di territori del Nord abbia contribuito non poco a ridurre a miti consigli Salva Kiir e la sua cricca.

Dal momento della sua 'indipendenza' realizzata sulla base di una campagna mediatica diffamatoria sostenuta dai mezzi di informazione venduti all'Imperialismo, il Sud del Sudan é diventato uno 'stato fallito' agitato da sanguinose faide etniche dove i proventi del petrolio vengono sperperati senza che vadano a migliorare le condizioni di vita di una delle popolazioni più povere d'Africa, dove il 15% dei nati non riesce ad arrivare a compiere 5 anni.
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Ignorante e rozza 'celebrità' sionista dichiara di "godere" quando vede il video del porco israeliano in uniforme che aggredisce un pacifista!

Proponiamo un gioco ai nostri lettori: quali tra le tre seguenti affermazioni ignoranti e razziste é stata recentemente rilasciata su una radio a diffusione nazionale di un paese che, a suo dire, insisterebbe per venire considerato "una democrazia"?
"E' stato bello vedere rompere il naso a quell'Affricano, con quella sua faccia da negro sembrava proprio un cannibale della foresta!"
"E' stato bello vedere rompere il naso a quell'Ebreo, con quella sua faccia da giudeo sembrava proprio un miserabile usuraio!"
"E' stato bello vedere rompere il naso a quel Danese, con quella sua faccia da nordico sembrava proprio un milite delle SS!"


   Irit Linur and her 'hero', the 'kosher swine' Lt.Col. Shalom Eisner.

La risposta, ovviamente, é "La numero 3" e, a pronunciarla, é stata la sgualdrina riprodotta qui di seguito, una miserabile rispondente al nome di Irit Linur, che é andata a raccontare alla radio ufficiale dell'esercito sionazista quanto si fosse 'divertita' a vedere il maiale umanoide Shalom Eisner rompere il naso a tradimento all'attivista pacifista danese che insieme ad altri percorreva (disarmato e inoffensivo) una strada cisgiordana in bicicletta (la Route 90).

Come tutti i sionisti convinti anche Irit Linur loda l'aggressore e poi pretende di indossare i panni della vittima, giacché, nel corso delle sue indecenti dichiarazioni, si perita di dichiarare ai microfoni dell'emittente militare che "una parte della sua anima é 'tormentata' (addirittura!) dal 'ricordo' (quale?) del Nazismo e dell'Olocausto". Ci si domanda che 'ricordo' possa avere di quegli eventi la sgualdrina Irit Linur visto che, per quanto rifatta possa essere, non denuncia più di una quarantina d'anni mal portati.

Ma ovviamente 'Olocausto' e 'Antisemitismo' per la Linur, come per tutti i sionisti, sono 'parole in codice' che significano 'lasciateci fare quel che vogliamo: invadere, aggredire, deportare, sterminare, massacrare, perché noi siamo il Popolo Eletto'; eletto, nel codice razzista-sionazista vuol dire 'abilitato a fare tutto ciò che lamentiamo -a torto o a ragione- sia stato fatto molto tempo fa a nostri lontani parenti senza dover però renderne conto o pagarne dazio a chicchessia'.
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Flash dalla Siria: "Ingegneri e tecnici russi riprendono il lavoro a Homs per la costruzione di un nuovo gasdotto!"

La compagnia russa Stroytransgaz ha annunciato che continua a realizzare il suo progetto di costruire una fabbrica per fornire gas alle terre siriane.

Sergey Makarov, Presidente della compagnia, ha detto martedì in una dichiarazione che la situazione in Siria sta gradualmente tornando alla stabilità, e ha aggiunto che “La compagnia ha trasportato un certo numero di membri del proprio staff da Homs a Damasco durante gli eventi, ma ora iniziamo a riportarli a Homs per completare il progetto”.
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La visita a Gerusalemme del Gran Mufti d'Egitto scatena lo scandalo di Hamas e dell'Ikhwan!

