sabato 19 marzo 2011

Scioccanti ed esclusive immagini della mattanza in Yemen! Dov'é l'ONU? Dove sono Obama, Sarkozy, La Russa???

Immagini sconvolgenti quelle che arrivano in queste ore da Sanaa, nello Yemen, dove una strage forse ancora più grave di quella che ha funestato il Bahrein si é consumata nelle ultile 48 ore, quando il Presidente-tiranno Ali Saleh (un tempo amicissimo di Saddam Hussein, ora a suo agio con Madama Clinton e gli altri esponenti della lobby a sei punte che tira le fila della Casa Bianca) ha scatenato i suoi cecchini contro i dimostranti che si stavano riunendo, dopo le preghiere del venerdì, nella piazza dell'Università.


Mentre ONU e NATO strepitano di interventi militari contro Gheddafi e i telegiornali e gazzette del ciarpame disinformativo italiota si riempono di solenni imbecilli gallonati e di patetici individui che discettano di guerra e bombardamenti con nozioni piluccate dalla pornografia bellicistica di Tom Clancy e dai videogiochi, ci si chiede cosa abbiano "in più" i civili libici per meritarsi un pronto e immediato 'sostegno militare' da parte di Obama e Sarkozy e cosa invece manchi agli yemeniti per meritarsi anche solo un trafiletto nella fanfara mediatica occidentalista.


Immensa ammirazione desta l'operato di medici e infermieri che, in postazioni improvvisate, dove spesso manca persino il dannunziano 'frusto di corda' per legare ai pazienti la cartella clinica, nonostante le ferite da loro stessi subite, si prodigano per salvare quante più vite possibile, operando in condizioni che ricordano le vere e proprie zone di guerra.

Nonostante tutto ciò, nonostante la ferocia, la disperazione, il sangue e l'ipocrisia dell'occidente, il popolo yemenita non si lascia abbattere, nelle sue istanze di riscatto e di democratizzazione; Ali Saleh imparerà ben presto che trenta, quaranta o persino sessanta morti non rinsalderanno affatto il suo pericolante scranno del potere.


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Demolito il monumento ai pescatori di perle di Piazza Lulu a Manama, il tiranno del Bahrein cancella il simbolo della rivolta!!



Il monumento di Piazza delle Perle, sei raggi curvi di candido cemento sovrastati da una sfera di identico materiale, svettava come tributo e memento della storica attività dei pescatori di ostriche perlifere, che prima della scoperta del petrolio costituiva la principale attività dell'isola e le aveva garantito fama e notorietà anche molto al di là dei confini mediorientali (Marco Polo ne aveva parlato anche nelle sue memorie di viaggio).

Con il crescere del movimento di protesta il monumento divenne quasi il simbolo delle rivendicazioni dei dimostranti, adesso, dopo la strage perpetrata con l'aiuto di truppe saudite, composte di fanatici wahabiti che non hanno avuto remora alcuna ad aprire il fuoco ad altezza d'uomo contro i civili sciiti disarmati, il Ministro dell'Interno di Manama, Khaled ben Ahmed al-Khalifa ha annunciato che le truppe reali hanno demolito la struttura per "cancellare brutti ricordi".

Come il tiranno Al-Khalifa e i suoi cortigiani scopriranno anche troppo presto, non basta distruggere i simboli materiali per cancellare da cuori e coscienze il ricordo di quanto é avvenuto nei giorni scorsi.

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venerdì 18 marzo 2011

Pescatore palestinese di 19 anni ferito dal fuoco delle motovedette israeliane!


Nell'ospedale di Al-Shifa, nella Striscia di Gaza, il giovane Yasser Nasr Bakr, 19enne, giace assopito nel suo letto; tutt'attorno a lui, fratelli e cugini lo vegliano, come hanno fatto anche gli altri giorni da quando é stato ricoverato e operato d'urgenza con una pallottola made in Usa nell'addome, il colpo da 5.56 millimetri con cui é stato ferito da una motovedetta israeliana, ennesima vittima dell'impari 'guerra' che oppone i fragili 'Hasaka', tradizionali barconi da pesca palestinesi, alle moderne e letali pattugliatrici dello Stato ebraico.

