Nell'ospedale di Al-Shifa, nella Striscia di Gaza, il giovane Yasser Nasr Bakr, 19enne, giace assopito nel suo letto; tutt'attorno a lui, fratelli e cugini lo vegliano, come hanno fatto anche gli altri giorni da quando é stato ricoverato e operato d'urgenza con una pallottola made in Usa nell'addome, il colpo da 5.56 millimetri con cui é stato ferito da una motovedetta israeliana, ennesima vittima dell'impari 'guerra' che oppone i fragili 'Hasaka', tradizionali barconi da pesca palestinesi, alle moderne e letali pattugliatrici dello Stato ebraico.
Come piace a Israele, é una 'guerra' a senso unico, come i bombardamenti contro i civili a Gaza e Dahyiah, come l'assalto marittimo alla Mavi Marmara, solo le truppe sioniste hanno la possibilità di ferire, di uccidere, davanti hanno solamente civili innocenti, inermi, totalmente inoffensivi. "Siamo usciti a pesca alle 5 di mattina", racconta uno dei fratelli di Yasser, "Alle 6 e mezza gli israeliani ci hanno visti e hanno iniziato a spararci contro, si avvicinavano e sparavano per qualche minuto, poi si allontanavano e quando facevamo per tirarci su e riprendere il controllo della barca loro tornavano e ricominciavano a sparare".
"Si avvicinavano fino a 30-40 metri da noi, ci gridavano contro, gli israeliani sono cattivi, parlano arabo ma solo per dirci insulti, per offenderci, per dirci di andare via...alla fine hanno colpito Yasser, che si é messo a gridare e loro ridevano...". Le parole del fratello del ragazzo ferito sono eloquenti abbastanza per trasmettere tutta la sua dignità e la sua voglia di reagire ai soprusi e alle violenze dei militari sionisti, specie quando afferma: "Ogni volta che ci mettiamo in mare sappiamo di correre un grosso rischio, ma dobbiamo farlo, le nostre famiglie dipendono da noi e anche la gente di Gaza che ha bisogno del pesce che prendiamo".
La famiglia di Yasser ha già lamentato un'uccisione in mare, quella di Mohammed Mansour Bakr, 20 anni, assassinato il 24 settembre 2010 mentre si trovava in mare e, pochi mesi prima, il 5 luglio dello scorso anno, Alam Bakr, appena 17enne, venne a sua volta ferito. La persecuzione israeliana contro i pescatori si spiega con la voglia dei generali di Tel Aviv di affamare sempre più la Striscia di Gaza: in origine lo Stato ebraico aveva imposto alle barche da pesca palestinesi un limite di 3 Kilometri dalla costa, pensando così di aver rovinato per sempre il loro business, visto che i banchi di pesce più ricco si trovano molto più al largo, dopo però, constatando che i laboriosi pescatori di Gaza riuscivano a riempire le reti anche entro quel confine, é stato dato ordine alle motovedette di attaccare le Hasaka appena si allontanano di un solo chilometro da riva.
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