Una tempesta di polemiche e critiche; solo così si può sintetizzare la reazione suscitata dalla visita del Gran Mufti d'Egitto, probabilmente la figura religiosa più conosciuta e influente del paese, Ali Gomaa, alla Moschea di Al-Aqsa. Lo scandalo deriva dal fatto che, essendo Al-Quds/Gerusalemme sotto l'illegale occupazione militare sionista per visitarla una figura religiosa deve giocoforza scendere a patti col regime ebraico, implicitamente riconoscendone l'autorità, motivo per il quale ad esempio sia la Grande Moschea di Al-Azhar che il Primate Copto Shenouda III (recentemente scomparso) avevano invitato i fedeli cristiani e musulmani a non visitare Gerusalemme fino a che rimaneva sotto regime di occupazione.

Le reazioni più forti si sono avute dal Movimento musulmano di Resistenza Hamas e dall'Ikhwan, la popolare e influente fratellanza musulmana d'Egitto. Il Vicesegretario del Politburo di Hamas, Moussa Abu Marzouk, ha dichiarato che la presenza del Gran Mufti a Gerusalemme ha 'implicitamente beneficiato' il regime ebraico dell'Apartheid e ha configurato un 'grave danno' alla Causa della Resistenza. Tanto l'Ikhwan, quanto il suo braccio politico, l'FJP, hanno respinto le deboli giustificazioni di Gomaa, che ha dichiarato di essersi recato ad Al-Quds dietro invito di un principe ascemita giordano e di non avere avuto contatti con l'occupazione (evidentemente li aveva avuti il suo ospite, membro di una dinastia corrotta e complice di Tel Aviv), dichiarando "comunque ingiustificabile" la sua presenza nella città occupata.

Anche lo Sceicco Raed Salah, capo della Fratellanza Musulmana nel regime ebraico, ha stigmatizzato l'evento; tornato da poco in patria dopo nove mesi di battaglia legale in Inghilterra per ottenere giustizia dopo il suo arresto e la sua detenzione a seguito di una campagna diffamatoria della lobby ebraica britcannica, lo Sceicco ha domandato, retoricamente, come si possa visitare Al-Quds e il suo Nobile Santuario quando figure religiose come lo Sceicco Ekrima Sabri, predicatore alla Moschea di Al-Aqsa, vengono tenute distanti da essa. Anche allo Sceicco Salah é stato più volte impedito dal raggiungere Gerusalemme dalle forze sioniste di occupazione.
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giovedì 19 aprile 2012

Eccezionali immagini delle parate militari tenutesi in Iran nel Giorno delle Forze Armate!

Lanciarazzi leggero cingolato
Lanciarazzi multiplo pesante
Blindato antiaereo con doppio cannoncino da 23mm
Carro armato Zulfiqar-3 con un ingegnoso sistema di protezione contro il rilevamento infrarosso e termografico.
M-60 americano modernizzato con placche di armatura reattiva in grado di moltiplicare molte volte la resistenza ai più avanzati penetratori a energia cinetica.
T-72 modernizzato, il fulcro delle divisioni corazzate della Repubblica Islamica.
La letale combinazione di un minigun a canne rotanti con una dune buggy dà a questi due fanti la mobilità e la potenza di fuoco di un'intera squadra di cavalleria meccanizzata.
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Dameer: "Attivisti filopalestinesi arrestati da Israele sono entrati in sciopero della fame!"


Gli attivisti stranieri di solidarietà con la Palestina tenuti illegalmente in custodia dalle autorità sionaziste hanno deciso di dare il via a uno sciopero della fame per protestare contro la detenzione e la loro prevista deportazione dai territori occupati dal regime ebraico; lo ha riportato nelle scorse ore la Fondazione Dameer per i Diritti Umani, dopo avere confermato che i propri legali avevano visitato la prigione di Ramleh dove questi ultimi vengono tenuti in violazione delle più basilari norme di Diritto Internazionale riguardo la libertà di spostamento e la libertà di manifestare le proprie opinioni.