Come piace a Israele, é una 'guerra' a senso unico, come i bombardamenti contro i civili a Gaza e Dahyiah, come l'assalto marittimo alla Mavi Marmara, solo le truppe sioniste hanno la possibilità di ferire, di uccidere, davanti hanno solamente civili innocenti, inermi, totalmente inoffensivi. "Siamo usciti a pesca alle 5 di mattina", racconta uno dei fratelli di Yasser, "Alle 6 e mezza gli israeliani ci hanno visti e hanno iniziato a spararci contro, si avvicinavano e sparavano per qualche minuto, poi si allontanavano e quando facevamo per tirarci su e riprendere il controllo della barca loro tornavano e ricominciavano a sparare".

"Si avvicinavano fino a 30-40 metri da noi, ci gridavano contro, gli israeliani sono cattivi, parlano arabo ma solo per dirci insulti, per offenderci, per dirci di andare via...alla fine hanno colpito Yasser, che si é messo a gridare e loro ridevano...". Le parole del fratello del ragazzo ferito sono eloquenti abbastanza per trasmettere tutta la sua dignità e la sua voglia di reagire ai soprusi e alle violenze dei militari sionisti, specie quando afferma: "Ogni volta che ci mettiamo in mare sappiamo di correre un grosso rischio, ma dobbiamo farlo, le nostre famiglie dipendono da noi e anche la gente di Gaza che ha bisogno del pesce che prendiamo".

La famiglia di Yasser ha già lamentato un'uccisione in mare, quella di Mohammed Mansour Bakr, 20 anni, assassinato il 24 settembre 2010 mentre si trovava in mare e, pochi mesi prima, il 5 luglio dello scorso anno, Alam Bakr, appena 17enne, venne a sua volta ferito. La persecuzione israeliana contro i pescatori si spiega con la voglia dei generali di Tel Aviv di affamare sempre più la Striscia di Gaza: in origine lo Stato ebraico aveva imposto alle barche da pesca palestinesi un limite di 3 Kilometri dalla costa, pensando così di aver rovinato per sempre il loro business, visto che i banchi di pesce più ricco si trovano molto più al largo, dopo però, constatando che i laboriosi pescatori di Gaza riuscivano a riempire le reti anche entro quel confine, é stato dato ordine alle motovedette di attaccare le Hasaka appena si allontanano di un solo chilometro da riva.

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Anche lo Yemen piange i suoi caduti, oltre 40 vittime nella piazza dell'Università di Sanaa!



Numerosi cecchini hanno aperto il fuoco contro i manifestanti che, nella capitale yemenita Sanaa, stavano radunandosi presso la piazza dell'Università per dare vita a un'altra giornata di dimostrazioni e lotte contro l'autocrazia di Ali Abdullah Saleh, dominatore unico della scena politica Nordyemenita fin dal 1978, poi, dal 1994, padre-padrone di tutta quella che una volta veniva chiamata 'Arabia Felix'.

Oltre quaranta morti e più di un centinaio di feriti sono stati il prezzo della codarda repressione armata: sui corpi dei caduti e dei feriti i colpi quasi sempre indirzzati a testa, collo, tronco, denunciavano l'impiego di fucili di precisione con ottiche telescopiche.

Nonostante questo indizio incriminante, Ali Saleh ha avuto il coraggio di presentarsi sui teleschermi asserendo che ad aprire il fuoco erano stati 'abitanti locali' che non condividevano gli ideali dei dimostranti, come se in tutto lo Yemen vi fosse ancora qualcuno che parteggiasse per lui, a eccezione dei corrotti notabili della sua 'corte' e degli ufficiali e miliziani delle forze di sicurezza.



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"Lo Schiaffo di Tripoli!" Come il sionista Sarzoky, con abile 'brinkmanship', ha fatto le scarpe al nostrano 'imperialismo straccione'

Frattini: "Credo che in Libia assisteremo a una transizione pacifica"

Sarkozy: "Gheddafi deve andarsene"

Frattini: "Sulla Libia l'Europa non deve interferire"

Sarzkozy: "Bombardamenti mirati contro le forze di Gheddafi"

Frattini: "L'Europa non esporti democrazia"

Sarkozy: "Francia pronta all'attacco appena votata la No-Fly zone"



Il video che vedete risale a ieri.

