L'attrice siro-egiziana Raghda Mahmoud Naana, nativa di Aleppo, gode in patria di una fama paragonabile a quella che in Italia spetta a icone del cinema come Sofia Loren e Claudia Cardinale, sia per la sua bellezza, che rimane notevole anche alle soglie dei sessant'anni, sia per l'abilità e la versatilità recitativa che le hanno permesso di brillare in un vasto ventaglio di ruoli, a partire dalla serie televisiva "Asir el-Houb", con la quale debuttò, fino ai film diretti da Khamal al-Sheik e Duraid Laham.
Il suo ruolo-principe, rimarrà sempre quello in cui incarnò l'icona storica e culturale della Siria , la Regina Zenobia di Palmyra (in 'Al-Abadid', del 1997), dal quale prendiamo questo fotogramma per mostrare al nostro fedele pubblico il fascino e l'intensità di questa 'stella' della Settima Arte.
Il motivo per cui ci troviamo a parlare di Raghda, tuttavia, non ha a che fare con la sua bellezza o il suo talento, ma con le conseguenze di una tragedia che colpì lei, come tanti abitanti di Aleppo, nel 2013, quando la sua città natale venne occupata dalle orde dei ratti terroristi al servizio di Erdogan, Obama e Netanyahu.