Gli avvocati della Dameer hanno intervistato otto cittadini britannici che sono stati detenuti al loro arrivo all'aeroporto di Lod, sottoposti a perquisizioni non necessarie e hanno avuto i loro effetti illegalmente confiscati; sono quindi stati sottoposti a interrogatori separati e non hanno potuto effettuare le telefonate a cui avrebbero avuto diritto, come "punizione" per il loro sciopero della fame iniziato il giorno stesso della loro detenzione illegale.

Dameer invita la comunità internazionale a esercitare pressione politica e morale sul regime sionista per cessare queste sue attività illegali e consentire a chi lo desideri di recare il suo sostegno e la sua solidarietà al popolo di Palestina.

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Elettrizzanti dichiarazioni del Presidente sudanese Bashir dirette al dittatore Kiir: "Preparati a ricevere una lezione di Jihad e patriottismo!"


E' con viva soddisfazione, una soddisfazione genuina e sincera che rischia a più riprese di tracimare nell'entusiasmo che stiamo componendo queste righe e non vi nascondiamo, fedeli lettori, che arduo compito sia cercare di contenere e temporaneamente anche reprimere i sentimenti che ci agitano nel tentativo di mantenere una necessaria obiettività, che dobbiamo a voi e ai canoni della deontologia professionale.


Durante un rally di mobilitazione organizzato dalle sezioni giovanili del Partito Nazionale del Congresso a Khartoum il Presidente sudanese Omar al-Bashir ha promesso ufficialmente che le prossime ore porteranno "ottime notizie" dal fronte di lotta nel Sud Kordofan, dove le forze armate del paese sono state recentemente impegnate a respingere un'aggressione mossa dall'Esercito e dalle milizie fedeli al vile dittatore di Juba, Salva Kiir, scherano dell'imperialismo Usa e sionista, servile 'negro di casa' di Obama e Netanyahu.

"Il nostro obiettivo ormai é diventato la liberazione dei cittadini del Sud dal giogo loro imposto da Kiir e dal suo SPLM!" ha dichiarato di fronte a una folla di gioventù estasiata Bashir, "Ormai le cose sono arrivate a un punto in cui la coesistenza é impossibile: o noi occuperemo Juba oppure Kiir e i suoi arriveranno a Khartoum, non esiste abbastanza spazio in Sudan per noi e per la cricca di Kiir, solamente il più forte potrà restare in piedi!".

Bashir ha dichiarato che la liberazione di Heglig rappresenta solo il primo passo verso un obiettivo più grande: "Il totale e radicale annientamento dell'SPLM, che non rappresenta nulla più di un insetto parassita e nocivo che va schiacciato a ogni costo". Il Presidente ha dichiarato che di fronte all'odio inestinguibile e allo sdegno che giustamente prova verso il dittatore di Juba e la sua cerchia nessun sentimento negativo lo anima verso l'innocente popolazione meridionale, che anzi si augura possa continuare una vita indipendente e prospera una volta liberata dal giogo dell'SPLM e dei suoi leader corrotti.

Come lo stolto che va nel panico dopo aver stuzzicato il nido di vespe il regime di Juba balbetta incoerenti appelli all'Unione Africana e ai suoi sponsor imperialisti nel tentativo di evitare o ritardare le prevedibili conseguenze del suo avventurismo militare; il Ministro dell'Informazione di Kiir, tale Barnaba Marial Benjamin, ha dichiarato all'Agence France Presse che: "La questione dei confini va presentata all'UA" ma la sabbia nella clessidra sta per finire mentre Khartoum prepara le giuste iniziative politiche, diplomatiche e soprattutto militari per porre definitivamente termine alla questione.

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Con il "Piano Annan" in atto e gli osservatori schierati la Siria assapora nuova tranquillità, Assad loda i sunniti: "La vostra fedeltà ha salvato la patria!"