In esso, si vede benissimo dal secondo 0:30 in poi, il tricolore francese già sventolava fianco a fianco con la bandiera degli insorti, segno che la posizione pro-attiva e coerente di Sarkozy aveva già fatto breccia nelle menti e nei cuori degli insorti, anche prima dell'approvazione ufficiale della "No-Fly Zone".
Sarkozy con alcuni suoi 'grandi elettori'
Ancora una volta la preparazione, la lungimiranza e la "scienza politica" transalpina hanno la meglio sul pressapochismo e sull'improvvisazione made in Italy che troppe volte vengono gabellate da strimpellatori di mandolino e nazionalisti da operetta come "genio italico".

Ma, forse, é anche merito dell'avere al dicastero degl Esteri un 'politico di professione' con un curriculum universitario ed accademico che sintetizza il meglio del meglio del sistema delle 'grandes écoles' piuttosto che un belloccio ex-maestro di sci che avrà imparato qualche smozzico di lingue straniere limonando con le allieve tra una pista azzurra e una rossa.

E' in definitiva, una sconfitta che la meritocrazia infligge alla fanfaronaggine, la sapiente brinkmanship castiga l'estemporaneo, il primo e più importante Stato-nazione d'Europa, che attraverso monarchie, rivoluzioni, due imperi e cinque repubbliche non ha mai perso la bussola delle sue priorità e dei suoi interessi, surclassa ancora i parvenue cisalpini, che non riescono nemmeno a festeggiare un secolo e mezzo di unità tignosa e sdrucita senza abbaiarsi contro l'un l'altro come al tempo in cui Carlo VIII e Francesco I scendevano in Italia a fare il bello e il cattivo tempo e a combatterci le loro guerre per la supremazia continentale.

L'ennesima debacle del nostrano "Imperialismo Straccione".

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Scandaloso! In soli 6 anni l'Egitto ha 'regalato' a Israele metano per 12 miliardi di Euro!!


Economisti ed esperti dell'industria degli idrocarburi hanno stimato che l'Egitto, negli ultimi sei anni, abbia perso 11 miliardi e 996 milioni di Euro a causa degli apparentemente dissennati accordi per la fornitura di gas metano "scontato" allo Stato ebraico; in una recente conferenza stampa Ibrahim Zahran ha confermato che le perdite sono iniziate nel momento stesso in cui il Governo di Mubarak decise, nel 2005, di esportare il gas verso Israele e di acquistare all'estero combustibile diesel per le proprie centrali elettriche.

L'ex-membero del parlamento Mohammed Esmat el-Sadat ha accusato Maher Abaza, consigliere di Hussein Salem, con grandi interessi azionari nell'East Mediterranean Gas Company, indicandolo come principale responsabile dell'ulteriore 'sconto' che portò l'Egitto a farsi pagare il gas 70 centesimi di dollaro usa per Unità termogenica inglese in vece del dollaro e venticinque preventivamente stabilito (quando all'Egitto l'estrazione e il pompaggio costano comunque tre dollari per Unità termogenica); dalle trascrizioni dei documenti in mano alla magistratura emergerebbe come incontestabile il coinvolgimento del Segretario all'Authority per gli idrocarburi, Mohammed Taweelah, dell'ex-Ministro del Petrolio Sameh Fahmi e dei due figli di casa Mubarak.


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giovedì 17 marzo 2011

Impianto spionistico israeliano smantellato grazie a cooperazione tra Hezbollah ed Esercito libanese!


Un bruttissimo periodo questo per i servizi di spionaggio israeliani: proprio mentre, con il Nordafrica e il Medio Oriente in stato di profonda agitazione e rinnovamento, sarebbe essenziale per lo Stato ebraico accumulare il massimo di informazioni sugli eventi in corso, sembra proprio che le cose girino stortissime per quelli che una volta erano i leggendari '007' del Mossad e delle agenzie correlate (Kidon, Metsada, Shabak, LAP...), che continuano a subire uno scacco dietro l'altro. Dopo la scoperta e l'espulsione dall'Egitto degli agenti che cercavano di valutare lo stato attuale delle forze armate del Cairo (pesantemente impegnate nel gestire la transizione dal regime di Mubarak alla democrazia), arriva oggi la notizia che al confine diamentralmente opposto, gli spioni d'Israele hanno collezionato un'altra sconfitta.

Con un'operazione coordinata tra forze della Resistenza libanese e forze armate, infatti, un sofisticato apparato di sorveglianza e controllo, che nelle intenzioni di chi lo aveva collocato avrebbe dovuto rimandare in Israele preziose immagini e dati per anni ed anni, é stato individuato e smantellato nella giornata del 17 marzo; esso si trovava attorno alla cittadina di Shamaa, nei pressi di Tiro.