Damasco, Aleppo e le città principali della Siria sono pacifiche e tranquille come in una qualunque giornata precedente al marzo 2011; la gente di ogni setta e di ogni classe sociale si mescola nei viali, nelle piazze, nei mercati, le poche misure eccezionali di sicurezza non sono immediatamente evidenti e risultano solo in casi particolari; ad esempio, se si entra in un negozio di elettronica si possono trovare in vendita abbonamenti per cellulare solo delle due principali compagnie di stato e non più schede ricaricabili internazionali (spesso usate dai terroristi wahabiti).

Lo schieramento degli osservatori internazionali previsti dal 'Piano Annan' una volta di più dimostra che il Governo centrale non ha assolutamente nulla da nascondere, come già era successo con gli osservatori della Lega Araba, la cui missione infatti era stata silurata dai paesi finanziatori dei terroristi, Arabia Saudita e Qatar, quando essi avevano ripetutamente dichiarato che nel paese non era in atto alcuna 'ribellione' ma solo atti di violenza da parte di cellule isolate che non godevano di nessun sostegno tra la popolazione.

E proprio la setta che costituisce la maggioranza relativa della popolazione, quella sunnita, é stata quella che ha decretato il fallimento del complotto internazionale anti-Assad, rifiutandosi di accorrere sotto gli stendardi wahabiti e integralisti agitati dai fanatici introdotti nel paese per precipitarlo nel caos.

La maggior parte dei sunniti siriani infatti é laica e moderata e non desidera certo trovarsi a vivere dall'oggi al domani in un regime di stampo saudita; molti sunniti poi aderiscono a scuole di pensiero sufita e in questo caso sono stati gli stessi terroristi fanatici a tagliarsi l'erba sotto i piedi attaccando e assassinando chierici e leader religiosi (come ad esempio lo Sceicco Ahmad Sadeq) dando un'idea tremendamente chiara di cosa sarebbe successo in caso di una loro vittoria, cementando i sunniti a difesa dello status quo e del Presidente Assad.

Proprio Assad si é rivolto recentemente ai leader della comunità sunnita lodando il loro contegno e indicandolo come uno dei fattori principali (insieme alla lealtà delle minoranze e al sostegno di Russia, Cina e Iran) grazie ai quali la Siria é riuscita a sconfiggere la minaccia wahabita.

Con la distruzione dei maggiori gruppi terroristici nelle battaglie di febbraio e marzo rimangono in attività soltanto quei piccoli gruppi di criminali comuni che nel corso degli ultimi dodici mesi si erano avvicinati agli insorgenti, ma pian piano anche loro stanno abbandonando la violenza 'politica' per tornare ai loro usuali crimini di piccolo cabotaggio: narcotraffico e rapimenti.

Proprio nel week-end le forze di sicurezza siriane hanno arrestato tre membri di una gang di sequestratori che avevano rapito due bambini a Damasco chiedendo un riscatto alla famiglia, liberando anche i piccoli ostaggi.
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mercoledì 18 aprile 2012

L'artiglieria di Khartoum elimina 22 miliziani sud-sudanesi presso Meiram!


Un preciso ed efficace bombardamento con obici e mortai di grosso calibro ha distrutto un contingente di miliziani sud-sudanesi presso la cittadina di confine di Meiram, nella contestata regione del Sud Kordofan, ultimamente al centro di un fallito tentativo di 'fait accompli' del regime di Giuba che ha scatenato una piena e pronta risposta militare di Khartoum, nell'ambito della quale bisogna annoverare questo avvenimento.

Secondo quanto rivelato dai portavoce dell'Esercito sudanese un distaccamento delle milizie terroriste sostenute dal dittatore di Juba Salva Kiir si stava avvicinando al fiume che lambisce Meiram e che funge da confine tra il Sudan e la sua porzione meridionale strappata alla madrepatria con il fasullo 'referendum' della scorsa estate, evidentemente con l'intenzione di raccogliere acqua da portare al loro accampamento, ma i controllori dell'artiglieria del Nord non hanno lasciato loro scampo, investendoli in pieno con una piogga di proiettili che ha lasciato sul terreno 22 cadaveri.

Gli scontri tra Sud-Sudan e Nord, iniziati per un 'gioco d'azzardo' del 'cowboy' Kiir, che evidentemente fidava troppo nel sostegno americano e israeliano alla sua politica avventurista assomigliano sempre più a uno stato di effettiva guerra guerreggiata, rimarcata dal fatto che recentemente il Parlamento di Khartoum abbia dichiarato ufficialmente il regime del Sud 'nemico ufficiale' dello Stato, prendendo pubblicamente l'impegno a combatterlo fino a che 'Il Governo di Kiir e del suo SPLM non venga rovesciato e distrutto'.
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Il Ministro della Difesa iraniano dichiara: "Il nostro Bavar-373 rende totalmente inutile l'acquisto degli S-300 russi!"


 Il Ministro della Difesa della Repubblica Islamica dell'Iran, Brigadier Generale Ahmad Vahidi ha dichiarato che negli ultimi 5 anni la produzione di un sistema antiaereo totalmente nazionale in grado di prendere il posto delle batterie russe S-300 ha dato "risultati incredibilmente soddisfacenti" colmando quella che poteva diventare una preoccupante lacuna nello schermo antiaereo posto a protezione delle infrastrutture sensibili del paese, a partire da impianti e installazioni del programma nucleare.

Parlando a una cerimonia compresa nel programma di celebrazioni per la Giornata Nazionale delle Forze Armate a Teheran il Ministro Vahidi ha dichiarato che la produzione del sistema indigeno denominato "Bavar-373" (dal persiano per 'Fede, Credenza') é in corso e tutti i test finora effettuati hanno dato risultati più che positivi. Ulteriori ragguagli sulle capacità di questo sistema antiaereo verranno rivelati nei prossimi mesi.

Il Vicecomandante della Base di Difesa Aerea di Khatam al-Anbiya, Generale Shahrok Sharram aveva dichiarato nell'ottobre 2011 che, dopo il collasso delle trattative per la fornitura di batterie antiaeree russe S-300 l'Organizzazione delle Industrie della Difesa aveva lanciato, oltre a un progetto di potenziamento dei sistemi S-200 già in uso in tutto il paese un programma di sviluppo di un'alternativa nazionale basandosi sull'esperienza del personale formatosi in Russia per operare gli S-300, su alcuni esemplari dello stesso acquistati segretamente in Bielorussia e su piani e progetti acquisiti indipendentemente grazie agli sforzi dei servizi segreti.

Il risultato é stata la nascita di 'Bavar' che, integrato con gli stessi radar usati dagli S-300 (modelli 'Nebo' -foto sotto- e '64N6' -foto sopra- per la ricerca rispettivamente VHF e 3d), é in grado di fornire prestazioni identiche nel contrasto a incursori a bassa segnatura ('stealth'), missili da crociera e missili balistici ben superiori a quelle fornite dai 'Patriot 3' statunitensi o dai più volte annunciati e mai sperimentati modelli israeliani, ('Arrow', 'Magic Wand' e via discorrendo...) costantemente piagati da mancanza di fondi, test fallimentari e continui rinvii.

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Sedici anni fa i boia sionazisti massacravano 100 civili libanesi bombardando un'installazione ONU nella 'Strage di Cana'!


Sedici anni fa, il 18 aprile 1996, l'artiglieria sionazista colpiva ripetutamente e volutamente un'installazione ONU dove, nel corso del suo proditorio attacco contro le strutture della Resistenza sciita nel Sud del Libano, avevano trovato rifugio dozzine di famiglie, principalmente composte di anziani, donne e bambini. Inquadrato l'obiettivo batteria dopo batteria di obici cingolati M109A2, pagati con i soldi dei contribuenti americani riversarono tonnellate di bombe dirompenti sulla struttura, completando poi l'opera con proiettili al fosforo bianco, che fecero colare l'incendiaria e caustica miscela lungo i camini dei detriti e delle macerie, in maniera da uccidere per soffocamento e combustione anche gli eventuali feriti sopravvissuti. Un lavoro di cui Himmler e le SS si sarebbero certo potuti dire orgogliosi.













































































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Appena liberato lo Sceicco Khader Adnan invita a moltiplicare gli sforzi per liberare tutti i prigionieri politici palestinesi!