L'apparato, molto sofisticato e recente, era composto da un radar di sorveglianza, un sistema fotografico elettronico, un gruppo di ricezione per poter essere controllato a distanza, uno di trasmissione per poter inviare in Israele i dati raccolti, un sistema di raffreddamento e batterie di lunga durata.

L'apparecchio, mimetizzato con rocce, era in grado di spaziare con il suo sguardo lungo tutta la costa da El-Bayyada a Tiro, dove si trovano importanti arterie e vie di comunicazione,i segnali per attivarlo e recuperarne i dati trasmessi probabilmente venivano inviati e ricevuti tramite droni senza pilota, ormai un'arma fondamentale nella guerra di SIGINT che oppone lo Stato ebraico a Hezbollah e alle forze di difesa libanesi.

L'evento é stato immediatamente usato dai rappresentanti della vittoriosa coalizione 8 marzo, come "exemplum" dell'intenso e fertile regime di intesa e collaborazione tra esercito e Resistenza e come arma politica per ridicolizzare e screditare la campagna portata avanti da Saad Hariri e dai suoi alleati falangisti e filoisraeliani Amine Gemayel e Samir Geagea contro le milizie di Amal, Hezbollah e del partito SSNP.

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Giovani cisgiordani lanciano l'appello su Facebook: "A fine mese, in un milione, marceremo su Gerusalemme"


Giovani palestinesi della Cisgiordania hanno lanciato diversi appelli attraverso la Rete e i suoi canali di comunicazione sociale per indire una marcia da Betlemme e da Ramallah in direzione di Gerusalemme, la capitale della Palestina occupata da Israele e sottoposta ad aggressivi programmi di pulizia etnica e giudaizzazione forzata.

La duplice marcia, che dovrebbe coincidere con l'Earth Day, avrà luogo alla fine di marzo e coinvolgerà palestinesi di ogni religione, di ogni setta e di ogni appartenenza politica, uniti nel dire 'NO' allo Stato dell'Apartheid sionista e alle sue misure di sfratto, demolizione, occupazione e infiltrazione di elementi ebraici allogeni.

L'iniziativa é già stata definita 'storica' da numerosi osservatori, locali e internazionali e dovrebbe avere il suo culmine in una preghiera collettiva che vedrà i musulmani nella Moschea di Al-Aqsa e i cristiani nella Chiesa del Santo Sepolcro.

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Riprende a scorrere il gas egiziano verso la Giordania...ma non verso Israele!


Da poche ore il flusso di gas naturale egiziano attraverso i condotti diretti in Giordania é ripreso regolarmente mentre, nonostante affermazioni in merito fatte negli scorsi giorni da parte israeliana, non é chiaro se e quando le pompe riprenderanno a funzionare anche in direzione dello Stato ebraico.

La fornitura di metano ad Israele, a prezzi scandalosamente fuori mercato, era una delle molte vergogne che tenevano la popolarità del tiranno Mubarak e della sua 'corte' sottozero negli indici di gradimento del popolo egiziano. Appena cacciato dal potere l'autocrate del Cairo i suoi figli e l'ex ministro dell'Energia sono stati prontamente messi sotto inchiesta per malversazioni e tangenti collegate proprio con questa 'connection' israeliana.

L'interruzione delle forniture di gas a Giordania e Israele era stata decisa dopo l'attentato esplosivo del 5 febbraio scorso, col quale ignoti attaccanti (probabilmente beduini del Sinai) avevano immobilizzato i guardiani di una stazione di pompaggio e, dopo averli trasportati al sicuro ed essersi accertati che i residenti locali si tenessero ben al largo dalla struttura, l'avevano dinamitata, distruggendola.

La stazione distrutta era sul ramo di gasdotto diretto in Giordania, ma anche il flusso verso Israele, per precauzione, era stato bloccato. Da allora l'Eastern Mediterranean Gas Company ha annunciato per ben quattro volte che il pompaggio da parte egiziana era "in procinto di venire ripreso", soltanto per essere smentita ogni volta. Israele pagava cifre oscillanti tra 0,70 e 1,25 dollari usa per ogni Unità termogenica inglese di gas, mentre la sola estrazione e pompaggio del gas all'Egitto costa circa 3 dollari per Unità.

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Continua il 'Pogrom' contro Awarta, adesso soldati e coloni usano i cani per attaccare i Palestinesi!