Khader Adnan, il coraggioso leader del Movimento per la Jihad Islamica in Palestina, rilasciato ieri dal regime sionista di occupazione dopo essersi quasi ucciso con uno sciopero della fame lunghissimo e doloroso, ha finalmente raggiunto, nella serata di martedì, la sua casa di Arraba, in Cisgiordania. Privandosi di ogni tipo di sostentamento solido per 66 giorni Adnan ha messo i suoi aguzzini sionazisti di fronte al dilemma se fosse più dannoso per la loro immagine liberarlo, ammettendo di non avere alcun motivo solido per tenerlo in carcere oppure farne un martire e subire il backlash mediatico che avrebbe esposto il regime ebraico a un'ondata di riprovazione internazionale maggiore di quella scatenata dalle sue inconsulte e isteriche reazioni al recente poema del Nobel per la Letteratura Guenter Grass.

Per prima cosa lo Sceicco Adnan ha voluto visitare una tenda di solidarietà con lo sciopero della fame portato avanti ancora oggi da moltissimi prigionieri politici palestinesi, ispirati dal suo esempio, e che per tre giorni coinvolgerà ogni singolo palestinese detenuto da Tel Aviv, in una colossale, maginifica dimostrazione di determinazione alla lotta che prova come anche anni o decenni di prigionia non possono intaccare la volontà di Resistenza e Riscatto che brucia intensamente nel cuore di tutti gli oppressi.

"La Jihad Islamica, Hamas e persino Fatah hanno giurato di non retrocedere dalle conquiste di questi storici scioperi; io chiedo alla Croce Rossa di riunire i suoi staff medici e avverto il mondo che i Palestinesi ormai sono in piena rivolta contro la politica sionista di persecuzioni e detenzioni e non cesseranno le loro azioni fino a quando non otterranno giustizia e piena soddisfazione". Adnan ha avvisato che attualmente 4600 prigionieri politici uomini, 180 bambini e 6 donne sono sottoposti a condizioni di detenzione inumana nelle galere di Sion, ricordando a tutti i movimenti di Resistenza e i gruppi politici che la loro liberazione é un imperativo morale prima che politico.
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La Commissione Elettorale egiziana rifiuta tutti gli appelli dei candidati esclusi dalle presidenziali!


Come era immaginabile la Suprema Commissione Elettorale egiziana ha respinto le richieste di appello alla sua precedente decisione di togliere dalla competizione elettorale presidenziale dieci candidati, tra i quali, oltre all'ex 'Zar' dei servizi segreti di Mubarak, Omar Suleiman, figuravano però anche i candidati dei die più importanti partiti presenti in parlamento, l'FJP della Fratellanza Musulmana e l'Al-Nour degli islamisti più ortodossi.

Sembra così finita ancora prima di cominciare la corsa alla presidenza di Khairat al-Shater ed Hazem Abu Ismail rispettivamente esclusi il primo per tecnicismi riguardo alla grazia ricevuta per la detenzione inflittagli dal regime di Mubarak (detenzione non per un reato comune, ma per un reato politico -finanziamento della Fratellanza Musulmana- che a logica dovrebbe andare in prescrizione una volta caduta la dittatura) e il secondo per non essere riuscito a provare che sua madre non avesse la doppia cittadinanza (statunitense oltre che egiziana).

Motivazioni labili, meri pretesti trovati dai membri della Commissione (nominata dai Generali dello SCAF, Tantawi e soci) per "pilotare" la competizione elettorale, la Fratellanza Musulmana d'Egitto ha già annunciato che in luogo di Al-Shater il suo nuovo candidato presidente dovrebbe essere Mohammed Mursi, esponente del Partito di Libertà e Giustizia.
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