Un Palestinese é stato ferito e mutilato da cani da attacco nel villaggio di Awarta, sottoposto a continue aggressioni da parte di soldati israeliani e coloni ebrei fondamentalisti; gli animali, specialmente addestrati dalle forze armate dello Stato ebraico per attaccare persone dall'aspetto "arabo" gli sono stati scatenati contro senza alcun motivo.
Ancora una volta i sionisti non si mostrano da meno dei loro maestri...
Sembra che, nelle ultime ore, le truppe israeliane si siano ritirate dal centro dell'abitato, ma mantengano chiuse e isolate tutte le strade di accesso ad Awarta, impedendo l'afflusso di cibo, medicinali e persino acqua, che scarseggia in quanto tutte le cisterne e i reservoir del posto sono state crivellate di colpi di arma da fuoco o contaminate con terra e spazzatura durante le prime fasi del "Pogrom" sionista.

(Il video, di repertorio, é incluso per mostrare quanto comuni siano gli attacchi ai Palestinesi da parte di cani dell'esercito)

Il violentissimo e insensato attacco ad Awarta ha fatto seguito all'uccisione di cinque coloni ebrei del vicino insediamento illegale di Itamar che però, come é emerso in seguito, é stata opera di un bracciante thailandese non pagato e non ha nulla a che fare con i Palestinesi o la Resistenza all'invasione e alla giudaizzazione forzata delle terre di Cisgiordania.

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Scoperto gruppo di spie israeliane in Egitto, espulsi alcuni 'giornalisti'!


Le autorità egiziane che stanno gestendo la transizione dall'autocrazia di Hosni Mubarak a una forma istituzionale finalmente democratica e rappresentativa hanno scoperto in questi giorni un network spionistico israeliano, di cui hanno arrestato ed espulso la maggior parte dei membri; si ricercano ancora un cittadino israeliano e due egiziani.

Secondo quanto riportato dal quotidiano Al-Masry al-Youm i giudici del Cairo starebbero già interrogando gli arrestati ed altri sospetti che avrebbero cospirato per raccogliere informazioni riguardo allo stato attuale dell'Esercito egiziano per poi trasmetterle a Israele. L'operazione di raccolta di informazioni e immagini sarebbe iniziata con la discesa nelle strade delle forze armate durante le proteste popolari che hanno portato alla caduta di Mubarak.

Un giornalista accreditato per conto dell'emittente dello Stato ebraico 'Canale 10', fermato, é stato espulso dal paese, così come altri tre reporter dell'israeliano 'Canale 2'.

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mercoledì 16 marzo 2011

Nabil Amir rivela: "Fatah ha speso cifre folli per fomentare disordini anti-Hamas a Gaza, fallendo sempre!"


Nabil Amir, ex-ufficiale della fazione Fatah, staccatosene perché disgustato dal servilismo e dalla corruttela che hanno totalmente 'avvelenato' i piani alti di quella che una volta era l'organizzazione di Resistenza che faceva capo a Yasser "Padre Palestina" Arafat, ha svelato come Abbas e i suoi soci abbiano investito un milione di dollari dei fondi ricevuti dai "paesi donatori" nel periodo che va dal loro fallito Colpo di Stato del 2007 a oggi.

I soldi sarebbero stati 'investiti' nel tentativo di fomentare manifestazioni di dissenso e torbidi contro il legittimo Governo palestinese guidato nell'enclave costiera assediata da Ismail Hanyieh, a cui si contrappone, tronfio e impotente, il cosiddetto 'esecutivo' di Ramallah, docile strumento in mano al Capo di Fatah.

"Fatah é consumata da un folle desiderio di vendetta, l'umiliazione che i suoi capi hanno subito a Gaza, quando Hamas respinse i loro miliziani e li mise in fuga, ha generato un odio tale che per soddisfarlo sarebbero capaci di arrivare a qualunque cosa, persino a istigare un bagno di sangue fra Palestinesi".

Nelle dichiarazioni rilasciate ai giovani redattori di un sito-web che preme per il superamento della spaccatura con Hamas, Amir ha reiterato come Fatah ormai sia 'una metastasi' che ha intasato tutti i gangli e gli enti dell'Autorità nazionale palestinese, fagocitandola dall'interno e riducendola un guscio vuoto e che ormai solo una 'rivoluzione interna' potrebbe restituire al movimento l'integrità e il senso di direzione che ha smarrito negli ultimi diciassette anni, passati a brancolare senza costrutto nel labirinto dei fantomatici 'negoziati di pace' con Israele.

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Reportage esclusivo!! Foto dalle marce per l'unità nazionale palestinese di Gaza e Cisgiordania!!


Come abbiamo già riportato in articoli precedenti, tanto la Striscia di Gaza quanto la Cisgiordania sono state teatro in questi giorni di imponenti manifestazioni per la ricomposizione dell'unità nazionale e la ripresa di un coerente programma di lotta contro l'occupazione.

La seconda proposizione discende direttamente dalla prima visto che, é ormai chiaro persino alle pietre della Moschea di Al-Aqsa, per sanare la frattura tra West Bank e Gaza seguita al fallito golpe del 2007 é necessario 'decapitare' l'attuale organigramma di Fatah, i cui leader sono stati totalmente cooptati nel sistema israeliano di occupazione e repressione e, totalmente isolati dalle istanze della popolazione palestinese, pensano solo a guadagnare 'brownie points' e 'stelline dorate' da Tel Aviv, trasformandosi in servi sciocchi della campagna di persecuzione, apartheid e pulizia etnica portata avanti dal regime ebraico.

L'ultimo, vomitevole esempio del caso lo abbiamo visto in queste ore, con coloni ebrei armati e soldati israeliani impegnati a incendiare, saccheggiare, brutalizzare, aggredire, vandalizzare interi villaggi palestinesi con la comoda scusa della 'morte dei coloni' (in realtà uccisi da un bracciante Thailandese da loro raggirato e picchiato), tutto ciò che la cosiddetta 'Autorità nazionale palestinese' é riuscita a fare, anziché schierare le sue forze a difesa del popolo aggredito, é stato invitare i "bwana" sionisti a 'controllare' i materiali educativi delle scuole cisgiordane controllate da Fatah per verificare come essi 'non incitino all'odio anti-israeliano' e 'quanto bene' Fatah perseguiti, incarceri e torturi i predicatori che in moschea pronunciano sermoni che chiamino i Palestinesi alla lotta e alla resistenza.

Abbas e i suoi complici di Fatah vorrebbero amministrare un bantustan di servi idioti che baciano la mano che li bastona, come essi stessi hanno imparato fin troppo bene a fare in cambio della casacca di kapò del campo di sterminio e dell'offa degli 'aiuti' dei 'paesi donatori' (che alimentano una scandalosa palude di corruttela e speculazioni); purtroppo per loro si trovano a sedere sulla polveriera costituita da milioni di individui di uno dei più tenaci, gloriosi, onorevoli popoli del medio oriente ed é probabile che la miccia che la farà saltare sia stata accesa proprio il 15 marzo, con la marcia che ha riempito le strade cisgiordane.

Sotto le immagini di leader ampiamente onorati e riconosciuti come esempi anche dai seguaci di formazioni differenti (come Arafat e lo Sceicco Yassin), all'ombra delle bandiere nazionali che erano unico vessillo ammesso dagli organizzatori dell'evento, i cittadini cisgiordani si sono visti, si sono contati e hanno capito di essere molti di più della sbirraglia coloniale di Fatah e di essere di più e più forti persino delle truppe antisommossa del regime ebraico.

Come diceva George Orwell "Fino a che non si renderanno conto del loro potere, non si ribelleranno"; ora, dopo le marce, il seme di tale epifania é stato gettato, non in una, non in dieci e non in cento coscienze ma in mille, diecimila, forse in un milione di coscienze.

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Gilad Atzmon saluta e rende onore alle attività BDS del gruppo francese "Europalestine"!


Il musicista e attivista pro-palestinese Gilad Atzmon si é esibito la scorsa settimana alla libreria "Résistances" di Parigi; durante la sua trasferta francese Atzmon ha avuto modo di conoscere meglio le attività del gruppo "Europalestine", autore di spettacolari ed efficaci iniziative di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzione nei confronti del regime sionista dell'Apartheid.

Estremamente colpito e positivamente impressionato dal coraggio e dall'inventiva del gruppo, Atzmon lo ha lodato in un suo recente contributo su "Uprooted Palestinians", corredandolo con testimonianze video delle sue attività.


Shame, Shame on H&M ! from belkacem on Vimeo.




Gaza Freedom March di belkacem_93

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